Siena - L’arte di un grande pittore del Trecento: Ambrogio Lorenzetti

La sua pittura sacra ancora poco nota al grande pubblico

 La mostra in programma al Museo Santa Maria della Scala a Siena: “AMBROGIO LORENZETTI” (Fig.ra apertura testo) è stata prorogata fino all’8 aprile 2018 (per esaudire la grande affluenza di pubblico), con un notevole sforzo da parte degli organizzatori per trattenere opere importanti provenienti dalle più prestigiose istituzioni museali del mondo. Il progetto espositivo è curato da Alessandro Bagnoli, Roberto Bartalini e Max Seidel i quali sono anche i curatori del corposo volume edito da Silvana Editoriale (pp.509 immagini a colori). Nella copertina del prezioso catalogo è riprodotto “Il miracolo delle navi granarie di San Nicola” uno dei quattro episodi della vita del santo riportato sulle due tavole conservate a Firenze nelle Gallerie degli Uffizi.

L’allestimento della mostra è progettato dallo studio Guicciardini et Magni Architetti, ed è promossa e finanziata dal Comune di Siena, si fregia dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica  Italiana,  e  viene concesso il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Toscana.

 Scrive nel l’intervento istituzionale sul catalogo il Sindaco di Siena Bruno Valentini:“Quando un progetto ambizioso al quale si è creduto fortemente vede la luce, superando ogni ostacolo  ogni diffidenza la soddisfazione è grande e l’emozione profonda”.

Con il progetto Ambrogio Lorenzetti si  fa conoscere un grande artista che universalmente è noto come il “pittore del Buon Governo “ con il ciclo di dipinti allegorici e delle straordinarie visioni agresti  presenti al palazzo Pubblico di Siena  e che nonostante sia considerato uno degli artisti più importanti dell’Europa trecentesca, è ancora poco noto al pubblico per quel che concerne l’insieme della sua produzione artistica, di storie sacre che hanno rinnovato profondamente molte tradizioni iconografiche; come l’innovazione della concezione nei dipinti d’altare.

Il Direttore di Santa Maria della Scala Daniele Pittèri afferma:”“In un periodo in cui progressivamente, e fortunatamente , si sta abbandonando la logica delle grandi mostre blockbuster per abbracciare quelle della riscoperta e della riflessione monografica sui grandi artisti del passato, un esposizione dedicata a Lorenzetti assume un valore che va oltre l’impatto dell’evento”.

Le stanze del museo ospitano capolavori eccelsi come  la “Madonna che allatta il Bambino”, conosciuta come la “Madonna del latte, a  larga maggioranza di consensi, è ritenuta uno dei maggiori capolavori del pittore, uno dei primi dipinti eseguiti dall’artista, gli studiosi, però, non sono d’accordo sulla sua cronologia di realizzazione.

Tra i grandi nuovi temi della pittura italiana del Trecento emerge quello della rappresentazione della luce metafisica, nella cui interpretazione Ambrogio Lorenzetti si pone in linea con le teorie della luce alla base dell’architettura gotica dove si manifesta la metafisica della luce nella rappresentazione della “Caritas Maestà”, Madonna col Bambino in trono con Virtù teologali, angeli musicanti, santi e profeti proveniente dalla Chiesa di San Pietro all’Orto di Massa Marittima, sui gradini del trono della  Vergine le iscrizioni :Fides, Spes, Caritas 

Nel percorso espositivo vi si trova  anche una vetrata realizzata tra il 1325 e il 1330 rappresentante un “San Michele Arcangelo vittorioso sul demonio”   l’ubicazione iniziale dell’opera non si sa dov’era inizialmente, si conosce invece il suo arrivo al Museo Civico di Siena, avvenuta dopo la mostra di Avignone (Francia) del 1983. Il capo degli eserciti degli  angeli  è composto da 304 tessere in mosaico vitrale,  il riferimento scritturale è all’Apocalisse dove si descrive la lotta di san Michele contro Satana. Anche nel caso della vetrata ne danno conferma non solo l’arcangelo che sta per sferrare l’attacco finale ma pure il simbolo sopra il tribolo: L’Aquila provvista di nimbo sta per l’apostolo Giovanni ritenuto l’autore del quarto Vangelo e dell’Apocalisse; mentre l’Agnello col vessillo crucifero e l’effusio sanguinis dal petto l’Agnus Dei, vale a dire il Cristo salvifico mistico dell’Apocalisse.

“La Crocifissione della collezione Salini”   una tempera e oro su tavola proveniente da Asciano Castello di Gallico Il pittore cristallizza l’evento cruciale della Passione di Cristo in una dimensione raccolta, di eroico e silenzioso contegno.

 La “Madonna del Louvre”  costituisce certamente l’aggiunta più importante alla mostra e al catalogo di Ambrogio Lorenzetti degli ultimi decenni. Il dipinto si trovava completamente ignorato dagli studi, in una collezione francese fin dalla metà dell’Ottocento prima che il grande museo parigino lo acquistasse nel 1998.

Non siamo di fronte a una mostra evento - continua il Sindaco Bruno Valentini - che inizia e finisce per poi trasferirsi altrove”.

Questa tale iniziativa è possibile ammirarla  soltanto nella città di Siena che conserva all’incirca il settanta per cento delle opere oggi conosciute del pittore. I curatori grazie ad un approfondito studio sono riusciti tramite richieste mirate a far arrivare per la mostra senese importanti opere provenienti dal Museo del Louvre di Parigi, dalla National Gallery di Londra, dalle Gallerie degli Uffizi, dai Musei Vaticani, dalla Stadel Museum di Francoforte, dalla Yale University Art  Gallery, riportando così per il periodo espositivo una larghissima parte dei dipinti prodotti per i cittadini senesi di un tempo e per le chiese della città di Siena.  

“Ambrogio Lorenzetti è stato uno dei massimi pittori del XIV secolo, uno straordinario innovatore – scrive nel l’intervento istituzionale Daniele Pittèri  Direttore del Museo Santa Maria della Scala -  dei linguaggi stilistici e iconografici del suo tempo, oltre che un artista di elevate e raffinate qualità intellettuali”.

Il Rettore Francesco Frati dell’Università degli Studi di Siena: “ Mancava una raccolta e uno studio organico di tutta l’opera di Ambrogio Lorenzetti e il pregio della mostra, e ancora di più del catalogo, è quello di aver riunito la gran parte della produzione dell’artista in modo da poter condurre una ricerca sistematica e approfondita. Tutte le opere d’arte perdono  di valore – continua il Rettore Francesco Frati - se le generazioni future ignorano il loro significato, il contesto e le ragioni che le hanno prodotte; questo lavoro non è infatti fine a se stesso: non si tratta del semplice restauro e studio di dipinti e affreschi, ma di un recupero della memoria culturale di cui tali opere sono traccia”.

Basti pensare che prima di questa mostra su Ambrogio Lorenzetti non esisteva  nemmeno una moderna e affidabile monografia scientifica.

 

AMBROGIO LORENZETTI  dal 15 marzo al l’8 aprile 2018 orari dal lunedì alla domenica ore 10.00-19.00. Informazioni  e prenotazioni Call Center 0577.286300. www.ambrogiolorenzetti.it

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 15/03/2018