Usa: la pornostar che imbarazza Trump.

Stormy Daniels racconta in tv di aver fatto “sesso non protetto” con il Presidente americano.

 

Non si trattasse degli Stati Uniti la storia prenderebbe tutt’altro tono, e probabilmente sarebbe destinata ai giornaletti di gossip o al mero chiacchiericcio tra le comari sedute di fronte a un the.
D’altronde, che importanza può avere un rapporto sessuale consenziente consumato dodici anni fa dall’allora imprenditore Donald Trump con un avvenente pornostar?
Nulla.
Ma si sa, l’America è terra di grandi contraddizioni, puritana per nascita e bigotta per vocazione, in grado di passare con una certa leggerezza sui sanguinosi interventi in Medioriente, salvo poi arrestarsi e pendere dalle labbra di una Stormy Daniels qualunque, rea di aver fatto sesso con l’attuale Presidente Usa una dozzina d’anni fa. Cosa che, in effetti, è successa proprio ieri sera, al programma “60 minutes” della CBS.

La bella quarantenne, al secolo Stephanie Clifford, alle spalle una discreta produzione di film porno oltre che spettacoli e spogliarelli porno, da mesi tiene con il fiato sospeso l’entourage della Casa Bianca, manifestando a più riprese la voglia di divulgare i piccanti dettagli del rapporto
Da quanto emerso ieri la Clifford avrebbe incontrato il tycoon nel luglio del 2006 in un Resort tra la California e il Nevada, al termine di una partita a Golf.
Lui, sessantenne e appena sposato con l‘attuale First Lady Melania, lei 29enne appena diventata madre per la prima volta: se tutto confermato non un inno alla moralità.

Comunque sia, i due entrano piuttosto facilmente in confidenza “Mi invitò nella sua camera d’albergo. Cominciò a parlare di se stesso. Mi chiese se conoscessi la sua rivista, me la fece vedere: sulla copertina c’era la sua foto. Io risposi una cosa tipo: “Qualcuno dovrebbe prendere quella rivista e darti una bella sculacciata”. Non dimenticherò mai l’espressione del suo viso. Penso che nessuno gli avesse mai parlato in questo modo, certamente non una giovane donna. Lasciammo allora perdere il giornale. Io gli dissi di voltarsi e tirarsi giù i pantaloni. Se li tirò giù un poco, mostrando le mutande. Gli diedi un paio di schiaffetti per gioco. Da quel momento diventò una persona completamente differente”.
L’ex pornostar aggiunge malignamente di ricordare un “Sei molto bella, somigli a mia figlia Ivanka”.

Il sesso che seguirà sarà non protettoNon indossò alcun preservativo e io onestamente non dissi nulla”.
Questa sembra la parte che ha scandalizzato di più l’opinione pubblica, a cui pare sollevarsi un’indignazione maggiore rispetto a quella avuta durante un intervento in Iraq alla ricerca di armi inesistenti, ma tant’è.

La cosa che rende grottesca l’intervista- dichiarazione è l’ammissione della stessa protagonista di non essere stata assolutamente forzata “Non mi piaceva, non avrei voluto fare sesso con lui, ma fui pienamente consenziente, non sono una vittima” .
Il rapporto restò un caso isolato anche perché, esattamente un anno dopo a Beverly Hills, la Cliffors si tirò indietro alle nuove avances di Trump il quale, col tempo, si fece sempre più distante.

Negli anni cala il silenzio sulla vicenda, finche’ nel 2011 l’ex pornostar decide di spifferare tutto a una rivista americana In touchy weekly: Trump non è ancora impegnato direttamente in politica, ma è già una star. A far tornare sui propri passi la Clifford uno strano episodio: mentre si trovava in un parcheggio con la propria figlia in auto, dichiara lei, le si avvicina un tizio dicendo “Che bella bambina. Sarebbe veramente un peccato se accadesse qualcosa a sua mamma”
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Siamo quasi ai giorni nostri, ottobre 2016: Trump è lanciato verso la Casa Bianca e la Clifford viene avvicinata dal legale di Trump Michel Choen il quale, stando sempre a ciò che afferma l’ex pornostar, le propone di porre una pietra tombale sulla vicenda in cambio di 130 mila dollari.
L’accordo viene firmato il 28 ottobre e, come si sa, il 9 novembre Trump verrà incoronato 45° Presidente degli Stati Uniti.

L’intera storia, oltre a sottolineare ancora una volta la voglia di voyerismo di gran parte del popolo americano, mette in evidenza la volontà da parte di Stephania Clifford di massimizzare il “sacrificio” intascando i soldi per il silenzio presidenziale senza rinunciare alla celebrità (e altro denaro) relativa alle successive interviste rilasciate. Non mi risulta esistano investimenti tanto redditizi a dodici anni di scadenza.

Trump da un punto di vista legale rischia poco, anche se l’accordo, una volta provato, potrebbe aver violato le regole sulla trasparenza delle spese, particolarmente rigide in Usa.
Semmai la minaccia viene dalla morale e dalla presunta violazione di essa. E gli americani, vista la loro recente storia, han dimostrato di essere particolarmente sensibili sul tema..

 

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Articolo pubblicato il 26/03/2018