La filosofia serve alle imprese?

Lo diciamo subito: secondo noi, si

Risposta che sembrerà strana, se non surreale, a quanti (e sono molti, se non i più) filosofia una disciplina astratta, teorica e “inutile”, nel senso che non si occupa dei problemi quotidiani e soprattutto non ha nulla a che fare con il mondo del lavoro e delle aziende.

Sposiamo il pensiero della filosofa Stefania Contesini, che chiarisce come "Due sono gli ambiti principali di utilità. Il primo è quello dello sviluppo e della formazione di competenze strategiche per le persone; il secondo è quello della soluzione di alcuni problemi/questioni chiave con cui oggi le organizzazioni devono misurarsi.

In entrambi i casi la filosofia propone un approccio differente, che guarda il saper fare delle persone e i problemi organizzativi da un diverso punto di vista, insieme più completo ed efficace".

Il pensiero critico, in estrema sintesi, non è un impiccio. Anche arrivare una visione d'insieme. Potrebbe dire che, specie in questo tempo di crisi, cioè radicalmente di scelta, è indispensabile un "reflective management".

Come evidenza la pensatrice, autrice de "La filosofia nelle organizzazioni", infatti, " il sapere filosofico con i suoi strumenti ci permette di trattare diversamente, e quindi di formare e allenare diversamente anche le più classiche delle soft skills come la capacità di comunicare e relazionarsi con altri, che prevedono uno spettro ampio di saperi e attività (ascolto, comprensione, responsabilità, rispetto) che spesso non vengono considerati, scambiando la capacità di relazione con la comunicazione efficace che invece è solo una sua parte".

Per (ri)emergere serve un pensiero. Serve filosofia. Anche e soprattutto all'azienda.

Marco Margrita

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Articolo pubblicato il 28/03/2018