Cinema in sordina - Parte 1

Alcuni ottimi film di questi ultimi anni passati inosservati

Per questo mese di Aprile scegliamo di parlarvi di alcuni film passati in sordina negli ultimi anni, film di ottima qualità che purtroppo per i motivi insondabili dei gusti del pubblico e della distribuzione sono stati ignorati o sottovalutati alla loro uscita nelle sale cinematografiche.

Film che vengono "macinati" dalla velocità supersonica del pubblico moderno con cui si erge a capolavoro l'ultimo film che fa più cassa di risonanza verso le masse, a torto o ragione che sia, ma che lascia dietro di sè una scia di piccole perle che a volte nei cinema non ci arrivano proprio, oppure rimangono per troppo poco tempo in poche sale vittime di una promozione e distribuzione mediocre.

Partiamo quindi senza tanti preamboli a consigliarvi tre piccole perle che al momento sono passati inosservati al botteghino, sperando che abbiamo una nuova e migliore seconda vita nella loro distribuzione home video.


COLOSSAL (2016 - Nacho Vigalondo)
Protagonista di questa storia e la bella e brava Anne Hathaway, scrittrice di città vittima di alcoolismo cronico che nello spazio di una notte perde lavoro e fidanzato.

Trasferitasi nel suo paese natio per un nuovo inizio, la donna si trasferisce nella vecchia e desolata casa paterna e riprende contatto coi vecchi amici, tra cui un suo vecchio compagno di scuola (Jason Sudeikis) che ora possiede un pub che è il massimo luogo d'incontro e svago per la popolazione locale.

Ma quando apprende dalla televisione che un enorme mostro ha preso d'assalto la città di Seoul, la donna scopre sbigottita di avere un rapporto simbiotico con la creatura, la quale pare emulare esattamente i suoi gesti e movenze non appena la donna si trova, a una certa ora del mattino, nel piccolo parco giochi della città.

Quando il suo vecchio amico però scopre di essere capace di evocare altrettanto un robot gigantesco entrando nello stesso parco, l'amicizia tra i due si sgretola repentinamente diventando una lotta all'ultimo sangue nella quale sono incastrati come vittime inermi gli abitanti di Seoul, sottoposti senza tregua agli attacchi delle due colossali "manifestazioni a distanza" dell'uomo e della donna.

Una storia che interlaccia perfettamente la spettacolare distruttività di ottimi film di fantascienza come i vari iconici "Godzilla" orientali e soprattutto il fantastico "Pacific Rim" di Guillermo del Toro, per la contrapposizione tra il "mostro Hathaway" simile ai cattivissimi Kaij? e invece il "robot Sudeikis" ovviamente simile ai potentissimi Jaegers dell'esercito umano.

Su tutta la trama vince ovviamente il rapporto tra i due, inizialmente di intesa per la ritrovata amicizia e l'abbandono all'alcoolismo; ma che successivamente scivola rapidamente in un gioco di dominio e controllo nel sempre più acuto delirio di onnipotenza e autodistruzione del suo vecchio amico.

Un film spettacolare e divertente, profondo e riflessivo quando vuole esserlo, diretto con grande mestiere dall'ottimo Nacho Vigalondo di cui vi avevamo già consigliato il fantastico "Timecrimes", altra perla di fantascienza a tema di viaggi nel tempo sullo sfondo drammatico e personale dei personaggi; formula vincente ripetuta anche in questo riuscitissimo "Colossal" uscito nel 2016 ma finora snobbato o ignorato da pubblico e critica.


YOGA HOSERS (2016 - Kevin Smith)
Possono due ragazzine ossessionate dai loro cellulari e che fanno le commesse in un minimarket salvare il Canada da una nuova invasione nazista?

Secondo il regista Kevin Smith diremmo proprio di si, visto questo demenziale e divertentissimo film dove le due giovanissime Harley Quinn Smith e Lily-Rose Depp affrontano un esercito di "salsicce naziste" balbettanti un tedesco in vocine da Chipmunks e con dei crauti al posto del sangue, affiancate nell'impresa dal veterano vecchio cacciatore Johnny Depp, padre della Lily-Rose di cui sopra tra l'altro.

Volutamente così stupido da essere incredibilmente intelligente, la storia è continuamente inframmezzata dai profili social delle stesse protagoniste eternamente occupate a postare foto e selfie su "Insta-Can" (versione canadese di Instagram) e che letteralmente perdono i sensi svenendo se la loro professoressa sequestra loro i cellulari per punizione.

Abbandonate dal padre che fugge in vacanza con la matrigna lasciandole in gestione il negozio per il weekend, le due ragazze organizzano ovviamente un appuntamento con due bellocci più grandi che le avevano invitate ad una festa, se non che anche questi alla fine sono due folli desiderosi soltanto di sacrificare due vergini a Satana.

Comicamente grottesco e sopra le righe, pieno di battutacce e piccoli sketch che omaggiano tanti film e icone dell'infanzia di Smith come "Lo squalo" o il vecchio Batman televisivo con Adam West, girato palesemente per la stessa gioia del regista che invita senza mezzi termini (tramite le protagoniste) molto calorosamente chi non gradisce ad andare a prendersi una certa cosa in un determinato e specifico posto.

Coloratissimo e pieno di musica pop, tra le quali alcuni brani cantati direttamente dalle due ragazze; condensato in poco più di un'ora e venti minuti grazie a un montaggio serratissimo che trascina letteralmente lo spettatore fino all'ultimo minuto.

Un film leggero e spassosissimo, capace finalmente di tirare fuori il meglio dal regista che avevamo già apprezzato per ottimi film come "Clerks - Commessi" o il biblico/demenziale "Dogma", per non parlare dei suoi ultimi meno conosciuti e pubblicizzati come "Red State" o "Tusk", di cui sicuramente parleremo più approfonditamente in altri futuri articoli.


COLD SKIN (2017 - Xavier Gens)
Possiamo senz'altro dire che uno dei film che più ha scosso questo inizio di 2018 è stato il bellissimo THE SHAPE OF WATER di Guillermo del Toro, premiatissimo dalla critica ma che ha un pò diviso il pubblico tra chi lo ama e chi lo odia.

Un film che chi vi scrive ha applaudito a piene mani, già consigliatovi nel mese scorso è che veramente un inno d'amore al cinema, una poesia di personaggi semplici ma indimenticabili, messi in scena con la solita perizia tecnica e fantasia visiva vicina alla perfezione del grande regista messicano.

E quanto di più vicino al successone di Del Toro possiamo mettere se non questo "Cold skin", altro film a tema di creature acquatiche viste però questa volta in un'ottica più ampia e nel genere più tendente all'horror.

In questo caso un giovane soldato mandato su un isola deserta della Patagonia si ritrova misteriosamente circondato, al calare delle tenebre, da una moltitudine di creature umanoidi che emergono dall'oceano e attaccano il faro dove si nasconde il vecchio guardiano.

Vecchio guardiano che vive col nemico, una giovane donna/pesce con cui ha un rapporto di padrone e prigioniera, ma anche una relazione sessuale inter-specie che richiama palesemente ancora quella del film di Del Toro.

Il film si muove così su tre piani diversi, tra le atmosfere di desolata solitudine durante il giorno sull'isola deserta, la lotta per la sopravvivenza durante gli assedi notturni da parte dei mostri e infine il complicato rapporto tra i 3 protagonisti che vivono nel faro, costretti volenti o no a fare fronte comune per respingere il nemico sempre più opprimente notte dopo notte.

Bravi come già detto i due protagonisti "umani" e anche l'attrice Aura Garrido che interpreta la creatura semi-umana, prigioniera che attrae all'assalto col suo canto i suoi simili tutte le notti e che sarà poi il pomo della discordia che porterà ai dissidi e l'inevitabile frattura tra i due uomini.

Due uomini interpretati da David Oakes nel ruolo del pivellino e ingenuo di turno, mentre l'ottimo Ray Stevenson interpreta invece il vecchio guardiano, ormai impazzito dalla solitudine e la lotta quotidiana contro l'intera specie.

Un buon fantasy fantascientifico che scende nelle più oscure recondità dell'animo umano, di chi auto proclamatosi re del suo regno vive seguendo le sue proprie regole in guerra contro tutto e tutti, uomini o donne o mostri acquatici che siano.

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Articolo pubblicato il 01/04/2018