Cinema in sordina - Parte 3

Alcuni ottimi film di questi ultimi anni passati inosservati

Questa settimana per i nostri consigli sui film passati in sordina al cinema ci spostiamo esclusivamente sul versante action/avventuroso.

Non che siano mancati sul genere in proposito, potremmo consigliarvi ad esempio "John Wick 2" e "Atomica bionda", film di cui avevamo gia' parlato e che hanno come registi Chad Stahelski e David Leitch, ovvero i due che assieme avevano gia' diretto l'ottimo primo film di "John Wick".

Film nei quali finalmente riemerge un po' di amore nella cura per la messa in scena e le coreografie delle scene action, non a caso ad esempio curate dai due registi sopracitati con una attenzione superiore alla media data la loro profonda esperienza di stuntman, facendosi le ossa in tanti film da "Il corvo" ai vari "Matrix" prima ancora di provare a cimentarsi con la loro prima regia.

Ovviamente poi potremmo citare anche i maestri del genere come il sempreverde Walter Hill, 5 anni dopo il suo divertente "Jimmy Bobo" con Sylvester Stallone, di nuovo nei cinema nel 2017 con il suo fantastico (e snobbatissimo) "Nemesi", film di vendetta "transgender" con due protagoniste da urlo come Sigourney Weaver e Michelle Rodriguez.

Un film che vi avevamo gia' consigliato e che ancora una volta mette su schermo tutto il talento narrativo di Hill, la sua cura per la composizione fotografica di ogni scena e la maestria con cui riesce a girare scene d'azione con sapienti movimenti di macchina o ancora meglio con delle semplicissime inquadrature fisse, lasciando parlare i corpi di attori e stuntman invece che sistemare tutto con il montaggio frenetico ultra tagliato della maggior parte (non tutti per fortuna) dei film-maker di oggi.

Ma passiamo ora alle 3 chicche action che vi consigliamo e sono state ancora e ingiustamente ignorate dal grande cinema internazionale.


THE ACCOUNTANT (2016 - Gavin O'Connor)
Gia' regista nel 2011 di "Warrior", Gavin O'Connor torna nei cinema dopo il film di successo dove i fratelli interpretati dai bravissimi Tom Hardy e Joel Edgerton si trovavano faccia a faccia a combattere in un durissimo torneo di arti marziali miste, film che denotava una grande cura nei personaggi e il loro background personale e sociale, sopra a tutti ovviamente il padre dei due interpretato da un meraviglioso Nick Nolte.

In questo film invece il protagonista e' Ben Affleck, nel ruolo di un contabile che soffre della sindrome di Asperger, un disturbo simile all'autismo grazie al quale e' un fenomeno della matematica ma ha gravissimi problemi ad allacciare relazioni e amicizie nella sua sfera personale.

Figlio di un ufficiale militare il ragazzo e' cresciuto addestrandosi duramente a combattere assieme al fratello, addestramento che gli torna utile nella sua seconda vita segreta di giustiziere solitario che combatte le ingiustizie degli uomini e le societa' piu' potenti che si approfittano ingiustamente della povera gente.

Quando scopre infatti che la societa' per cui lavora, apparentemente dedita a ricerche filantropiche ma in realta' spietata multinazionale dagli affari loschi, l'uomo scende di nuovo in campo armi in mano per combattere la corruzione e i crimini che scopre tramite il suo lavoro di contabile.

Ottima l'interpretazione di Affleck, attore di altalenante qualita' tra ottimi film come "Dogma" e "Will Hunting" e filmacci come "Amore estremo" e le ultime incarnazioni di Batman in "Batman vs Superman" e "Justice League"; in questo caso pero' molto bravo nel ruolo del solitario e "diversamente diverso" giustiziere privato, nonche' poi anche convincente nelle scene d'azione dirette come al solito con buon mestiere da parte di O'Connor.

Molto bravo anche Jon Bernthal nel ruolo del suo rivale/mercenario al soldo dei cattivi, attore famoso per la serie "The punisher" a produzione Netflix e che ha gia' interpretato abilmente diversi ruoli da caratterista in film come "The Wolf of Wall Street" di Scorsese o "Sicario" di Denis Villeneuve.

Un film che soffre un po' forse di una certa "invulnerabilita' supereroistica" del protagonista, come molti altri film action d'altronde, ma che ha dalla sua una ottima preparazione del ambiente e la psicologia introversa dei suoi personaggi, difficilmente marchiabili come macchiette alla Rambo che salvano il mondo mitra alla mano, ma anzi le cui motivazioni vere restano alla fine quasi imperscrutabili fino alla conclusione della storia.


CELL BLOCK 99: NESSUNO PUÒ FERMARMI (2017 - S. Craig Zahler)
Protagonista di questo ottimo film e' Vince Vaughn, attore diviso tra le commediole innocue come "DodgeBall" o "L'isola delle coppie" e film d'autore molto piu' impegnativi come il remake di "Psycho" di Gus Van Sant oppure "Into the Wild" di Sean Penn.

In questo caso lo troviamo nel ruolo di un uomo con moglie a carico e figlio in arrivo, appena licenziato e che accetta di fare alcune consegne e lavori sporchi per uno spacciatore per tornare a tirare su un po' di soldi.

Ma ovviamente arriva il maledetto giorno in cui un affare di droga va per il verso sbagliato e l'uomo si ritrova sbattuto in carcere a scontare una lunga pena proprio alla vigilia della nascita del suo bambino.

L'uomo accetta tuttosommato pacificamente il suo destino e la moglie sembra disposta ad aspettarlo, se nonche' viene improvvisamente rapita da un gruppo di spacciatori rivali che minacciano l'uomo ricattandolo per uccidere un altro detenuto in prigione in cambio della vita di sua moglie.

Molto piacevole il ritmo della storia che da lento e tranquillo nel suo inizio diventa a mano a mano sempre piu' furioso e schizzato con la discesa negli inferi del protagonista, costretto a comportarsi da violento psicopatico per farsi trasferire nello stesso carcere di massima sicurezza dove e' rinchiuso il suo uomo da uccidere.

Un personaggio che ha nello sguardo fisso di Vaughn e la sua presenza di scena massiccia e cattiva tutta la sua essenza, un personaggio ambiguo e con cui e' difficile immedisimarsi nonostante le sue traversie con gli altri detenuti e i secondini; mancata identificazione che porta pero' a gustarsi appieno una storia che assieme alla sua escalation nel ritmo ha anche una esponenziale e via via sempre piu' sanguinaria violenza fisica espressa dal protagonista.

Molto brava e bella anche la moglie interpretata da Jennifer Carpenter, conosciuta ai piu' come la sboccatissima sorellaccia di "Dexter" nella omonima serie tv; qui invece come donna un po' dimessa e succube del marito prepotente e criminale, nonostante cio' innamorata del marito e disposta nel finale a sporcarsi le mani fucile alla mano per risolvere la situazione.

Un film diretto in maniera fantastica da S. Craig Zahler, gia' autore nel 2016 del cattivissimo "Bone Tomahawk", western/horror che vi avevamo gia' consigliato con un grandissimo Kurt Russell come protagonista, altro film che potete tranquillamente aggiungere alla lista degli "ingiustamente sottovalutati" e che vi consigliamo di reperire quanto prima possibile
.

BRAVEN (2018 - Lin Oeding)
Altro stunman passato alla regia dopo una lunga esperienza in film di successo come "Il cavaliere oscuro - Il ritorno", "Into Darkness", "Logan" oppure il "Jimmy Bobo" di cui parlavamo sopra; Lin Oeding esordisce con questo thriller/action tutto di produzione e ambientazione canadese.

Protagonista della storia e' Jason Momoa, attore/modello di origini Hawaiane noto ai cinefumettari come "Acquaman" nell'ultimo film/bottone sui super-eroi di Zack Snyder, oltre che protagonista di serie tv di successo come "Stargate Atlantis" e "Il trono di spade".

Un attore tutto fisico e bella faccia che in questo caso vediamo nel ruolo di un falegname con problemi familiari, un padre malato di Alzheimer che gli combina guai a non finire e non puo' piu' permettersi di accudire in casa.

Per decidere il da farsi sulla famiglia l'uomo decide di passare col genitore un tranquillo week-end nella sua baita nei boschi, memore dei ricordi speciali che il posto evoca nell'uomo per cercare di tranquillizzarlo.

Ma ovviamente la tranquillita' non durera' poi molto, visto che un gruppo di spacciatori armati fino ai denti e' di passaggio per recuperare la droga nascosta proprio nella loro baita da un loro autista che ha avuto un incidente.

Tra padre e figlio e il gruppo di malviventi iniziera' quindi una guerra all'ultimo sangue dove finiranno coinvolte anche la moglie e la bambina dell'uomo, sempre piu' accerchiato ma che risponde colpo su colpo alla violenza della gang.

Ottimo l'incipit che precede all'azione con una buona e abbastanza complessa descrizione dei personaggi; dal protagonista combattuto per la sorte del padre e lo stesso interpretato ottimamente dall'attore Stephen Lang, che molti ricorderanno forse come il cattivissimo colonnello di "Avatar" o anche il cieco psicotico dell'ottimo horror "Man in the Dark", anche questo da noi consigliatovi nel corso dei mesi scorsi.

Da sottolineare anche l'ottima prova di Garret Dillahunt nel ruolo del capo dei cattivi, attore di solito relegato ai ruoli comici come nella spassosa serie tv "Raising Hope"; qui invece duro e crudo spacciatore di poche parole e dal grilletto facile; uomo con cui il protagonista capisce fin da subito l'impossibilita' di ragionare o trovare un accordo e che da guerra senza tregua ai protagonisti fino all'ultimo minuto.

Insomma un altro ottimo film action a mano di un altro regista/stuntman che promette davvero bene, di cui aspettiamo tra l'altro il prossimo "Office Uprising"; un altro action comico a tema zombie che sembra avere gia' le carte in regola per essere un altro ottimo film.

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Articolo pubblicato il 15/04/2018