Asti - Una retrospettiva dell’artista più creativo del Novecento: Alighiero Boetti

La sua arte prefigurava già la globalizzazione quando questo termine era ancora sconosciuto

Uno dei più prestigiosi palazzi signorili settecenteschi del Piemonte ospita fino al 15 luglio una personale di Alighiero Boetti (torinese di nascita):”PERFILOPERSEGNO”. La mostra interamente prodotta dalla Fondazione Palazzo Mazzetti e la Fondazione Cassa Risparmio di Asti, nasce da un’idea di Maria Federica Chiola ed è curata  dalla storica dell’arte Laura Cherubini in collaborazione con Maria Federica Chiola che ne cura anche l’allestimento. La rassegna è accompagnata da un catalogo edito dalla SAGEP di Genova, in bilingue italiano-inglese ( pp.205 ill. ni colori € 35.00).

  Il percorso espositivo si compone di sessantacinque opere che comprendono arazzi, mappe, arazzetti, ricami e cartoncini a biro, che si integrano alla perfezione nella splendida cornice offerta dal Palazzo Mazzetti (restaurato nel 2005) con i suoi tesori e arredi. Scrive: Laura Cherubini:”La mostra si snoda, per campionature, su un doppio binario. La strada maestra del ricamo  e quella altrettanto importante, parallela e quasi speculare della biro”.

Il tema dell’esposizione trae origine da una profonda riflessione di Alighiero Boetti ripresa da Jean C. Amman nel saggio”Dare tempo al tempo”: Quel che la biro rappresenta per un occidentale, per un Afgano è il ricamo che come una memoria sovra individuale reca in sé parti della biografia collettiva”.

Proprio l’Afghanistan viene considerata una seconda patria da Boetti , in un intervista rilasciata a KazuoAkao Art Agency nel 1980 diceva:”Dieci anni fa in Afghanistan, scoprii che il ricamo era un mezzo espressivo molto efficace ed incisivo. Usando i fili da ricamo come colori o pastelli ho impiegato una tecnica per esprimere un idea pittorica”.

Osservando i lavori di Boetti si possono identificare serie completamente uniche, differenti le une dalle altre, quasi fossero concepite da più personalità creative. La sua produzione attraversa diverse discipline e di discostarsi dalla pittura più tradizionale ricercando in altri mezzi espressivi qualità pittoriche. Lo stesso artista racconterà in un'altra intervista raccolta da Giacinto di Pietrantonio per Flash Art nell’aprile maggio 1992:” C’è la consapevolezza che si può usare tutto per fare arte senza nessuna gerarchia. Difatti, i lavori con la biro sono opere bellissime che nascono dall’inchiostro di una penna cheap, popolare, in cui ho trovato una qualità pittoresca”.

Scrive nel saggio Maria Federica Chiola:”Una mostra dedicata ad un unico artista piemontese tra i più creativi dell’ultimo Novecento, d’importanza internazionale ed a cui molti giovani si ispirano:lui ha segnato la propria epoca con opere di indubbia attualità e, oggi, potrebbe essere un ambasciatore di pace in un mondo ricco di tormenti.

Boetti un innovatore che si stacca dalla pittura tradizionale con le sue tecniche particolari ricami penne biro, ritagli, rapporti aritmetici e alfabetici, cartoline postali ed altro ancora, capovolge il ruolo tradizionale dell’artista che si sente sempre nel presente, attento  alla cronaca, al concetto del tempo ed ai mutamenti tutti”. L’artista più creativo del Novecento oggi in un mondo di tormenti potrebbe essere un ambasciatore di pace.

Didascalia foto: Foto apertura:”Mappa 1989 ricamo su tessuto cm 127,8X 231,7 Mart Museo di arte moderna contemporanea di Trento e Rovereto deposito collezione privata

Foto 2 “Aerei 1078” penna biro blu su carta intelata  cm. 141x 300, tre elementi  140x100 cad. Milano collezione privata.

Foto 3 “ I fregi e gli sfregi” 1992 ca. ricamo su tessuto, cm 22,8x21,4 Milano, collezione privata.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 14/04/2018