Torino - Sulle sacre ed inviolabili frontiere
Foto di repertorio (Il Secolo XIX)

Ma anche Italia nazione aperta

Chiunque lo voglia oggi può venire in Italia. Può arrivare dall’est, dall’Austria o dalla Slovenia. Può arrivare anche dalla Germania, nel gruppo di quegli immigrati che la Merkel aveva benignamente accolto, ma che ora, scaduto l’anno di permesso, ha deciso di spedire nel nostro paese.

 

Chiunque può arrivare da noi, con o senza documenti. L’immigrato respinto da un paese vicino, perché non in regola, può sempre contare in Italia su di un prefetto che accorre al suo fianco per consegnargli un regolare permesso di residenza e di circolazione. Anche se non ha la minima idea di chi si tratta e da dove viene.

 

Ed è sempre il benvenuto.

 

Ci sono navi che arrivano da tutte le parti del mondo e che possono attraccare, fuori di ogni regola, allegando motivazioni umanitarie, in ogni nostro porto, e scaricare nel luogo che le ha accolte centinaia di persone straniere di ogni nazionalità.

 

In primo luogo, tra queste imbarcazioni sono presenti quelle delle ONG, dette anche taxi del mare, che a pagamento possono portare in Italia, e solo in Italia, evitando con cura le altre nazioni che si affacciano sul mediterraneo, tutti coloro che lo richiedano.

 

Può accadere che (come è successo solo ieri) una imbarcazione ONG, senza acqua né viveri, peschi in mare cinquecento immigrati e subito dopo li affidi ad una nave spagnola, che si guarda bene dal portarli in Spagna, come imporrebbe la legge del mare, ma li scarichi tutti in Sicilia.

 

Dove devono essere accolti in base ad un trattato stipulato dal governo Renzi con l’Ue dove, in cambio di una globale accoglienza per tutti i profughi, gli euroburocrati hanno concesso agevolazioni delle regole finanziarie tali  da poter essere tradotte in mance e mancette a carattere elettorale.

 

Al di fuori di ogni regola infine, oggi veloci motoscafi fanno la spola tra la Tunisia e la Sicilia e trasbordano pericolosi sconosciuti tra i quali spacciatori di droghe e di tabacco ed anche terroristi di ogni tipo.

 

Le frontiere dell’Italia sono spalancate per tutti, ma finora solo due dei tanti magistrati che operano nel nostro paese se ne sono preoccupati. Tutti gli altri si comportano come le tre scimmie, che non parlano non vedono e non sentono.

 

Ma un giorno, ecco che l’incanto accogliente si rompe. Le frontiere colabrodo del nostro paese diventano di colpo sacre ed inviolabili.

 

Succede quando uno spacciatore di droghe, come al solito senza documenti, viene scoperto in terra francese e, poiché sa benissimo che tra noi troverà accoglienza, protezione e comprensione, sfugge ai gendarmi francesi che lo vogliono arrestare ed identificare e scappa in Italia.  Quattro gendarmi francesi lo inseguono ed arrivano per pochi metri in territorio italiano, a Bardonecchia.

 

Nulla da dire per lo spacciatore, che protetto dai “no border” ha violato la nostra frontiera.

 

Ma l’Italia s’è desta di colpo e grida come le oche del Campidoglio contro i quattro gendarmi francesi che si sarebbero introdotti senza chiedere permessi nel nostro paese. Loro, solo loro, non potevano farlo.

 

Si allertano tutti: alti procuratori, politicanti di sinistra, magistrati dormienti, preti e vescovi da strada, associazioni no border. 

 

Si richiede con insistenza e con toni di altri tempi l’intervento del nostro governo e si incita il povero Gentiloni ed addirittura l’ex Alfanprodige, a mostrare i denti e ad impiegare il pugno duro contro il povero Macron, che, tutelato dalla sua Brigitte, non si accorge di  nulla.

 

Le sacre frontiere dell’Italia devono essere difese ad ogni costo. Ma solo in questo caso.

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 18/04/2018