L' inarrestabile ascesa delle società Big Techs

La quantità di informazioni sulla clientela di queste società è un elemento vincente anche nella finanza

 

Il vicedirettore della Banca d' Italia, Fabio Panetta, ha espresso recentemente le sue preoccupazioni circa le cosiddette "Big Techs", come Amazon, Google, Apple, Facebook e Alibaba, che rappresentano una ''grande minaccia per le banche per i loro vantaggi competitivi''. Esse infatti usano piattaforme, come Amazon, che hanno informazioni in tempo reale su prodotti, vendite e soddisfazioni del cliente, ma anche dati personali, che consentono di valutare il loro rischio di credito, e a questo aggiungono anche una grande liquidità accumulata con attività, vicina in alcuni casi a un trilione.

Così il vice direttore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta, in un intervento su Fintech e banche ad Harvard nel quale ha spiegato che, sul fronte dei Cyber Risk, anche Bankitalia si è dotata di una struttura.

"La tecnologia - dice - sta buttando giù barriere per entrare nel credito e nel mercato dei servizi finanziari e i player meno efficienti potrebbero non essere in grado di sopravvivere all'aumento della competizione. Mi aspetto che le strutture del mercato finanziario e bancario in 10 anni saranno davvero diverse da quelle attuale e gli operatori non bancari probabilmente giocheranno un ruolo molto più grande".

Panetta ha evidenziato come "le innovazione tecnologhe siano uno strumento eccezionale per avanzare nel progresso" perchè "l'adozione di tecnologie digitali e il maggior uso dell'enorme volute di dati potrebbero consentire a banche e intermediari di ridurre coste e migliorare la qualità dei loro servizi, con ampi vantaggi anche per consumatori, società e intere economia".

Nell'intervento il vice direttore generale di Bankitalia non ha comunque nascosto che i "cyber risk possono causare enormi danni" portando esempi e anche la valutazione che, secondo Lloyd's, una distruzione massiva dei servizi di "cloud computing" potrebbe causare costi per l'economia attorno ai 50 miliardi. In questo contesto uno snodo è rappresentato dalla regolamentazione e anche dal ruolo delle authority.

Anche la Banca d'Italia, ha attivato al proprio interno una task force di alto livello sulla cybersicurity, per realizzare una visione strategica e un allineamento alle policy interne e istituzionali. In questo contesto un piano strategico triennale - ha rivelato - affronta due specifiche linee di azione: una è focalizzata nel proteggere gli assetti critici della Banca riorganizzando le funzioni di sicurezza con una direzione generale sull'It; l'altra centrata sul miglioramento di una sorta di ''cyber-resilienza'' del settore finanziario italiano.



 

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Articolo pubblicato il 15/05/2018