Torino. Orfée en Guerre! Chiesa di Santa Pelagia

Decimo concerto della dodicesima edizione di Regie Sinfonie, la stagione di musica antica e barocca organizzata dai Musici di Santa Pelagia.

Il concerto si terrà venerdì 18 maggio 2018 alle ore 21 nella Chiesa di Santa Pelagia, Via San Massimo 21 Torino, e vedrà protagonisti i Giovani dell’Academia Montis Regalis con la direzione di Olivia Centurioni.

Questo concerto segna l’inizio di una ambiziosa iniziativa di Regie Sinfonie, che nella prossima edizione ospiterà la prestigiosa formazione di strumenti originali monregalese per ben quattro volte, nell’ambito di Intrecci Barocchi, il progetto sostenuto con una convenzione triennale dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, che sta portando a una coesione sempre più stretta tra quattro delle più importanti formazioni piemontesi che si dedicano al repertorio preromantico, I Musici di Santa Pelagia, l’Academia Montis Regalis, il Coro Ruggero Maghini e l’Accademia Corale Stefano Tempia.

Si tratta di un’iniziativa di grande importanza, che segnerà lo stabile e per molti anni sospirato ritorno a Torino dell’Academia Montis Regalis, per la grande gioia degli appassionati dei tesori barocchi della nostra città.

Il programma della serata ruota intorno alle due querelle che videro contrapposti gli stili italiano e francese, che alla fine videro il trionfo dell’opera buffa italiana di Pergolesi e Piccinni sugli ormai obsoleti stilemi della tragédie-lyrique transalpina.


Il prezzo del biglietto è di 10 euro (ridotti 6 euro).


Programma del Concerto

orphée en guerre!

Musica italiana alla corte dei Re di Francia


Louis XIV Le Roi Soleil

Parallèle des Italiens et des François

François Raguenet e Monsieur Le Cerf de Viéville


Francesco Cavalli (1602-1676)

Canzona a 8 (Musiche Sacre, 1656)


Jean-Baptiste Lully (1632-1687)

Suite orchestrale da Aci et Galatée (1686)


Arcangelo Corelli (1653-1713)

Concerto Grosso in re maggiore op. 6 n. 1 (1714)

Largo, Allegro – Largo, Allegro – Largo – Allegro – Allegro


Jean-Féry Rebel (1666-1747)

Fantasia (1729)


Louis XV

La Querelle des Bouffons

Jean-Jacques Rousseau e Louis-Bertrand Castel


Michele Mascitti (1664-1760)

Concerto Grosso op. 7 (1727)


Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736)

Ouverture da Adriano in Siria (1734)


Jean-Philippe Rameau (1683-1764)

Suite orchestrale da Les Indes Galantes (1735)


Leonardo Leo (1694-1744)

Sinfonia da L’Olimpiade (1737)


Jean-Philippe Rameau

Ouverture da Zaïs (1748)


Giovanni Battista Pergolesi

Ouverture da L’Olimpiade (1734)


I Giovani dell’Academia Montis Regalis

Olivia Centurioni, violino e direzione


Nota di Sala

Da più di due millenni l’Italia e la Francia sono divise da una profonda rivalità, che dai campi di battaglia si è progressivamente trasferita in altri ambiti, dalla moda alla cucina e dall’arte allo sport, al punto che si fa fatica a trovare un argomento – anche il più ovvio – in cui i due paesi possano dire di avere la stessa opinione.

Questo stato di cose può essere spiegato con la fortissima personalità di entrambe le nazioni, che nel corso dei secoli hanno sempre cercato – spesso con successo – di imporre il proprio gusto agli stati confinanti, rimanendo quasi sempre impermeabili alle influenze provenienti dall’estero.

Date queste premesse, nessuno può stupirsi del fatto che queste divergenze siano spesso sfociate in clamorose polemiche, non di rado degenerate anche in episodi di violenza, per stabilire a quale dei due paesi spettasse la palma della vittoria.

Nel XVIII secolo tra l’Italia e la Francia scoppiarono due vivaci polemiche, che – dalle discussioni di dotti letterati – si estesero rapidamente a un pubblico più eterogeneo e agguerrito, creando fazioni in aperta lotta tra loro.

La prima venne scatenata da François Raguenet, un coltissimo abate amante delle arti che – dopo un soggiorno di due anni a Roma al seguito del cardinale de Bouillon – nel 1702 scrisse il Parallèle des Italiens et des Français en ce qui regarde la musique et les opéras, un saggio in cui esaltava la leggerezza e la melodiosità della musica italiana, rispetto alla deprimente insulsaggine dei lavori di Jean-Baptiste Lully e André Campra.

Il tema era già scottante di per sé e Raguenet non aveva usato mezze misure, per cui era inevitabile una forte reazione da parte degli estimatori dello stile francese.

Il capofila di questa vibrata protesta fu Jean-Laurent Le Cerf de la Viéville, giovane e baldanzoso signore di Fresneuse, che confutò radicalmente il Parallèle del rivale con il non meno esplicito Comparaison de la musique italienne et de la musique française, nel quale aggiunse una biografia di Lully – autore tanto caro ai francesi per il fatto di avere lasciato l’Italia per il paese transalpino – e un saggio sul buon gusto di musica.

Questa polemica durò diversi anni, con la pubblicazione da una parte e dall’altra di diversi pamphlet al vetriolo e una serie di iniziative che resero quanto mai vivace il panorama musicale parigino.

Alla fine, questa “guerra musicale” si placò – probabilmente per esaurimento di argomenti – senza stabilire la vittoria inconfutabile di una parte sull’altra, con i “patrioti” che continuarono a godersi le interminabili tragédie-lyrique francesi e gli esterofili tutti presi a celebrare il culto della Scuola Napoletana.

Si trattava però di una guerra fredda, con la brace che covava sotto la cenere, in attesa che un nuovo pretesto venisse di nuovo a scatenare le bagarre.

Il casus belli vi verificò nella afosa serata del 1° agosto del 1752, quando una compagnia itinerante di cantanti italiani – definiti altezzosamente dai parigini con lo sprezzante termine di “bouffes” – mise in scena all’Académie Royale de Musique di Parigi La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi.

In realtà, non si trattava di un evento particolarmente “sensibile”, visto che l’intermezzo del compositore di Jesi era già stato allestito nella capitale parigina qualche anno prima senza destare alcuno scalpore, ma quella fatidica sera doveva essere rappresentata anche Acis et Galatée, una delle opere più amate ed eseguite di Lully, che era stata presentata per la prima volta oltre mezzo secolo prima, un fatto del tutto inconsueto per l’epoca.

Di fronte a questa situazione, tutti si resero conto che si era finalmente arrivati alla resa dei conti, al duello finale che avrebbe visto prevalere uno solo dei contendenti.

Rispetto ai tempi di Raguenet, molti francesi avevano però cominciato a cambiare i propri gusti, anteponendo la vivace melodiosità e il gradevole realismo delle opere italiane di Pergolesi e Piccinni alle troppo elaborate e artificiose – per quanto pregevoli sotto l’aspetto puramente musicale – creazioni di Rameau.

A favore dello stile italiano scesero in campo parecchi artisti di fama, tra cui gli Enciclopedisti, mentre i tradizionalisti più irriducibili si schierarono a strenua difesa del patrimonio nazionale.

Queste fazioni si misero in luce – spesso rumorosamente – anche in teatro, con il coin du roi filofrancese concentrato sotto il palco del monarca (che, al di là dei suoi gusti, non poteva tradire apertamente i compositori suoi sudditi) e il coin de la reine a sostenere les italiens.

Anche in questo caso la polemica divampò feroce e non si risparmiarono le contumelie più volgari. Alcuni mesi dopo la rappresentazione incriminata, fece sentire la sua autorevole voce Jean-Jacques Rousseau, che nel giro di un paio di mesi fece pubblicare la Lettre d’un Symphoniste de l’Académie Royale de Musique à ses Camarades de l’Orchestre e la Lettre sur la Musique Française, che fecero pendere decisamente la bilancia dalla parte dell’Italia, giungendo addirittura al punto di criticare apertamente un monumento nazionale come l’ormai settantenne Rameau, che preferì non entrare in una diatriba troppo violenta per il suo carattere.

Era il pugno del knock out: Piccinni e i compositori italiani avevano vinto, mentre i francesi – dopo avere ingoiato il rospo – iniziarono a guardare al futuro. In fondo, non era morto nessuno e dopo essere caduti ci si rialza e si riparte.


ACADEMIA MONTIS REGALIS

La Fondazione Academia Montis Regalis è un’'istituzione piemontese impegnata da vent’anni nella diffusione della musica antica, nel 1994 ha dato vita a un’orchestra barocca e classica con l’intento di promuovere il repertorio sei-settecentesco secondo criteri storici e con l’utilizzo di strumenti originali.

È nata così l’Academia Montis Regalis, che fin dall’inizio della propria attività è stata diretta dai più importanti specialisti internazionali nel campo della musica antica tra cui Ton Koopman, Jordi Savall, Christopher Hogwood, Reinhard Goebel, Monica Huggett, Luigi Mangiocavallo, Enrico Gatti, Alessandro De Marchi e molti altri.

Negli anni successivi l’Orchestra ha iniziato un importante sodalizio discografico con la casa francese OPUS 111 ed è stata invitata dall’Unione Musicale di Torino a collaborare alla realizzazione della rassegna concertistica l’Altro Suono, dedicata interamente alla musica antica.

Queste collaborazioni hanno dato prestigio e visibilità all’Orchestra, divenuta una realtà professionale tra le più apprezzate a livello nazionale e internazionale, con presenze regolari presso alcune istituzioni concertistiche e festival di grande importanza.

Molti sono inoltre i riconoscimenti ottenuti in campo internazionale per quanto concerne l'attività discografica: Diapason d’Or, Choc Musique, Gramophone Choice.

Da alcuni anni l’Academia Montis Regalis ha affidato il ruolo di direttore stabile ad Alessandro De Marchi, affermato direttore d’orchestra italiano con il quale l’orchestra ha partecipato a un importante progetto discografico, la Vivaldi Edition, che ha come scopo l’incisione di tutti i manoscritti vivaldiani conservati presso la Biblioteca Nazionale di Torino.

Il primo CD della collezione, la Juditha Triumphans, realizzato dall'Academia Montis Regalis ha riscosso un successo straordinario in tutto il mondo. A questa prima incisione se ne sono aggiunte altre quattro fra cui l’opera teatrale Orlando finto pazzo e una serie di concerti per violino e archi realizzati con Enrico Onofri.

In seguito l’orchestra ha registrato per l’etichetta inglese Hyperion il Trionfo del Tempo e del Disinganno di Händel, San Giovanni Battista di Alessandro Stradella e il Davidis pugna et victoria di Alessandro Scarlatti.

Dal 2010 l’Academia Montis Regalis è il gruppo residente presso il prestigioso Festival Innsbrucker Festwochen dove ogni anno mette in scena un'opera barocca e realizza progetti cameristici.

Le quattro opere eseguite fino a ora, l’Olimpiade di Pergolesi, il Flavius Bertaridus di Telemann, la Stellidaura Vendicante di Provenzale e La Clemenza di Tito di Mozart, sono state accolte trionfalmente dalla critica internazionale e sono state registrate dal vivo da Sony Classic.

Nel corso del 2013 l’Academia Montis Regalis ha inciso due CD con i controtenori David Hansen e Franco Fagioli, rispettivamente con le case discografiche Sony Classic e Naïve. È stata ospite del Festival di Potsdam Sans-Souci e nel mese di ottobre eseguirà un'opera di Provenzale presso il Theater an der Wien di Vienna.

Nel 2005 l'Academia Montis Regalis ha conseguito il Premio Abbiati per l'attività artistica svolta nel settore della musica antica.


OLIVIA CENTURIONI

Olivia Centurioni ha iniziato lo studio dal violino sotto la guida dei suoi genitori, Margaret Martin e Paolo Centurioni.

Nel 1984 è stata ammessa al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, nella classe di violino del Maestro Alfredo Fiorentini, che l’ha seguita fino al diploma. Nel 1992 è stata ammessa nella KonzertKlasse di Adelina Oprean presso la MusikAkademie der State Basel (Basilea), dove è rimasta due anni.

Nel 1994, spinta dal suo interesse per la musica antica, ha deciso di tentare l’entrata alla Schola Cantorum Basiliensis, dove è stata ammessa nella classe di Chiara Banchini.

Da quel momento, ha iniziato il percorso nel mondo della musica antica che l’ha portata a collaborare con gruppi come l’Ensemble 415 (Chiara Banchini), il Concerto Vocale (René Jacobs), Le Concert de Nations (Jordi Savall) e il Concerto Italiano (Rinaldo Alessandrini) e – in qualità di primo violino – con Al Ayre Espanol (López Banzo), Ensemble Elyma (Gabriel Garrido), Complesso Barocco (Alan Curtis), La Risonanza (Fabio Bonizzoni), Orchestra de la Comunidad de Madrid.

Ha registrato per numerose case discografiche tra cui la Deutsche Harmonia Mundi, la Harmonia Mundi France, la RCA, la Zig Zag Territoires, la Stradivarius, la Supraphon e la Ars Musici.

Ha sempre svolto un intensa attività pedagogica: dal 2000 al 2002 è stata docente di violino barocco nella Civica Scuola di Musica di Milano, è stata chiamata come tutor dell’orchestra e professore di musica da camera nelle Académie Baroque Européenne d’Ambronay del 2000 e del 2006, é stata docente per diversi anni dei corsi sul repertorio del primo Seicento italiano tenuti con Gabriel Garrido presso il Centre Culturel de Rencontre d’Ambronay. Attualmente insegna al Conservatorio di Bordeaux.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 16/05/2018