Torino. I cinquant’anni del Pannunzio

Significativo traguardo dell’ormai storica Istituzione

Sono trascorsi quasi d’un soffio gli ultimi cinquant’anni che, almeno nella nostra realtà torinese, coincidono con la nascita e lo sviluppo del Centro Pannunzio.

La riflessione immediata ci riporta all’Italia di allora, con il miracolo economico che ci aveva quasi fatto dimenticare la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, le fazioni dolorose e gli odi che dopo di essa si erano ancora succeduti.

Ogni giorno si respirava una ventata di maggior benessere, aumentavano i consumi e miglioravano in generale le condizioni di vita, con migliaia di persone che stavano migrando nei grandi centri urbani dalle province agricole del Piemonte e dall’immenso Sud.

Gli Stabilimenti Fiat crescevano e ne nascevano di nuovi: Rivalta, Viale Puglia, oltre alle molteplici e variegate aziende dell’indotto.

Non si parlava di crisi e tantomeno di licenziamenti, bensì di assunzioni. I giovani che s’iscrivevano al quarto anno degli Istituti Tecnici, in vista del diploma, venivano preventivamente contattati dalle aziende.

Nondimeno, il vento del Maggio francese stava purtroppo invadendo anche l’Italia e le conseguenze si sono viste negli anni successivi. La solida organizzazione operaia gramsciana veniva travolta da nuove turbinose istanze che colsero impreparati in primis i sindacati. Da parte degli studenti universitari dell’UGI, si sosteneva la preminenza della democrazia diretta e stava entrando in crisi il modello di democrazia rappresentativa, tanto nella politica quanto nel mondo del lavoro.

Una classe politica impreparata subì colpi irrimediabili. Con l’affacciarsi della sanguinosa stagione del terrorismo e della lotta armata.

Quale ruolo ebbe, seppur tra mille difficoltà, il Centro Pannunzio?

Immenso… Negli anni rimase infatti una delle poche voci libere della città, senza mai piegarsi alle mode, ai trasformismi, alla negazione dei valori e del primato della Cultura. Il Pannunzio ha cercato in questi 50 anni di tramandare e rivivere la grande eredità morale, intellettuale e politica dell’esperienza de “Il Mondo”.

Qualche utopista per fortuna era rimasto. Pier Franco Quaglieni, mitico creatore e Direttore Generale del Centro, da sempre sulla breccia, ricorda come “eravamo in pochi, ma Ignazio Silone vide profeticamente che il Centro Pannunzio era destinato a crescere”. Anche Gian Renzo Morteo fu profetico: “voler essere utili alla Città significa cercarsi una vita difficile”.

Sotto l’iniziale guida di Arrigo Olivetti, i Presidenti che si sono succeduti, da Mario Soldati a Gian Vittorio Gabri, ad Alda Croce sino a Camillo Olivetti, hanno infatti sempre testimoniato un esempio di coerenza e di rettitudine per coloro che caparbiamente intendevano pensare con il proprio cervello.

Tuttavia i tempi non stanno volgendo al meglio. La situazione politica è in fermento. Si stanno riaffacciando con prepotenza tendenze e rischi che la Storia non ha purtroppo debellato. L’ignoranza, anche in seguito al dilagare dei principi del ’68, sta emergendo a ogni livello in modo sfrontato e offensivo.

Ma il ruolo di testimone scomodo e di coscienza critica del Pannunzio non verrà certamente meno…

Pertanto, nel celebrare questa ricorrenza siamo ansiosi di poter conoscere e discutere i propositi per il futuro, ben sapendo che – come osservato da Pier Franco Quaglieni – rispetto al trascorso “non tocca a noi dire se siamo stati e siamo utili: i nostri cinquant’anni parlano per noi”.

Martedì 22 Maggio, alle ore 17:00, presso l’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, Piazza Carlo Alberto 5A, i Professori Dino Cofrancesco (Università di Genova), Gerardo Nicolosi (Università di Siena) e Mirella Serri (Università di Roma) parteciperanno a una tavola rotonda dal titolo Mario Pannunzio, il significato delle sue scelte liberali, la sua eredità culturale e civile.

L’incontro, moderato da Anna Ricotti, si concluderà con un saluto del Prof. Pier Franco Quaglieni, il quale illustrerà il significato della mostra intitolata Dal “Mondo” di Pannunzio al Centro “Pannunzio”, inaugurata dal Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti e dal Presidente del Centro Alan Friedman, insieme ai Sindaci presenti.

La mostra, con la curatela degli Architetti Maria Grazia Imarisio e Diego Surace, ripercorre con immagini, documenti e testimonianze il lungo cammino e la storia del Centro Pannunzio, nonché quella del giornalista a cui esso è intitolato. Molti di noi vi si potranno dunque riconoscere e, soprattutto, ritrovare. Per l’occasione, sarà inoltre presentata la piastrella del Cinquantenario, opera dell’artista ligure Anais Tiozzo.

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Articolo pubblicato il 17/05/2018