I Tabacchetti di Fiandra al Sacro Monte di Crea – Programma

Visita guidata e presentazione del volume – Sabato 26 maggio 2018

Civico20News ospita il Comunicato Stampa dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti del Piemonte/Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis al fine di contribuire alla diffusione dell’ informazione.

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Comunicato Stampa

I Tabachetti di Fiandra al Sacro Monte di Crea

L’Ente di Gestione dei Sacri Monti del Piemonte e il Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, organizzano Sabato 26 maggio 2018, al Sacro Monte di Crea, un pomeriggio dedicato agli scultori Giovanni e Nicola Tabachetti, in occasione della presentazione del volume di Graziella Riviera, La strada del Fiammingo. Dal Brabante al Monferrato: i Tabachetti di Fiandra (Torino, Centro Studi Piemontesi, 2017, pagg. VI-358, ill. a colori. ISBN 978-88-8262-267-1).

Programma: ore 15,30 (ritrovo davanti al Santuario di Crea). Visita guidata ad alcune Cappelle, opera dei fratelli Tabachetti, accompagnati da Elena De Filippis, storica dell’arte, Direttore Ente di Gestione dei Sacri Monti del Piemonte.

Ore 17 Auditorium San Giuseppe, presentazione del libro. Dopo i Saluti di Mons. Francesco Mancinelli, Rettore Santuario Madonna di Crea e Vice Presidente Ente Gestione Sacri Monti del Piemonte, introduzione di Renata Lodari, Presidente Ente Gestione Sacri Monti del Piemonte, che illustrerà progetti e iniziative per la valorizzazione del Sacro Monte di Crea, patrimonio dell’UNESCO. Con l’Autrice Graziella Riviera, intervengono Giuseppe Pichetto, Presidente Centro Studi Piemontesi, editore del volume, e Dionigi Roggero, Capo Delegazione FAI Casale Monferrato, che chiuderà il suo intervento con la proposta di una raccolta firme per il prossimo inserimento di Crea tra i “Luoghi del Cuore” FAI.

Programma dettagliato e Scheda volume allegati

 

Info. Tel: 011 537486 info@studipiemontesi.it www.studipiemontesi.it

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Graziella Riviera

La strada del Fiammingo

Dal Brabante al Monferrato:

i Tabachetti di Fiandra

Torino, Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, 2017, pagg. VI-358, ill. a colori

ISBN 978-88-8262-267-1

 

Dinant-sur-Meuse, 8 luglio 1587. Orfano e privo di mezzi, ricco solo di talento e di tenacia, Jean de Wespin detto Tabaguet lascia a vent’anni il natìo Brabante per imboccare la strada che porta a sud, verso le Alpi e l’Italia. È l’inizio di una lunga avventura che dalle rive della Mosa lo condurrà al Po, al Monferrato e alla Valsesia, fino a Varallo e a Crea, dove più tardi lo raggiungerà il fratello Nicolas. Lassù il giovane si rivelerà presto come uno dei più significativi artisti dei Sacri Monti piemontesi fra Cinque e Seicento. Ma prima dovrà superare drammi familiari, guerre e malattie, e soprattutto affrontare la sfida più importante, quella per ottenere la vittoria contro se stesso e l’amore pieno della sua donna.

Costruita sulle basi di una rigorosa documentazione storica, ma raccontata con i criteri della narrazione romanzesca, la vicenda si muove dai capolavori della scultura mosana e della pittura fiamminga al fervore artistico promosso dalla Chiesa della Controriforma in Piemonte e Lombardia; dalle grandi processioni figurate dei Paesi Bassi ai nuovi itinerari di cappelle sulle boscose colline nostrane, affollate di gruppi statuari evocatori dei Misteri del Rosario e della Passione di Cristo.

I due fratelli protagonisti, conosciuti in Italia come Giovanni e Nicola Tabachetti, attraversano le guerre di Fiandra e del Monferrato, vivono assedi, epidemie, conflitti religiosi. Nel loro percorso, fra realtà e immaginazione, incontrano la regina Margot di Navarra, sfiorano la visita a Varallo di Carlo Emanuele I di Savoia con l’Infanta Catalina Micaela e il viaggio nuziale sul Po della loro figlia Margherita, sposa di Francesco Gonzaga di Mantova. Dai traffici internazionali del porto di Anversa ai microcosmi vivaci e laboriosi di Crea e Varallo, Moncalvo e Casale, Salabue, Forneglio, Costigliole d’Asti: Jean e Nicolas firmano contratti con Priori e canonici, si immergono nella vita quotidiana di cantieri e mercati, infondono nelle loro composizioni di argilla un’originale vena nordica, drammatica ed emozionante.

Li accompagna in controluce la figurina svelta e vivace della piccola Theodora Caccia, figlia del pittore Guglielmo e sensibile interprete, come il padre, della fede del territorio. Sullo sfondo la presenza costante del Gran Teatro dei Sacri Monti, spettacolare pietrificato scenario di devozione subalpina; respiro potente di sacralità mistica e misteriosa.

“La vicenda – scrive l’autrice – è nota agli studiosi ma sconosciuta al grande pubblico. Ho pensato valesse la pena di raccontarla, immergendola nel suo tempo e nei suoi paesaggi”.

 

I Sacri Monti di Piemonte e Lombardia

Il primo progetto di “Sacro Monte” risale agli anni Ottanta del Quattrocento, quando il frate francescano milanese Bernardino Caimi, di ritorno dalla Palestina, ebbe l’idea di offrire un’alternativa ai pellegrinaggi in Terra Santa, diventati troppo pericolosi a causa dello scontro con i Turchi. Sull’altura sovrastante la cittadina di Varallo Sesia sorse così a poco a poco la “Nuova Gerusalemme”, un percorso devozionale sviluppato attraverso 45 cappelle, all’interno delle quali venivano rievocate scene della vita e della Passione di Cristo. Ogni episodio era rappresentato da gruppi di statue a grandezza naturale, in legno o terracotta dipinta, e completato da affreschi sulle pareti che dilatavano ambienti e prospettive. Il fedele che sostava in preghiera e meditazione doveva infatti avere la sensazione di rivivere nel tempo e nello spazio i Misteri della Storia Sacra e del Rosario, attraverso un coinvolgimento emotivo e fisico che gli permettesse di entrare “in prima persona” a far parte dell’evento.

Il modello di Varallo, che affondava le sue radici anche nella tradizione medioevale delle Sacre Rappresentazioni, dei Compianti e dei Calvaires bretoni, conobbe rinnovata energia fra Cinque e Seicento, con il Concilio Tridentino e i nuovi dettami sull’arte sacra raccomandati dalla Controriforma. In seguito al potente impulso impresso da cardinali come Carlo e Federico Borromeo e dai loro seguaci, si diffuse intorno all’arco delle Alpi occidentali una vera e propria “cintura” di Sacri Monti; sulla scia di Varallo presero il via i cantieri di Orta San Giulio (1583), Crea (1589), Varese (1604), Ghiffa (1605), Oropa (1617), Ossuccio sul lago di Como (1636), Domodossola (1656), Belmonte (1712). Alla loro realizzazione contribuirono importanti “ateliers” di scultori e plastificatori specializzati (i d’Enrico, i Prestinari, i Giovenone, i Bargnola, i Bussola, i Silva, oltre agli stessi Tabachetti), e pittori di fama come Gaudenzio Ferrari, Tanzio da Varallo, Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, il Lanino, il Morazzone, i della Rovere detti i Fiamminghini.

Collocati in suggestivi ambienti naturali di colline, boschi e laghi, in efficace sintesi fra arte, paesaggio e spiritualità, i Sacri Monti con le loro migliaia di statue sono stati inseriti nel 2003 dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

 

Graziella Riviera: Torinese di radici monferrine ha lavorato alla RAI come autrice e regista realizzando numerosi programmi televisivi e radiofonici: fra questi i telefilm Lunedì dell’Angelo; Un sogno a Colonia, in collaborazione con la WDR; gli sceneggiati Guido Gozzano; La Signora dei Misteri (Carolina Invernizio); e il pluriennale programma in diretta Colloqui per RadioDue. In qualità di giornalista ha curato servizi di arte, musica e spettacoli per il settore Cultura del TGR Piemonte, collaborando con le testate nazionali e le trasmissioni Bellitalia e TG Leonardo. Appassionata di storia e folklore, continua ricerche e studi sul territorio.

 

CENTRO STUDI PIEMONTESI

Via Ottavio Revel 15

10121 Torino. Tel: 011 537486

info@studipiemontesi.it. www.studipiemontesi.it

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Articolo pubblicato il 24/05/2018