La scossa italiana ha svegliato la Signora Angela.

Merkel sui migranti “Italia lasciata sola ad accoglierli dopo il crollo della Libia”

 

E dopo le critiche, ora arriva la solidarietà.
Per tre mesi i vertici europei e alcune tra le cancellerie più importanti del Mondo hanno provato a influenzare in negativo la nascita del governo gialloverde, mettendo sul piatto stabilità economica, i conti dello stato e Spread; in parte ci sono riusciti, tanto è vero che Sergio Mattarella è stato chiamato a un delicatissimo compito di mediazione sui nomi chiave e sugli intenti del prossimo esecutivo, a partire dal Dicastero economico, dove il nome di Paolo Savona è stato rimpiazzato da un ben più rassicurante Tria, e le posizioni dei due partiti di maggioranza, Lega e 5 Stelle sull’Euro e sull’eventuale sua uscita dell’Italia, è passata in poche ore, per bocca dei suoi stesi leader, da auspicata a non contemplata.
Questi aggiustamenti hanno reso, se non gradevole, quanto meno accettabile il nuovo esecutivo agli occhi di Bruxelles, che nelle ultime ore pare aver cambiato tattica d’approccio con il nostro Paese, trattato non più come discolo impertinente ma come complice essenziale.

Ieri il Commissario europeo per gli affari economici Pierre Moscovici, mai tenero con l’Italia, intervistato a In mezz’ora su Rai 3 ha dichiarato “... dobbiamo cercare una soluzione comune perchè senza soluzione comune non c’è nessuna soluzione. Dobbiamo essere consapevoli che le risposte puramente nazionali su questo fenomeno non esistono. L’Italia ha sentito la mancata solidarietà di partner nella crisi migratoria ma la parola importante è solidarietà. Quindi bisogna costruire risposte solidali e umane e farle insieme".

 

Parole, quelle del Commissario europeo, che seguono a stretto giro di posta quelle della Cancelliera tedesca Angela Merkel che intervistata dalla Frankfurter Allgemeine am Sonntag dichiara "Parte dell'insicurezza in Italia ha la sua origine proprio dal fatto che gli italiani, dopo il crollo della Libia, si sono sentiti lasciati soli, nel compito di accogliere così tanti migranti. Abbiamo bisogno di un sistema comune dell'asilo e misure comparabili nella decisione su chi rimane e chi no".
Chissà chi o cosa avrà contribuito a svegliarla dal torpore che l’ha assalita in questi ultimi anni, e che l’ha portata, nel migliore dei casi, a girarsi dall’altra parte, lasciando il nostro Paese fronteggiare una crisi umanitaria senza precedenti.

 

Una sorta di mea culpa tardivo, in cui si ipotizza la nascita di un fronte comune e solidale per accogliere i migranti: l’obbiettivo che dovrà porsi il nuovo Premier Giuseppe Conte per il vertice europeo di fine mese sarà quello di superare quella regola del trattato di Dublino in cui è previsto che il paese di primo arrivo è anche quello d’assegnazione.

 

Non sarà facile, anche perché a spingere dalla parte opposta ci sono i paesi dell’est, Polonia, Ungheria, Repubblica Cieca e Slovenia su tutti, nettamente contrari alla ripartizione in quote dei migranti e favorevoli a una responsabilità di addirittura otto anni per i paesi di primo ingresso, contro i due chiesti dai Paesi mediterranei, Grecia, Italia spagna e Portogallo.
Insomma, il trattato di Dublino potrebbe essere anche ritoccato, ma non è detto che lo sia in maniera a noi favorevole: ci si appresta a un insolito braccio di ferro, non più tra Nord e Sud, o tra ricchi e poveri, bensì tra il confine Mediterraneo e quello Orientale. Per storia, importanza all’interno della Ue e peso economico non dovrebbe esserci storia, ma il loro blocco pare più compatto e deciso, anche a costo di rompere con Bruxelles

 

Per ora le parole della Merkel e quelle provenienti dall’Eliseo sembrano andare verso la volontà italiana, ma, come ha sottolineato ai microfoni di Rtl il neo Ministro degli Interni Matteo Salvini relativamente alla solidarietà manifestata da Germania e Francia “Aspettiamo che passino dalle parole ai fatti”.

 

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Articolo pubblicato il 04/06/2018