La Torino che cambia, ma non per tutti

Dal centro città alla zona sud di Mirafiori: investimenti ma non nella parte nord del capoluogo

C’è stato il tempo delle Olimpiadi invernali quando il centro città ha subìto una interessante rivitalizzazione del tessuto urbano con il restyling di piazze, via, l’allargamento delle zone pedonali, la creazione del Polo Reale, terminata poco tempo fa, la pulizia delle facciate di molti palazzi storici.

Contestualmente, è stata realizzata la linea della metropolitana che dalla zona di Corso Francia arriva sino a quella di Torino Sud.

Nella stessa area Mirafiori-Lingotto molto è cambiato in questi anni: la zona commerciale dell’8 Gallery, il progetto per la realizzazione del nuovo Palazzo della Regione, il futuro Polo Tecnologico e il probabile spostamento di diverse facoltà universitarie.

Al Lingotto, ricordiamolo, viene poi allestita la maggiore fiera annuale della città, quella del Salone Internazionale del Libro, e per il Settembre prossimo è prevista Terra Madre che dal Valentino si sposterà dunque nella parte sud di Torino.

A tutto ciò si è aggiunta la recente proposta di fare iniziare i lavori della seconda linea di metropolitana da Mirafiori anziché da Barriera di Milano, come inizialmente annunciato.

Che la città debba rinnovarsi e vedere una distribuzione di nuovi progetti anche nelle periferie è giusto e doveroso,  ma viene da domandarsi perché non vengano prese in considerazione anche aree ex industriali come la Manifattura Tabacchi presenti nella zona nord della città.

Da un recente rapporto risulta come Torino sia una delle città con meno giovani e che registra paradossalmente un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa, paragonabile a quello del Mezzogiorno d’Italia.

Tra i ragazzi compresi nella fascia 15- 24 anni il tasso di disoccupazione è di circa il 60%, un valore superato solo da Napoli, Catania e Messina.

Fra i quartieri più colpiti ci sono proprio quelli della zona Nord della città, nel triangolo compreso tra Vallette, Aurora e Falchera: qualche progetto di valorizzazione e investimento in più in quelle zone sarebbe un segnale importante per lo sviluppo della città.
 

 

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Articolo pubblicato il 08/06/2018