TAV, o declino

I grillini non hanno perso tempo per mettere in forse l’opera pubblica più importante per l’intero Paese

Il Governo è appena insediato e già il neo ministro dei Trasporti in visita a Torino, rispondendo alle decise prese di posizione di Chiamparino e del mondo della produzione e del lavoro, da sempre a favore della costruzione della linea ferroviaria Torino Lione, adombra nubi e difficoltà per il proseguimento dei lavori in Val di Susa.

Chiara Appendino, ormai abituata ad affossare ogni opera pubblica di conclamata utilità, gli fa eco.

Pubblichiamo una nota circostanziata e precisa di Mino Giachino in argomento. Concordiamo con il fatto che, nell’esame di ogni situazione di rilievo, l’ignoranza da sempre rappresenta una grave pregiudiziale.

Per la TAV, come nel 1857 sarà decisivo il Parlamento, 

ma nel Parlamento non vi è un eletto esperto di infrastrutture e trasporti.

Per il primo Traforo ferroviario alpino del mondo, il Fréjus, fu decisivo il voto del Parlamento subalpino ma fu decisiva soprattutto la competenza di Cavour. Il progetto definitivo del Traforo del Frejus venne infatti approvato dal Parlamento subalpino nel 1857 con un 30% di voti contrari e dopo 3 giorni di discussione.

Sua Maestà Vittorio Emanuele II che preoccupato convocò Cavour. Cavour grande politico ma anche grande conoscitore della importanza dei collegamenti ferroviari spiegò , in dialetto piemontese perché il Re parlava solo in piemontese, che compito della classe dirigente era quello di saper prendere decisioni anche per conto di quelli che non ne capivano ancora la importanza.

Con la realizzazione di quel Traforo e delle reti ferroviarie europee la “Valigia delle Indie”, la linea di trasporto che univa Inghilterra e India accorcio' di 19 giorni il suo percorso ed evito' di circumnavigare l’Africa.

Cavour diceva che Torino senza la ferrovia era in una condizione di “periferia relativa”.

Difatti senza la Tav Torino è capolinea del collegamento interno tra Salerno e Torino.

Con la TAV , Torino sarà al centro della rete di trasporti europea e ne avrà grandi ricadute in termini di attrattività di investimenti e di crescita occupazionale.

Purtroppo in questo Parlamento , anche per responsabilità di chi ha preparato le Liste, non vi è alcun parlamentare esperti di infrastrutture , ma i voti a favore della TAV ci sono perché alla opposizione si aggiungeranno i voti della Lega.

Ci troviamo , unici in Europa, in questa difficile situazione anche per una serie di errori che dobbiamo avere a mente per non ripeterli in futuro, dal primo progetto troppo impattante col territorio, dall’errore di voler forzare con il blitz di Venaus del dicembre 2005, alle divisioni interne della maggioranza di Prodi 2006-2008 che rallentarono il progetto e dal lavoro lento di questi anni.

Ma la TAV oggi e’ ancora più importante di 25 anni fa. 

Lo spostamento della Manifattura verso l’Est europeo e asiatico e la globalizzazione dei mercati  farà aumentare esponenzialmente i traffici commerciali e turistici con l’Est.

Mentre il Mediterraneo è strategico per i collegamenti marittimi tra l’Est asiatico e l’Europa, il più grande mercato di consumi del mondo, la Pianura Padana e’ la via più breve per la Via della Seta ferroviaria che dalla Cina attraverso la Russia e l’Est europeo dovrà raggiungere la Francia, la Spagna, l’Italia e il Portogallo.

Gli antichi romani avevano capito bene la importanza delle vie di trasporto e attorno alle strade consolari si costruì una parte d’Italia e d’Europa. Per 1960 anni la via di collegamento tra Roma e la Francia fu la S.S.1 Aurelia.

Ecco perché tra gli operatori logistici e turistici stranieri le perplessità italiane sulla TAV generano stupore. Se si guarda la cartina geografica Torino e la Pianura Padana sono il punto di passaggio per i commerci Est Ovest e viceversa. 

Questo ragionamento oggi è rafforzato dal fatto che la manifattura negli ultimi vent’anni si è spostata gradualmente a Est sia quello europeo che quello asiatico, aree rese più competitive  dal basso costo del lavoro. 

Oggi oltre il 50% della capacità produttiva mondiale è a Est. Quei prodotti però vengono acquistati dai Paesi più ricchi e generano l’aumento costante delle esportazioni e dei traffici marittimi e ferroviari che crescono il doppio della crescita del PIL .

Sono traffici cioè che generano posti di lavoro e crescita economica  e sociale. Negli ultimi 20 anni il traffico container nel Mediterraneo e’ cresciuto del 500% generando posti di lavoro nei porti, negli interporti, nella logistica e nei trasporti. Oggi il porto di Genova direttamente e indirettamente 90.000 posti di lavoro di cui oltre 15.000 in Piemonte .

Come Mirafiori e Arese sono state le fabbriche di lavoro del secolo scorso, i porti saranno la fabbrica di lavoro più importante di questo secolo. Con il Terzo Valico il porto di Genova potrà raddoppiare i traffici e generare altre migliaia di posti di lavoro in Piemonte . Con la Tav tutti i traffici verso la Francia, la Spagna , l’Inghilterra e il Portogallo avranno la via più breve passando dalla Pianura Padana se si farà la TAV. 

La Cina sta investendo oltre 1.000 miliardi di euro nella Nuova Via della Seta ferroviaria perché più veloce di quella marittima e meno inquinante.

Nel mercato globale chi avrà i migliori porti, aeroporti, le migliori reti ferroviarie e autostradali avrà più turismo internazionale e più logistica. Tutti i Paesi europei stanno seguendo questa linea e hanno come prioritarie le reti ferroviarie perche’ non inquinano e perché tolgono dalla strada molti mezzi pesanti rendendo il traffico stradale meno pericoloso.

Con la TAV Torino sarà al centro delle comunicazioni europee e ne avrà grossi riflessi economici e occupazionali. 

Perché sono ancora così forti le opposizioni a un’opera così importante ?

Forse perché negli anni lo spazio giornalistico dato alle ragioni dei No Tav è stato indubbiamente superiore alle motivazioni del SI' TAV.

Come dice Renato Zero la buona politica così come la cultura deve donare i propri occhi per vedere e capire a chi oggi non capisca la importanza della TAV.”

Mino GIACHINO, già Sottosegretario di Stato ai trasporti

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Articolo pubblicato il 09/06/2018