La Luna e le sue possibili influenze esercitate sugli uomini di cui si parla da tempo immemorabile

Fin dai tempi più antichi  gli uomini  sostengono che vi siano  potenti influssi da parte della Luna sul nostro pianeta ed è  opinione diffusa  che  eserciti un'influenza importante  sugli stati meccanici, emotivi e psicologici  dell'uomo, in particolare che la sua azione verrebbe esercitata sugli stati emotivi e psicologici. La sua influenza si estenderebbe oltre alla semplice sollecitazione delle  maree   o  alla regolazione dei  cicli biologici  e sono in molti a credere che, alcune fasi lunari, aumentino la reattività ai suoi influssi, in particolare  in individui  particolarmente sensibili e questo ha scatenato la fantasia non solo delle persone comuni, ma anche di illustri scienziati colpiti dal fascino dell'astro notturno.

Pitagora asseriva di essere in grado di scrivere sulla faccia della Luna e di poter usare il nostro satellite notturno per comunicare a distanza; si racconta che avesse concepito uno specchio in grado di farlo.  Riprendendo i suoi studi, nel 1600,  Athanasius Kircher aveva realizzato uno specchio a tronco di cono che, a suo dire, riusciva ad utilizzare per scrivere delle lettere sul disco lunare: “Perché qualunque cosa si sia tracciata su questo specchio, esso la invia a distanza illimitata, lontana quanto la Luna, essendo particolarmente aiutato dalla sua luce. Le immagini  tratte in alto e riflesse insieme ai raggi lunari saranno vedute attraverso grandi distanze lette e conosciute nel disco o circolo della Luna da un altro conscio della cosa “. Afferma Kircher, sottolineando che si trattasse di un artificio utilissimo specie durante i lunghi assedi, per comunicare segreti alla città e paesi, in un'epoca in cui le comunicazioni non potevano certo disporre degli strumenti tecnologici da tutti noi usati pggi  quotidianamente. Se poi funzionasse realmente, al momento non è dato saperlo.   

La Luna era considerata la porta delle anime, una  sorta di amante capace di  attrarre a se le anime dopo la morte e, a proposito di quest'argomento, numerosi maghi hanno lasciato indicazioni su quel che è possibile realizzare, con l'aiuto della Luna. Fra questi Cornelio Agrippa (1486-1835), autore del "De Occulta Philosophia",  il quale riprese nei suoi scritti il sistema utilizzato da Pitagora e Athanasius Kircher, mostrando di essere a conoscenza dei loro studi, ma non solo, affermò di poter evocare le anime dei defunti utilizzando uno specchio, con una tecnica nota come la Catopromanzia. Di questo esiste la testimonianza di  un nobile inglese. tale Henry Howard a cui Agrippa, fece vedere comparire utilizzando uno specchio  in una notte di Luna piena, la moglie defunta poco tempo prima.

Secondo Agrippa, la tecnica dello Specchio agirebbe sull'apparato visivo, stancandolo, finché la potenza concentrata nello sguardo verrebbe a separarsi  dall'organo fisico, acquisendo la capacità di osservare la luce fluidica, in cui sarebbero visibili le apparizioni richiamate dal Mago.  Agrippa fornisce anche istruzioni dettagliate relative alla tecnica: è necessario indossare vestiti ampi, essere digiuni, bruciare mirra poi, restando seduti, occorre fissare il centro dello specchio, che deve essere rotondo perchè vi si rifletta la Luna, fino a che vi comparirà un punto scuro centrale. Si deve fissare  il punto che si allargherà schiarendosi sempre più fino a quando comparirà la visione di quanto è stato richiesto. Questo sarebbe  il primo contatto con la luce astrale, afferma Agrippa; sarà necessario vincere la paura perché, se questa ha il sopravvento, scomparirà  tutto e si dovrà ricominciare da capo.

Questo per quanta riguarda la leggenda; alcuni anni orsono ho avuto modo di avere un riscontro positivo a quanto fino ad ora descritto quando, ebbi il piacere di conoscere e intervistare il dottor Raymond Moody, medico e psicologo, divenuto celebre in tutto il mondo con la pubblicazione del suo libro: "La vita oltre la vita", di cui sono state vendute milioni di copie. Il celebre medico ha effettuato un esperimento in diretta ad un convegno, invitando il pubblico a munirsi di uno specchio, per provare in diretta, come attraverso questo oggetto, sia possibile scrutare la dimensione misteriosa dell'astrale dove dimorerebbero le anime dei defunti. Nel corso dell'intervista, mi confermò che la tecnica, per funzionare deve avvenire in condizioni di calma e tranquillità, e il tutto ha maggiori possibilità di successo se si agisce in una notte in cui brilli, alta nel cielo, una splendida Luna piena.

Che vi sia qualcosa di vero in quanto ci hanno tramandato gli antichi?. Gli studi proseguono; un ricercatore americano Mark Filippi ha ripreso di recente l'argomento, questa volta esaminandolo dal punto di vista delle neuroscienze. Il ricercatore Mark Filippi, Consulente comportamentale, responsabile di Soma Space, ha ripreso studi di altri ricercatori, come Irving Dardik, Joel Robertson e David Goodman, teorizzando l'esistenza di una verosimile relazione tra i cicli lunari e gli umori umani. E' possibile, afferma, che le diverse fasi della Luna influenzino la produzione di neurotrasmettitori del nostro cervello. In breve, le varie fasi lunari determinerebbero cambiamenti nel modo in cui produciamo queste sostanze, e sarebbe questo uno dei motivi per cui siamo soggetti agli sbalzi d'umore.  

Secondo Mark Filippi, durante la fase di Luna piena, vi sarebbe una maggiore produzione di serotonina; ciò significa che ci si troverebbe a disporre di maggiore energia, creatività e concentrazione consentendo una maggiore capacità introspettiva, ed una maggiore facilità a trovare soluzioni ai quesiti interiori da cui, sovente, tutti noi possiamo essere siamo angustiati. E' possibile inoltre che durante tale fase lunare, si provino maggiori sensazioni di appagamento e soddisfazione, avendo una maggiore  propensione  a fantasticare.

Fantasie o realtà? Il CICAP (https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=100020) smonta buona parte  delle teorie relative agli influssi lunari, affermando che: "..attribuire tutti gli effetti ad un’unica presunta causa, senza isolarla accuratamente da tutte le altre, è troppo semplicistico, e porta inevitabilmente a solenni cantonate". Il che può essere anche vero e tranquillizza le persone che necessitano di avere dimostrazioni precise, avallate dalle conoscenze scientifiche del momento, ma per completezza di studio, andrebbe anche analizzato cosa vi sia alla base  delle probabili influenze sottili esercitate dal nostro satellite  sull'animo dei poeti.

Fra questi, oltre al sempre citato, l'immenso Leopardi, mi piace rileggere i versi che Jaime Sabines (1926 - 1999) dedica alla Luna. Il poeta messicano, avvertendo l'intensa azione tonica dell'astro notturno non solo sulla componente materiale del pianeta, le maree ad esempio, ma anche sulla nostra componente spirituale, assimilando il satellite ad un farmaco,  afferma all'inizio della sua suggestiva composizione dal titolo "La Luna" che:

Puoi prendere la luna dal cucchiaio

o in capsule ogni due ore.                                                           

È utile come ipnotico e sedativo

e inoltre allevia

gli intossicati dalla Filosofia....

 

sottolineando in tale modo una azione misteriosa della Luna, di cui non conosciamo il meccanismo, ma che in qualche modo riesce a consolarci, regalandoci, con la sua muta presenza intense  emozioni positive.

 

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Articolo pubblicato il 10/06/2018