Moncucco (AT) - Favole al Castello: letture di favole con i Narratori di Macondo

Liliana Carbone per Civico20News

La serata, organizzata presso la Scuola Primaria di Moncucco Torinese nella splendida cornice del castello in collaborazione con il sindaco Luigi Rigon, con il presidente della Pro Loco Roberto Merlino, con le insegnanti Rita Caramellino, Alessandra Morra, Sara Pititu, ha coinvolto i bambini della scuola elementare con i loro genitori, gli insegnanti e la cittadinanza, nell’ascolto di favole esopiche tratte dall’antologia “UN GIORNO E UNA NOTTE - 157 FAVOLE DI COMUNITÀ” di Pietro Tartamella  -  La Ruota Edizioni.

 

I Narratori di Macondo (Annette Seimer, Bruna Parodi, Giusy Amitrano, Silvia Restagno, Pietro Tartamella) hanno condotto gli ascoltatori in un mondo variopinto di favole le cui morali finali lasciano un seme di riflessione.

     

L’antologia è la conclusione di un progetto sulle favole durato due anni che ha visto coinvolti un gruppo di detenuti della casa di reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo, bambini della scuola elementare, studenti delle scuole medie e superiori, ragazzi disabili e alcuni scrittori.

Più di 600 persone coinvolte che hanno prodotto 450 favole di cui 157 selezionate per l’antologia.

Il progetto è stato segnalato con una menzione speciale nel 2017 al concorso e al relativo convegno nazionale “Persona e Comunità” indetto ogni anno da Cultura & Società.

      

Che còs’hanno i detenuti da insegnare alla società civile e ai bambini? I bambini hanno qualcòsa da insegnare ai detenuti? La disabilità ha qualcòsa da insegnare?

Poiché le fàvole esòpiche contèngono una “morale”, leggendo le 424 pàgine di questa antologìa possiamo capire cosa essi hanno da insegnarci. Sono pagine che vogliono rappresentare simbolicamente un “territòrio ideale” fatto di fogli e carta sì, ma dove, uno a fianco all’altro, convìvono questi differenti spicchi di cittadinanza.

 

Caratteristica particolare del libro è che è scritto con accentazione ortoepica lineare, precisa scelta editoriale di Cascina Macondo, che consiste nella scrittura della lingua italiana con la regola di accentare obbligatoriamente non solo le parole tronche, come normalmente accade, ma anche le parole sdrucciole, e di segnalare con l’accento grave sulle sillabe toniche, il suono aperto della vocale “e” e della vocale “o”, trasferendo così al lettore tutte le informazioni utili e necessarie per un’esatta pronuncia della lingua italiana, senza dubbi o titubanze (il lettore leggerà con sicurezza “tragèlafo” parola sdrucciola, con il suono della “e” aperto, e non “tragelàfo” come parola piana; leggerà “scòrbuto” con il suono della “o” aperto, e non “scorbùto”; “callìfugo” e non “callifùgo”; leggerà “taràssaco” e non “tarassàco”.

Una modalità di scrittura della lingua italiana molto apprezzata dai bambini, dalle insegnanti, dagli attori, dalle persone dislessiche, e soprattutto dagli stranieri.

 

Liliana Carbone

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Articolo pubblicato il 13/06/2018