Pallanza (Verbania) - Il Museo del Paesaggio presenta le opere create dagli artisti della “Scapigliatura”

Nelle meravigliose sale restaurate di Palazzo Viani Dugnani

La mostra: “ARMONIE VERDI. PAESAGGI DALLA SCAPIGLIATURA AL “NOVECENTO”(www.museodelpaesaggio.it), curata dalla storica dell’arte Elena Pontiggia e Lucia Molino (responsabile della collezione Cariplo) permette al visitatore di seguire attraverso una cinquantina di opere l’evoluzione dell’idea  del paesaggio,  che va dalla centralità  di origine romantica, alla pittura di fine Ottocento, fino a quella di inizio Novecento, all’interpretazione volumetrica degli anni venti, dove il paesaggio è costruito come un’architettura e suggerisce un senso di solidità e di durata, fino giungere  al nuovo senso di precarietà espresso a partire dagli anni trenta.

Il percorso espositivo avviene nelle meravigliose sale restaurate  di Palazzo Viani Dugnani sede del Museo del Paesaggio fino al 30 settembre 2018  e si sviluppa in tre sezioni: Scapigliatura, Divisionismo, Naturalismo; che comprendono Artisti del Novecento Italiano; e  Oltre il Novecento.  

L’iniziativa, è inserita nell’anno europeo del patrimonio culturale è   promossa dalla Fondazione Cariplo che sta portando il patrimonio artistico dell’ente milanese in tutta la Lombardia, nelle province del Verbano Cusio Ossola e di Novara, con il sostegno del Comune di Verbania, della Regione Piemonte e del Museo del Paesaggio, ed è la quinta tappa del progetto itinerante Open. Accompagna l’evento un catalogo con la riproduzione  di tutte le opere esposte pubblicato dalla Silvana Editoriale-Fondazione Cariplo Argate (pp.127 ill. ni colori).

Con l’immagine guida della mostra di Francesco Gnecchi “Fondo Toce (Lago Maggiore)” eseguita nel 1884, proveniente dalle Gallerie d’Italia  di Milano, si inizia il percorso con un olio su carta applicata su cartone di  Daniele Ranzoni considerato il maestro della pittura scapigliata raffigurante ”Il Bosco di Antoliva” una frazione di Intra oggi”. Chi sono gli artisti scapigliati? Sono coloro contrari ad ogni forma di ordinato realismo classico e a rigide regole restrittive di impronta accademica. Esprimono liberamente e in modo sciolto sulla tela frammenti di sentimento instabili e i fremiti irrazionali dell’anima, scrigno della vera personalità dell’essere umano.

Si prosegue poi con la “Veduta del Lago Maggiore”di Lorenzo Gignous, la tela esposta fa parte del suo repertorio di panorami studiati dal vero in occasione dei soggiorni a Stresa, ospite del cugino Eugenio Gignous, queste opere  lo renderanno ben presto un celebre paesaggista.  Si passa poi ad un quadro di Mosè Bianchi da disegno e tecnica perfetta unita ad un uso del colore fresco, vivace, nutrito ed energetico tipico dei grandi settecentisti veneti, che affiora da una porta in  un “interno rustico”( Federico Ashton con successo dipinge vari  alpeggi, ghiacciai, ispirandosi dal vero con gusto romantico nei paesaggi come la dirompente Cascata del Toce in Val Formazza.

Dalla fine dell’Ottocento fino al tempo della guerra a dare ancora centralità alla pittura è quella  divisionista degli artisti di Vittore Grubicy De Dragon il quale adopera una tecnica intuitiva ed emotiva dedicandosi esclusivamente alla pittura dei suoi luoghi prediletti, tra cui il lago di Lecco, la Liguria, Venezia e soprattutto Miazzina luogo incantevole sulle alture del Lago Maggiore dove dal 1886 soggiorna dall’amico Achille Tominetti; il romano Cesare Maggi, in mostra con tre capolavori, conquistato dalla pittura di Giovanni  Segantini, si dedica al divisionismo ritraendo paesaggi alpini engandinesi e valdostani, spesso vivacizzati dall’inserimento di figure e animali; e ancora il neoimpressionista della Val Vigezzo Carlo Fornara  con le tele “Due Noci” e “Passo verso la luce”.

La sezione naturalista viene conclusa con dipinti di Gola con le tele sulle” Colline in Brianza” e “Paesaggio Brianzolo con  pioppi”, Pietro Fragiacomo sperimentatore innovativo in aperto scontro con la tradizione viene qui presentata  la sua opera “Armonie Verdi “ del 1920 che da il titolo alla rassegna di Verbania.

Nel percorso espositivo si potrà  anche confrontare come il tema del paesaggio, poco considerato dalla maggior parte dei futuristi intenti ad esaltare di più la città industriale e  la macchina, viene ripreso e torna a riaffermarsi in pittura con il Novecento Italiano e viene raccontata nella seconda sezione della mostra: che si apre  con cinque opere di  Mario Tozzi che fu il fondatore a Parigi  del gruppo dei Sette, che comprendeva  i principali artisti italiani residenti nella città francese (Campigli De Pisis,  De Chirico, Savinio, Paresce e Severini). Anche Anselmo Bucci è rappresentato  con l’opera  “il governo dei cavalli” eseguiti nel 1916  che  documenta un momento di transizione. Con il Novecento Italiano, portato  alla volatilità dei paesaggi precedenti, subentrano opere caratterizzate dalla forza costruttiva e solidità nuova come: Paesaggio (1922) di Rosai,”Ornavasso” e “Guardando in alto”(1925) di Carpi, “Pioppi”(1930) di Michele Cascella.

In questa sezione troviamo  una tela di Mario Sironi “Il Lago” del 1926, il soggetto riporta un frammento di un mondo senza tempo, immobile, incastonato in una chiostra anch’essa immobile di montagne”.

In mostra vengono presentate poi, sei opere di un artista importante come Arturo Tosi considerato nell’arte del Novecento Italiano   vicino alla pittura tradizionale lombarda ottocentesca. Con gli anni Trenta  cambiano nuovamente le tecniche si abbandonano le forme  volumetriche la pittura torna a esprimere un senso di finitezza  e precarietà. Tutto questo si vedono nelle opere di De Pisis con la tela “il Temporale del 1933, Paesaggio di Lavagna del 1934 eseguito da Lilloni  o in opere del secondo dopo guerra di Dudreville “Case a Feriolo” oppure di Ardengo Soffici con il quadro del 1952 “Veduta serale del poggio” che conclude la terza sessione del percorso espositivo verbanese.

La mostra, che ne vale la pena visitarla, intende dimostrare come il legame forte con i lusinghi dipinti sia la vera forza dell’ispirazione di tutti gli artisti, non solo per coloro che nelle zone dipinte ci sono nati, ma anche per quegli artistiche ci sono arrivati per passione, per caso o per ricerca dall’Ottocento a oggi.

 Pro memoria per visita:

 “ARMONIE VERDI” Museo del paesaggio – Palazzo Viani Dugnani – Pallanza – Verbania  Tel. 0323. 502254. Orari: Martedì-Venerdì 10.00-18.00. sabato- Domenica e festivi 10.00-19.00. Tariffe evento Intero € 5.00; Ridotto € 3.00.

 

 

 

 

  

 

  

   

 

  

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 14/06/2018