Governo Conte. La quaresima del Piemonte
Fotografia Urbanpost

I lunari sottosegretari all’Istruzione e ai Beni Culturali

Il Governo Conte, con la nomina di un pattuglione tra vice ministri e sottosegretari è ormai nella pienezza delle sue funzioni.

Tra le osservazioni che maggiormente circolano, balza agli occhi la totale assenza di ministri piemontesi e la striminzita presenza di una vice ministra grillina (reduce da una figuraccia televisiva sulla funzione o meno dell’euro) ed un suo compagno di partito novarese.

Nessuna presenza da parte delle Lega. Ma, a prescindere dalla scarsissima considerazione che gode il Piemonte, alcune nomine provocano un certo fastidio per il pressapochismo con le quali sono state operate.

Dopo aver conosciuto negli scorsi giorni i nuovi ministri dell’Istruzione, Marco Bussetti, dottore in Scienze e tecniche motorie, e dei Beni culturali Alberto Bonisoli, e averne cercato tra mille difficoltà di conoscerne le credenziali e soprattutto la loro adeguatezza di fronte ai temi, ai problemi e alle istanze del mondo scolastico, di quello accademico e di quello dei musei, delle biblioteche, degli archivi e dell’arte in generale, il quadro tragico si completa con i sottosegretari.

Sono stati nominati, come logica conseguenza e naturale effetto, i sottosegretari, del tutto in linea con i titolari. All’Istruzione sono stati indicati Lorenzo Fioramonti, professore ordinario di economia politica presso l’Università sudafricana di Pretoria, e Salvatore Giuliano, preside di un istituto tecnico di Brindisi, che vanta – ai cittadini tocca preoccuparsi e allarmarsi abbondantemente – nel suo “curriculum” di essere tra i fondatori di “Avanguardie educative”, la rete di scuole che vogliono mettere a sistema “le esperienze che stanno rivoluzionando la scuola”.

Ancora migliore e più ricca di garanzie, tanto per fare una battuta, è la fama dei collaboratori di Bonisoli: la Borgonzoni è indicata come “amministratore locale” mentre l’altro, Vacca, è insegnante di scuola secondaria inferiore.

Chissà quali risultati riserverebbe un confronto tra i designati dal governo leghista – grillino e quelli dei vecchi e squalificati esecutivi partitici?

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Articolo pubblicato il 15/06/2018