Garibaldi: alfiere dei disabili

Alessandro Mella considera un aspetto poco conosciuto dell’Eroe dei Due Mondi

Propongo molto volentieri ai Lettori di “Civico20News” queste considerazioni dell’amico Alessandro Mella su un aspetto poco conosciuto di Giuseppe Garibaldi che assume particolare rilievo nella nostra epoca maggiormente attenta ai problemi della disabilità (m.j.).

Di Garibaldi abbiamo letto di tutto, centinaia di biografie, i suoi pensieri, le sue memorie e, purtroppo, anche le fantasiose fanfaronate di chi tenta di offuscarne l’immagine con fango gratuito a scopo per lo più politico o commerciale.

Sappiamo che, pur ingenuo in politica, egli fu un combattente brillante, magnificamente onesto nel suo idealismo in cui bontà e buona fede s’intrecciavano in un equilibrio ammirevole ma fragile di fronte ai machiavellismi del mondo d’allora. Nondimeno, lo dimostrò, era coraggiosissimo. Ma nemmeno di questo, oggi, vorremmo parlarvi.

Quando io seppi che l’attrice Anna Marchesini lottava contro l’artrite reumatoide ne lessi qualche cosa e mi dissi che doveva essere faccenda assai terribile. Non potevo immaginare che, pochi mesi dopo, avrei dovuto affrontare lo stesso ingrato destino scoprendomi in preda alla stessa invalidante e dolorosissima malattia.

Nel leggerne nuovamente, e con maggiore attenzione, venni a scoprire che oltre ai postumi della ferita dovuta alla fucilata presa in Aspromonte nel 1862, sfortunata impresa su cui molto si potrebbe dibattere, il generale Giuseppe Garibaldi soffrì, negli ultimi anni di vita, di questo male. Un male infimo, che procura dolori senza fine, soffoca la libertà, distrugge l’autonomia e con esse l’autostima, la speranza e l’indipendenza dell’individuo.

Il prode nizzardo dovette vivere a lungo con il peso di questa sfortunata patologia e, come sempre nella sua vita avventurosa, non s’arrese e combatté con costanza anche questa battaglia. Seduto sulle sue carrozzelle a triciclo, appoggiato al bastone o alle stampelle, disteso sui suoi letti ortopedici oppure accomodato sulla magnifica e modernissima poltrona, reclinabile e multiaccessoriata, che gli fu donata dalla regina Margherita di Savoia addolorata nell’apprendere delle grandi fatiche dell’eroe.

Da anni ritiratosi nel paradiso che era, ed è, l’isola di Caprera, vi costruì la nota fazenda che oggi è il compendio garibaldino caro ai turisti che vi transitano e si perdono tra memorie, cimeli, documenti e reperti. Turisti cui alle volte possono sfuggire dettagli di non poco conto.

I sentieri lungamente e magistralmente lastricati, le scale per lo più sostituite da rampe comodamente percorribili, accessi (che come le porte ed i locali) sono ampi e spaziosi così da facilitare i meccanici e difficoltosi movimenti di chi si confronta con articolazioni gonfie, doloranti e semi-bloccate come fossero “legnose”.

Un breve studio di Franco Bomprezzi mi ha permesso di scoprire come Giuseppe Garibaldi abbia letteralmente inventato la prima forma italiana di architettura solidale e finalizzata al miglioramento della qualità della vita dei disabili.

Tra i grandi primati del generale vi è, quindi, anche questa magnifica attenzione ai dettagli che per lui, e per me e molti altri, non sono di poco conto tanto più che a quel tempo i farmaci erano ancor meno efficaci di quanto possono limitatamente far oggi. Oltre ad aver abbattuto le barriere che dividevano popoli figli d’una stessa patria, Garibaldi abbatté anche, e per primo, le barriere architettoniche.

La sua malattia lo perseguitò per anni. Statisti, pubbliche amministrazioni e privati fecero a gara per donargli strumenti e dispostivi che potessero in qualche modo essergli d’aiuto. Lui, pur sofferente, condusse perfino la sua partecipazione alla guerra franco-prussiana del 1870 in carrozzina. Con il passare degli anni la situazione andò via via peggiorando fino alla scomparsa nel 1882.

Con il generale se ne andava, insieme all’Eroe dei Due Mondi, uno dei primi grandi alfieri italiani della lotta contro le disabilità motorie. E sono certo che se oggi scoprisse un automobilista abusare dei parcheggi per i detentori di disabilità saprebbe ben lui rimproverarlo con “garibaldina energia”!

Alessandro Mella

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Articolo pubblicato il 16/06/2018