Nuove generazioni ed effetto centesima scimmia - parte seconda –

L’ultima spiaggia della speranza nel nuovo che avanza.

Dopo quanto descritto nella prima parte di questo articolo, siamo giunti ora alla parte pratica della ricetta.

 

Per prima cosa diamole un nome possibilmente difficile da decifrare:

autoapprendimento essenziale della centesima scimmia

 

Poi facciamo una lista e prepariamo sul tavolo gli ingredienti, ovviamente esotici, particolarmente rari e intriganti, in modo che costituiscano già alla sola idea di cibarsene qualcosa a cui non si possa resistere.

 

Ecco la lista:

  • un pizzico di neuroni specchio
  • due pugni di massa critica
  • una piccola dose di wu wei
  • alcuni esseri umani interi vivi e vegeti
  • una buona dose di tranquillità
  • una altrettanto buona dose di pazienza
  • qualche altro ingrediente che aggiungeremo a piacimento
  • e poi, ovviamente, l’ingrediente segreto, che verrà svelato durante l’esecuzione della ricetta.
     
    Ora cominciamo.
     
    Per prima cosa puliamo il piano di lavoro da tutti i residui delle lavorazioni precedenti e dai preconcetti relativi a ciò che è vero o falso secondo questa o quella autorità culinaria.
     
    Il primo elemento da cui occorre ripulire il piano di lavoro è il concetto della centesima scimmia che, facendo parte del nome della ricetta, appena buttato via, viene ripreso al volo e, opportunamente ripulito, entra nuovamente di diritto tra gli ingredienti aggiunti a piacimento.
     
    Infatti è dato per scontato che l’effetto centesima scimmia, cioè la ragione per la quale se molti elementi di uno stesso gruppo fanno la stessa cosa per un certo tempo, ad un dato momento accade che, senza contatti apparenti con tale gruppo, altri elementi indipendenti comincino a praticarla anch’essi, sia una bufala scientifica.

 

Però …

 

 

 

 

Sappiamo tutti, o per lo meno confidiamo, che l’effetto massa critica sia una realtà scientifica. Secondo tale principio in un qualsiasi processo di trasformazione esiste un tempo di latenza in cui avvengono acquisizione e preparazione degli elementi chimico-fisico-energetici necessari allo scopo. Terminata tale fase preparatoria, con o senza la presenza di un catalizzatore, si avvia una reazione a catena inarrestabile che induce cambiamenti strutturali essenziali simili a quelli tipici dell’alchimia, ambito manifestato da cui molte scienze moderne derivano.

 

Tale principio funzionale si applica spesso anche agli organismi viventi, per esempio quelli costituiti da esseri come gli umani, in modo particolare quando si riuniscono in gruppi di studio, di lavoro, in reti sociali o per qualsiasi altra ragione.

 

Come in alchimia tali processi di cambiamento non possono essere forzati neanche per una ragione buona, come spesso avviene invece quando si vuole insegnare qualcosa a qualcuno. Ed è sicuramente una forzatura voler insegnare, ad un certo numero di persone, una stessa cosa nello stesso tempo, luogo, e con lo stesso metodo.

 

Imponendo tali condizioni si ottiene solo uno snaturamento del processo che produce risultati distorti e pericolosi sia per l’individuo che per la collettività.

 

Tuttavia occorre prendere atto che i tempi sono maturi per una trasformazione profonda e radicale dell’intero contesto vitale naturale. Infatti non è mai avvenuto, a memoria storica, che, sulla faccia della terra, sia stata presente, in un arco temporale assai concentrato, una comunità umana così numerosa, dotata di mezzi ed energie straordinari e illimitati. Ciò costituisce, in simbiosi e integrazione con l’ambiente, un enorme e potente organismo vivente immerso in un irreversibile processo di cambiamento cosmico.

 

Prova ne siano alcuni esempi di nuove generazioni e aspetti comportamentali, sia umani che biologici, prime pionieristiche avvisaglie di questo dato di fatto: bambini indaco, arcobaleno, cristallo, iperattività o apparente assenza di stimoli, sindromi particolari scambiate per patologie, solo perché non comprese nella loro sostanza, costituiscono sempre più spesso interlocutori spiazzanti all’interno delle strutture scolastiche e lavorative. Queste strutture, di cui tutti facciamo parte e che vivono grazie al nostro sostegno incosciente, provano, in ogni modo possibile, a costituirsi quali baluardi, controparti organizzate e sclerotiche di tali ineluttabili cambiamenti. A tale scopo si sforzano, inventando ulteriori organismi specifici, pianificando nuovi metodi mirati, imponendo regole sempre più ristrette, per cercare di domarne le caratteristiche rivoluzionarie e innovative.

 

E allora, come la mettiamo?

Come pensiamo di poterci confrontare con il nuovo che avanza nonostante noi?

 

Come spesso avviene quando ci troviamo in difficoltà e non riusciamo a cavare un ragno dal buco, ecco che, quando meno te lo aspetti, arriva qualcuno all’oscuro di tutto e ci porge semplicemente la soluzione. Costui, mettendo insieme sapienza millenaria come il wu wei, le ultime scoperte scientifiche delle neuroscienze come i neuroni specchio e la saggezza popolare della nonna che spesso ci ricordava di agire con calma e pazienza, di contare fino a dieci prima di reagire, ci suggerisce come elaborare la prima sperimentale ricetta.

 

Quando un certo numero di giovani sono riuniti per scopi non distruttivi, ma potrebbe funzionare perfino in tal caso, essi costituiscono un immenso illimitato potenziale creativo, onnicomprensivo di tutta l’esperienza dell’intero genere umano. Tale condizione, disponibile in modo integrato tra tutti i componenti del gruppo, in presenza di un catalizzatore, non identificabile a priori, un attivatore non prevedibile, può manifestarsi praticamente in tutte le sue sfumature, proprio quando nessuno se lo aspetta.

 

Come può avvenire tutto ciò?

 

Basta che elementi delle generazioni precedenti, anziché tentare di imporsi a loro, siano disponibili a fare da riferimento calmo e paziente come pasta-madre all’interno di tale impasto, lasciando che ogni componente di tale ricetta si attivi attraverso il meccanismo dei neuroni specchio, secondo i propri tempi e modi.

 

Ne risulterà una grande e meravigliosa nuova fioritura di idee e attività di ogni tipo che stupirà, oltre ovviamente ai più pessimisti, anche i più ottimisti, un rinascimento la cui formula dipende da tutti indiscriminatamente e da nessuno in particolare, di cui tutti potremo godere, anche individualmente, per un lungo tempo.

 

Nella terza parte dell’articolo saranno descritte alcune situazioni concretamente sperimentate.

 

Schemi e testo

Pietro Cartella

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 26/06/2018