Pamparato (CN) Prosegue l’ambizioso programma del Festival dei Saraceni

Tre concerti in settimana. Il Salotto Italiano, l’Alba del classicismo ed i Piccoli Musici

Dopo il magnifico concerto inaugurale che sabato 30 giugno ha visto grandi protagonisti nella Chiesa Parrocchiale di San Biagio di Pamparato il Coro Ruggero Maghini e I Musici di Santa Pelagia diretti da Claudio Chiavazza in un programma interamente incentrato sugli influssi italiani di Johann Sebastian Bach, giovedì 5 luglio alle ore 21 nel Salone Consiliare del Castello di Pamparato sarà la volta del flautista Giulio De Felice e del chitarrista Cristiano Arata, due giovani musicisti di grande talento che accompagneranno il pubblico alla scoperta del repertorio salottiero del XIX secolo, un ambito pressoché sconosciuto, che conta però parecchi autori di grande interesse, alcuni dei quali seppero mettersi in grande evidenza anche nelle corti più prestigiose d’Europa.

Tra di essi merita di essere citato Mauro Giuliani, straordinario chitarrista originario di Bisceglie, che affiancò all’attività compositiva una intensa carriera concertistica, che lo portò a suscitare una profonda ammirazione anche tra gli autori più affermati della sua generazione come Niccolò Paganini e Anton Diabelli, che grazie a lui iniziarono a interessarsi seriamente alla chitarra.

Il programma comprende anche la trascrizione delle ouverture di due delle opere più famose composte tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, vale a dire Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa e Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, che sapranno infondere al concerto un’irresistibile dose di vitalità.

Programma della serata

Il Salotto Italiano

 

Giulio De Felice, flauto traversiere Grenser

Cristiano Arata, chitarra romantica Gaetano Guadagnini (1821)

 

Domenico Cimarosa (1749-1801)

Ouverture da Il matrimonio segreto

(trascrizione di Ferdinando Carulli)

 

Mauro Giuliani (1781-1829)

Sei Variazioni op. 81

 

Alessandro Nava

Serenata op. 16

 

Gioachino Rossini (1792-1868)

Ouverture da Il barbiere di Siviglia

Serata di grande interesse quella di sabato 7 luglio, quando alle 21 nella Sala Ghislieri di Mondovì si terrà l’esibizione de I Giovani dell’Academia Montis Regalis diretti da Enrico Onofri, uno dei violinisti barocchi più acclamati del panorama concertistico internazionale.

Il programma presenterà un vasto affresco del repertorio preclassico, alternando sapientemente capolavori molto noti e amati a opere pressoché sconosciute, sottolineando il ruolo cruciale svolto dal nostro paese nell’affermazione della sinfonia classica con l’esecuzione di alcuni brani di sorprendente bellezza dei fratelli Giuseppe e Giovanni Battista Sammartini e del veneziano Baldassare Galuppi.

Anche questo concerto fa parte di Intrecci Barocchi, progetto promosso e finanziato con una convenzione dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte.

Programma della serata

L’alba del Classicismo

 

I Giovani dell’Academia Montis Regalis

Enrico Onofri, violino e direzione

 

Giuseppe Sammartini (1695-1750)

Concerto in sol minore per due violini, archi e basso continuo op. 4 n. 3
Andante sostenuto – Allegro – Sarabanda – Allegro ma non tanto e grazioso

Baldassare Galuppi (1706-1785)

Concerto n. 3 in re maggiore per due violini, archi e basso continuo
Maestoso – Allegro – Andantino
 
Giovanni Battista Sammartini (1700/01-1775)

Sinfonia in la maggiore per archi e basso continuo J-C 62
Presto – Andante – Presto assai


Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)

Divertimento in re maggiore KV136
Allegro – Andante – Presto
 
Franz Joseph Haydn (1732-1809)

Concerto in sol maggiore per violino e orchestra Hob.VIIa:4
Allegro moderato – Adagio – Allegro

 

Domenica 8 luglio alle 16.30 nel giardino dell’ex asilo di Pamparato verrà ripetuta la bellissima esperienza vissuta gli anni scorsi con la messa in scena de Il maestro di scuola di Georg Philipp Telemann e Il farmacista burlato, con I Musici di Santa Pelagia che accompagneranno i bambini e i ragazzi del Summer Camp 2018 in I piccoli musici, una deliziosa operina in stile barocco ideata in esclusiva per il Festival dei Saraceni dal direttore artistico del Teatro Baretti di Torino Corrado Rollin.

A differenza di molte altre esibizioni improvvisate riservate ai più piccoli, si tratta di uno spettacolo molto affascinante e realizzato con estrema serietà da tutti i protagonisti, che saprà sicuramente stimolare al massimo i più piccoli e conquistare tutto il pubblico.

 

Programma del pomeriggio

I Piccoli Musici

 

I Musici di Santa Pelagia

Allievi del Summer Camp 2018

 

I Piccoli Musici

Operina musicale in stile barocco ideata da Corrado Rollin

Nota di sala

IL SALOTTO ITALIANO

La seconda settimana del Festival dei Saraceni si apre giovedì 5 luglio alle ore 21 con il concerto in programma nel Salone Consiliare del Castello di Pamparato del flautista Giulio De Felice e del chitarrista Cristiano Arata, due giovani musicisti di grande talento, che si dedicano con profitto a un repertorio quanto mai eclettico, privilegiando spesso gli ambiti più inediti.

Il programma di questo concerto propone una stuzzicante incursione nelle atmosfere leggere della produzione salottiera dei primi decenni del XIX secolo, per la quale utilizzano strumenti storici in grado di ricreare con stupefacente realismo le suggestive sonorità di quei giorni lontani.

Nella seconda metà del XVIII secolo il progressivo tramonto dell’opera seria lasciò spazio da un lato alla prepotente ascesa dell’opera buffa – che aveva già mietuto grandi successi in tutta Europa, come dimostra la clamorosa Querelle des Bouffons del 1752, che vide il trionfo dell’Italian way sulla ormai obsoleta tragédie-lyrique francese – e dall’altro all’affermazione dell’opera romantica, che nei primi decenni del XIX secolo avrebbe trovato i suoi primi grandi interpreti in Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini.

Non si trattò però di una semplice variazione nel gusto del pubblico, ma di una rivoluzione epocale, che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia della musica. Infatti, se la rigorosa alternanza di recitativi e di arie con il da capo (spesso interminabili) aveva ormai fatto il suo tempo, così come i libretti – sia pure di altissimo valore letterario – di Apostolo Zeno e di Pietro Metastasio incentrati sulle vicende dei mitici eroi della tradizione greca e latina, il pubblico iniziava a sentire l’esigenza di storie più verosimili, nei cui sentimenti potesse riconoscersi e venirne coinvolto.

In questo periodo l’opera iniziò a non essere più patrimonio quasi esclusivo di un ristretto pubblico di aristocratici e di intellettuali, avvezzi fin da bambini a fare i conti con le peripezie di personaggi come Demofoonte, Ipermestra e Zenobia.

Il mondo era profondamente cambiato e anche l’opera doveva evolversi, per continuare a essere lo straordinario spettacolo che era stato nei primi due secoli della sua esistenza. Questo avvicinamento alla realtà e l’affermazione di una struttura musicale più agile e snella ebbero il merito di aprire le porte dell’opera a un pubblico sempre più vasto, costituito non solo dalle classi da sempre più abbienti per titolo o per beni di fortuna, ma anche dall’emergente classe borghese e addirittura dal popolo, un fatto che avrebbe consentito all’opera di diventare il patrimonio di tutti e addirittura il simbolo di una intera nazione (come testimoniano il coro «Va’ pensiero» del Nabucco e l’acronimo W VERDI, utilizzato per inneggiare a “Vittorio Emanuele Re D’Italia”).

All’improvviso tutti impazzirono per la nuova opera, un genere che li trasportava in periodi storici e situazioni molto affascinanti, che ruotavano regolarmente sui temi dell’onore, dell’amore, della lealtà e della morte, gli stessi che poteva vivere anche il pubblico. I compositori divennero così personaggi molto popolari e tutti iniziarono a discutere con crescente passione del Barbiere di Siviglia, del Don Pasquale, dell’Anna Bolena e dei Puritani. Ovviamente, il piacere più grande era quello di ascoltare le arie principali di queste opere, ma come si poteva fare?

Le opere venivano messe in scena di rado e i dischi non erano ancora stati inventati. Questa crescente esigenza pose le basi per la nascita di un nuovo genere strumentale, basato sulla trascrizione e sulla rielaborazione delle melodie più amate di opere note e meno note, che si tradussero in parafrasi e fantasie concepite per deliziare non solo il raffinato ed esigente pubblico dei salotti, ma anche un ambito sempre più eterogeneo di appassionati. Il compositore più famoso in questo campo fu sicuramente Franz Liszt, che ci ha lasciato una cospicua eredità di opere per pianoforte di questo genere, basate in maniera perfettamente bipartisan sui capolavori di suo genero Richard Wagner e del suo arcirivale – almeno apparentemente – Giuseppe Verdi.

Dagli ultimi anni del XVIII secolo fiorirono così opere per gli organici più diversi, dagli ensemble cameristici alle formazioni di strumenti a fiato che si esibivano nelle vie e nelle piazze, fino ai gondolieri veneziani, che nel 1853 si intrufolarono alla Fenice per ascoltare le prove generali della Traviata e fare ascoltare prima delle prima Libiam ne’ lieti calici ai loro passeggeri.

Il programma di questo concerto ci porta in un ambito più salottiero, con le trascrizioni per flauto traversiere e chitarra delle sinfonie iniziali del Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini e del Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa (quest’ultima nella brillante trascrizione di Ferdinando Carulli, uno dei più grandi virtuosi di chitarra della prima metà del XIX secolo), due dei lavori più emblematici dell’opera buffa che dal nostro paese si diffuse a macchia d’olio in tutta Europa. Il grande successo ottenuto da questo leggero ma godibilissimo repertorio – che presentava anche il non trascurabile vantaggio di garantire ottime vendite presso i numerosi musicisti dilettanti dell’epoca – spinse molti compositori a scrivere brani originali basati sullo spirito operistico dell’epoca, vale a dire con una spiccata cantabilità, una incisiva contrapposizione di temi vivaci e di spunti drammatici e una decisa propensione per il virtuosismo, che contribuiva a mandare regolarmente in visibilio il pubblico, alimentando nel contempo il mito degli interpreti di quegli anni.

Tra i compositori più noti e acclamati in questo campo spicca il nome di Mauro Giuliani, autore di una vasta produzione dal carattere salottiero, che seppe catturare l’attenzione anche delle personalità musicali più importanti dell’epoca, tra cui Beethoven, Rossini e Paganini, con il quale strinse una sincera e duratura amicizia.

Anche se non raggiunge gli abissi introspettivi di alcuni contemporanei (come il Titano di Bonn), la musica di Giuliani costituisce ancora oggi non solo un ascolto di rara gradevolezza, in grado di piacere tanto agli appassionati alle prime armi quanto ai cultori dai gusti più esigenti, ma anche lo specchio di un’epoca reduce della Rivoluzione francese e dell’epopea napoleonica e proiettata verso le guerre che avrebbero ridisegnato la carta geografica d’Europa.

Giulio De Felice e Cristiano Arata

Il duo italiano "De Felice-Arata" si esibisce con grande passione ed energia nella musica per flauto e chitarra del primo Ottocento con strumenti originali. L'intento del duo è di riportare i suoni tipici di quell'epoca usando la giusta chiave di lettura, con uno sguardo al passato e uno al presente.

Entrambi i musicisti si sono diplomati con il massimo dei voti e lode al conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, specializzandosi nell’esecuzione di musica classica e preromantica su strumenti d'epoca. Come vincitore della prestigiosa competizione IBLA Grand Prize, il duo si è esibito in numerosi concerti in tutto il Sud-est asiatico (Thailandia, Vietnam, Indonesia, Malesia, Giappone e Corea del Sud), Stati Uniti (Arkansas, Oklahoma, New York alla Carnegie Hall) e Italia; inoltre ha suonato per la televisione nazionale Rai 5 al programma Nessun Dorma.

Academia Montis Regalis

La Fondazione Academia Montis Regalis è un’istituzione piemontese impegnata da 25 anni nella diffusione della musica antica, nel 1994 ha dato vita a un’orchestra barocca e classica con l’intento di promuovere il repertorio sei-settecentesco secondo criteri storici e con l’utilizzo di strumenti originali. È nata così l’Academia Montis Regalis, che fin dall’inizio della propria attività è stata diretta dai più importanti specialisti internazionali nel campo della musica antica tra cui Ton Koopman, Jordi Savall, Christopher Hogwood, Reinhard Goebel, Monica Huggett, Luigi Mangiocavallo, Enrico Gatti, Alessandro De Marchi e molti altri.

Negli anni successivi l’Orchestra ha iniziato un importante sodalizio discografico con la casa francese OPUS 111 ed è stata invitata dall’Unione Musicale di Torino a collaborare alla realizzazione della rassegna concertistica l’Altro Suono, dedicata interamente alla musica antica. Queste collaborazioni hanno dato prestigio e visibilità all’Orchestra, divenuta una realtà professionale tra le più apprezzate a livello nazionale e internazionale, con presenze regolari presso alcune istituzioni concertistiche e festival di grande importanza.

Molti sono inoltre i riconoscimenti ottenuti in campo internazionale per quanto concerne l'attività discografica: Diapason d’Or, Choc Musique, Gramophone Choice. L’Academia Montis Regalis ha affidato per molti anni il ruolo di direttore stabile ad Alessandro De Marchi, affermato direttore d’orchestra italiano, con il quale l’orchestra ha partecipato a un importante progetto discografico, la Vivaldi Edition, che ha come scopo l’incisione di tutti i manoscritti vivaldiani conservati presso la Biblioteca Nazionale di Torino. Il primo CD della collezione, la Juditha Triumphans, realizzato dall'Academia Montis Regalis ha riscosso un successo straordinario in tutto il mondo.

A questa prima incisione se ne sono aggiunte altre quattro, tra cui l’opera teatrale Orlando finto pazzo e una serie di concerti per violino e archi realizzati con Enrico Onofri. In seguito l’orchestra ha registrato per l’etichetta inglese Hyperion il Trionfo del Tempo e del Disinganno di Händel, San Giovanni Battista di Alessandro Stradella e il Davidis pugna et victoria di Alessandro Scarlatti. Dal 2010 l’Academia Montis Regalis è il gruppo residente presso il prestigioso Festival Innsbrucker Festwochen, dove ogni anno mette in scena un'opera barocca e realizza progetti cameristici. Le quattro opere eseguite fino a ora, l’Olimpiade di Pergolesi, il Flavius Bertaridus di Telemann, la Stellidaura Vendicante di Provenzale e La Clemenza di Tito di Mozart, sono state accolte trionfalmente dalla critica internazionale e sono state registrate dal vivo da Sony Classic. Nel corso del 2013 l’Academia Montis Regalis ha inciso due CD con i controtenori David Hansen e Franco Fagioli, rispettivamente con le case discografiche Sony Classic e Naïve. Nel 2005 l'Academia Montis Regalis ha conseguito il Premio Abbiati per l'attività artistica svolta nel settore della musica antica.

 

Enrico Onofri

Violinista, direttore e didatta, Enrico Onofri è nato a Ravenna. Ancora studente è stato invitato da Jordi Savall come primo violino de La Capilla Reial e collabora con ensemble quali Concentus Musicus Wien, Concerto Italiano, Ensemble Mosaïques e molti altri.

Dal 1987 al 2010 è stato primo violino e solista dell’ensemble Il Giardino Armonico. Dal 2002 si dedica anche all'attività di direttore, riscuotendo successo di pubblico e critica e ricevendo inviti da orchestre e festival in tutta Europa, Giappone e Canada. Dal 2004 al 2013 è stato direttore principale di Divino Sospiro. Dal 2006 collabora in qualità di direttore invitato con la Orquesta Barroca de Sevilla e ha diretto anche la Festival Strings Lucerne, la Camerata Bern, la Akademie für Alte Musik Berlin, la Kammerorchester Basel, l’Orchestra Ensemble Kanazawa, il Cipango Consort Tokyo, la Real Orquesta Simfónica de Sevilla, l’Orchestre de l’Opéra de Lyon e molte altre formazioni di alto livello. È il fondatore dell’Imaginarium Ensemble. Riscuotendo i massimi consensi di pubblico e di critica, Onofri si è esibito nelle più importanti sale del mondo, collaborando inoltre con artisti quali Cecilia Bartoli, Nikolaus Harnoncourt, Gustav Leonhardt, Katia e Marielle Labèque, Christophe Coin e molti altri. Molti dei numerosi CD (Teldec, Decca, Astrée, Naïve, Deutsche Harmonia Mundi/Sony, Passacaille, Nichion, Winter&Winter, Opus111, Virgin, Zig Zag Territoires) da lui incisi sono stati insigniti dei più prestigiosi premi internazionali. Dal 2000 è docente di violino barocco presso il Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo ed è regolarmente invitato a tenere seminari e masterclass in tutta Europa e Giappone; è stato tutor e direttore della EUBO, European Union Baroque Orchestra, e nel 2011 la Juilliard School lo ha invitato a tenere una masterclass a New York.

Corrado Rollin

Nato a Torino nel 1957 e laureato in Lettere moderne presso l’Università di Torino nel 1983 con una tesi in Storia della musica, Corrado Rollin è giornalista pubblicista dal 1990.

Dal 1985 collabora con il Teatro Regio di Torino con conferenze e audizioni discografiche sul rapporto tra musica e letteratura. Per la scena ha scritto Il misterioso potere. Mozart nello specchio degli scrittori, una conversazione-concerto con alcuni grandi della letteratura contemporanea. È autore dei volumi Philidor, il musicista che giocava a scacchi (Brescia, Messaggerie scacchistiche 1994) e dei saggi Delius: ritratto di uno sconosciuto. Letture, ascolti, visioni in A Village Romeo and Juliet (Fondazione Teatro Lirico di Cagliari 2002), Buffoni! I molti colleghi di Rigoletto in Rigoletto (Fondazione Teatro Lirico di Cagliari 2003) e La professione della signora Violetta. Tante “traviate” fra delitto, commozione e parodia in La traviata (Fondazione Teatro Lirico di Cagliari 2004).

Fotografie: Fonte I Musici di santa Pelagia

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Articolo pubblicato il 02/07/2018