Firenze - L’arte di Jacopo Pontorno e dei suoi allievi

Capolavori del più grande artista del Cinquecento fiorentino in mostra a Palazzo Pitti

Il progetto espositivo: ”INCONTRI MIRACOLOSI: PONTORNO DAL DISEGNO ALLA PITTURA”(www.uffizi.it) in programma fino al 29 luglio, nelle sale delle Nicchie di Palazzo Pitti, curato da Bruce Edelstein e Davide Casparotto, vengono presentate una serie di opere di eccezionale importanza di Jacopo Carrucci Pontorno, ad iniziare dalla “Visitazione”, “L’Alabardiere”, il “Ritratto di giovane uomo col berretto rosso”,  dipinti di difficile visibilità e soprattutto, per la prima volta esposte  tutte  insieme. L’allestimento della mostra viene eseguito dall’Architetto Mauro Linari.

Alcune opere citate precedentemente sono postate accanto  i  disegni preparatori, ma  non solo, anche tavole di riferimento di altri artisti operanti nella bottega del Pontorno come Agnolo Bronzino con il capolavoro “Il Pigmalione” che la critica  l’attribuisce fra il Pontorno e il Bronzino.  

 La mostra è stata pensata e realizzata insieme al Paul Getty Museum di Los Angeles  e al Morgan Liberty di New York, terminata l’esposizione di Firenze raggiungeranno le sedi espositive americane di New York e Los Angeles  per essere mostrate al pubblico americano.

I capolavori esposti si  concentrano sull’ attività di Pontorno. Il fulcro dell’esposizione è rappresentato da uno dei maggiori capolavori dell’artista “La Visitazione” conservato nella Pieve Santi Michele Arcangelo e Francesco a Carmignano (Prato). L’evento espositivo, dicono gli organizzatori non sarebbe stato possibile realizzarlo  senza  il generoso prestito da parte della parrocchia di Carmignano custode della prestigiosa tavola “la Visitazione” ( dopo il recente restauro). La singolare iconografia dell’opera (cm.207x159)- l’incontro miracoloso tra la Vergine  Maria e sua cugina Santa Elisabetta, nel momento in cui entrambe portano in grembo  i loro figli prodigiosi (Il Salvatore del Mondo  e il Battezzatore).

A corredo  della “Visitazione”  viene esposto per la prima volta insieme, il disegno preparatorio con la quadrettatura predisposta per il trasferimento sulla tavola e l’incisione di Albert Durer “Quattro donne nude” al quale il Carrucci si sarebbe ispirato per definire il gruppo di donne della pala.  

Un eccezionale catalogo edito da Giunti Editore accompagna la mostra dove le opere vengono presentate discusse analiticamente con numerose nuove osservazioni e con il contributo di un affiatato gruppo di specialisti.

Nel 1568 Giorgio Vasari pubblicò la seconda edizione  delle “Vite de’ più eccellenti pittori e scultori , et architettori” con citazione di Pontorno. L’edizione riveduta e ampliata, presentava una novità accattivante: i ritratti  dei protagonisti. All’inizio di ogni biografia figurava l’effige dell’artista, inserita in una cornice scelta fra sei tipologie e identificata dal nome.

“Ritratto di Alabardiere”considerato uno dei più bei ritratti del Cinquecento Italiano (dopo circa trent’anni ritorna in Italia. Nel 1989 venne acquistato dal Getty Museum di Los Angeles per una cifra considerevole 32,5 milioni di dollari) ma è anche uno dei dipinti  più discussi  dalla storiografia, sia per la cronologia sia per l’identificazione dell’effigiato. Da molti anni la critica si interroga chi sia quel bel giovane, elegantemente vestito, con il capo coperto da una berretta rossa ornata di una spilla d’oro, armato di alabarda e con la spada nel fodero sul fianco sinistro. Ormai quasi tutti gli storici dell’arte sembrano concordare che si dovrebbe trattare di Francesco Guardi, giovanissimo soldato della Repubblica Fiorentina durante l’assedio di Firenze, che lo stesso Vasari indicò come il soggetto di un ritratto di Pontorno. Ma molti dubbi sussistono ancora, visto che nella didascalia della foto nel catalogo edito da Giunti - che accompagna la mostra - appare un punto interrogativo. Qualcuno infatti avanza ancora l’ipotesi, già molto condivisa nel corso degli anni, che possa invece trattarsi del Giovane Cosimo de’ Medici, figlio di Giovanni delle Bande Nere, anche lui citato dal Vasari come soggetto di un ritratto eseguito dal Pontorno. Anche qui possiamo ammirare  il disegno preparatore del ritratto.

Nella sala delle Nicchie,  vi è esposto un altro raro capolavoro:  il “Ritratto di giovane uomo con berretto rosso” proveniente da una collezione privata londinese e di recente anche lui restaurato.  Assieme alla “Visitazione”, se non fosse stato concesso  questo capolavoro non sarebbe stato possibile realizzare la mostra fiorentina. L’effigiato nella tavola  si suppone si riferisca a Carlo Neroni (ma non si sa nulla di preciso), in quanto le cronache dicono che l’identità del personaggio si era persa già nel XVII secolo, anche in un inventario del 1733 la tavola è descritta come raffigurante il ritratto del seicentesco rivoltoso napoletano Masaniello. Anche in questa occasione abbiamo il disegno preparatore del quadro definitivo.

Di Agnolo Bronzino viene presentato“Pigmalione” inizialmente  era definito semplicemente”Scena di Sacrificio” quando faceva parte della collezione Barberini. Nel quadro si riporta una scena del racconto di Ovidio, che dopo la preghiera a Venere  vede trasformarsi la sua scultura di avorio in donna viva.

 Un altro capolavoro di Agnolo Bronzino è il  “Martirio di Sant’Acacio e dei diecimila martiri” opera realizzata tra il 1529-1530. Acacio, un generale romano del tempo degli imperatori Adriano e Antonino Pio, era stato inviato a reprimere una rivolta in Armenia. Dopo essersi convertito al cristianesimo insieme alle sue truppe, vinse la battaglia contro i ribelli sotto la protezione della fede cristiana. Nonostante il successo militare, Acacio e i soldati vittoriosi furono attaccati dall’imperatore e condannati al martirio a causa della conversione.

Poche opere quante bastano per apprezzare questo grande pittore fiorentino di tutti i tempi:Jacopo Carrucci detto il Pontorno.

INFO Prenotazioni: Firenze Musei 055.294.883

Orari: Martedì-Domenica ore 8.15-18.50 la biglietteria  chiede alle 18.05

 

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Articolo pubblicato il 07/07/2018