«La Tridentina vive!»: il disperso e la nipote

Silvio Cherio, presidente della Sezione di Torino dell’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia, narra un toccante episodio delle manifestazioni commemorative

Il programma delle manifestazioni commemorative «La Tridentina vive!», organizzate dal Comitato Tridentina 1942-2018 costituito dalle Sezioni Ana di Torino, Asti e Val Susa, con il patrocinio e il sostegno della Città Metropolitana di Torino, si è concluso il 15 luglio, con la partenza dalla stazione di Porta Nuova di un treno storico diretto ad Avigliana a ricordo del viaggio in Russia di numerose tradotte alpine.

Fra le varie iniziative, a Rivoli (Torino), da giovedì 12 a giovedì 19 luglio presso l’atrio del Comune si è tenuta la mostra sul tema “Le fosse di Kirov” organizzata dall’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia (U.n.i.r.r.) Sezione di Torino e da North Appennines Po Valley Park, con il patrocinio della Città di Rivoli. E proprio Silvio Cherio, presidente della Sezione di Torino dell’U.n.i.r.r., a conclusione delle commemorazioni ci ha raccontato un toccante episodio che ho voluto condividere con i Lettori, e che può essere intitolato “Il disperso e la nipote”.

Racconta Silvio Cherio: Silvia Ostinelli è da molti anni socia della sezione torinese dell’U.n.i.r.r. Suo zio Abbondio Ostinelli, caporale nella divisione Tridentina, quinto reggimento alpini, battaglione Morbegno, 45ma compagnia, risulta disperso probabilmente il 26 gennaio 1943 per fatto d’armi che in genere sta a significare non più a ruolino dopo un combattimento.

Silvia questo zio mai conosciuto lo ha sempre vicino, ne parla con tristezza mista a fierezza, gli ha lasciato nel cuore un segno profondo quasi una ferita che non si rimargina mai.

Ne ha cercato una traccia spirituale compiendo per due volte il percorso fatto dalla divisione Tridentina durante il ripiegamento anche lei nel gelido inverno russo.

Mi dice «Io sono fiera di mio zio che con il suo sacrificio, mi ha insegnato il significato di coraggio e abnegazione. Essere esempio per gli altri è un valore molto importante per un uomo e lui lo è stato per me con il suo sacrificio, combattendo fino alla fine, fino alla morte.

Ì piemontesi, ancora oggi come 76 anni fa, si sono dimostrati un popolo generoso e attivo che non ha lesinato aiuto di qualsiasi genere nei confronti dei nostri soldati. Questo rende l’idea del concetto di Patria, coesione, forza e condivisione che dovrebbe essere spiegato ai più giovani con il concetto di impegno, coraggio e dedizione.

Essere esempio sempre e comunque.

Ad Avigliana ho potuto salutare finalmente mio zio.

Come dice Gabriele D’annunzio, i nostri morti vivono e comandano!».

Silvia, lo scalo merci di Avigliana da cui Abbondio è partito, non se lo scorderà mai più, lo dicevano i suoi occhi. Averlo ricordato sfilando a fianco al labaro dell’U.n.i.r.r. ha voluto dir tanto, per sua stessa ammissione.

Solo grazie a persone come lei - così conclude Silvio Cherio - la memoria dei nostri cari che hanno servito l’Italia potrà continuare ad esistere e con essa quell’Italia per cui essi hanno lottato e dato la vita.

Le foto che illustrano questo articolo si riferiscono alla manifestazione di domenica 15 luglio, quando, dopo una breve cerimonia, è partito da Torino diretto ad Avigliana un treno d’epoca con locomotiva a vapore e cinque vagoni di terza classe, dove, oltre ad un centinaio di passeggeri hanno preso posto una trentina di persone con uniformi d’epoca.

Ad Avigliana ad attendere il treno si era radunata una grande folla che ha poi seguito il corteo, composto dai gonfaloni delle città di Rivoli, Avigliana e della città metropolitana di Torino. Procedevano poi i sindaci della zona, i labari U.n.i.r.r. di Torino e Monferrato, i labari di molte sezioni di alpini tra cui Torino, Asti, Val Susa, Brescia, striscioni che ricordavano la Tridentina ed un mare di gagliardetti di gruppi di alpini.

Dopo la Santa Messa, hanno preso la parola diversi oratori tra cui il generale Marcello Bellacicco, comandante della brigata Tridentina.

Particolarmente interessanti, nel pomeriggio, le attività del gruppo di ricostruzione storico che ha rievocato il carico e lo scarico di materiali dal treno.

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Articolo pubblicato il 20/07/2018