Pitagora e la sua scuola.
Elios conduce il carro del sole - Vaso ateniese circa V secolo a.c.

Un essere umano di quest’epoca può sentirsi perso, come un punto isolato, effimero, nell’immensità del tempo e dello spazio. Egli vive il più delle volte in una città, ha una famiglia e delle relazioni sociali apparentemente casuali.

Egli vede e ascolta gli altri esseri umani e ha sentimenti di simpatia o antipatia per loro. Ha paura del futuro e cerca l'amore e la certezza. È come una piccola fiamma nell'universo buio, che si illumina brevemente e poi si estingue. Qual è lo scopo di questa vita?

Tuttavia, se egli dovesse incontrare il saggio Pitagora, ad esempio in un libro, potrebbe leggere: Tu puoi esistere con il tuo corpo e la tua coscienza personale in un certo luogo dell’infinito mondo spazio-temporale; ma come corpo dotato di un io, tu sei l'incarnazione transitoria di un essere eterno: un pensiero di Dio che, come la divinità stessa, può muoversi coscientemente nel tempo e nello spazio ed è in grado di evolversi per una gloria sempre maggiore.

Tu non percepisci le eterne armonie divine delle sfere, che circondano e permeano lo spazio-tempo con l'amore, la libertà e la pace. Tu non le odi perché il tuo corpo e il tuo io non possiedono un organo di percezione idoneo. Fin dall'inizio del tempo, il tuo essere immortale ha più volte creato, quale modo di espressione, un corpo e una personalità mortale. Queste personalità formano, nelle profondità dello spazio e del tempo, una catena d’incarnazioni. Fino ad ora, nessun anello di questa catena ha sviluppato un organo di percezione in grado di intendere le “armonie delle sfere”.

Tuttavia, potresti essere in grado di farlo. Hai non solo il compito, ma anche la possibilità di sviluppare un tale organo. Il tuo essere immortale potrebbe, sulla via della crescita spirituale, divenire cosciente di se stesso, della sua origine divina, dell’eternità e del mondo divino.

Allora, il tuo corpo e la tua coscienza personale potrebbero cambiare totalmente. E con i nuovi occhi spirituali, potresti vedere che la tua vita attuale, questo apparentemente punto di fuga nel mondo spazio-temporale, è la conseguenza necessaria di innumerevoli incarnazioni. Tu potresti comprendere il significato della tua attuale incarnazione. Le coincidenze e le arbitrarietà non ti sembrerebbero più decisive per la tua vita. Comprenderesti quanto piccoli e limitati siano i tuoi attuali interessi, desideri e paure, in confronto a questa possibilità grandiosa, inscritta nell’infinito, del quale tu sei partecipe.

Pitagora (569-474 a.C.) raccontava che egli conosceva le sue precedenti incarnazioni e, nella sua ultima incarnazione, era stato un certo Euforbo. Egli udiva anche l’armonia delle sfere, perché aveva sviluppato organi di percezione spirituali nelle scuole dei misteri dell'antico Egitto, della Persia, della Fenicia e della Grecia. Nel corso di alcuni decenni era diventato ciò che chiamiamo un “liberato” o “iniziato” ai misteri della vita. Questo è il motivo per cui era qualificato ad aiutare altri cercatori di verità ad acquisire tali qualità. Fondò una scuola spirituale – o scuola dei misteri – per tutti coloro che aspiravano ardentemente a conoscere il senso profondo della loro esistenza.

In una città dell’attuale Italia Meridionale, Crotone, intorno all'anno 530 si costituì un gruppo di persone che lo riconobbero come loro maestro. Tutti i costumi e le regole della scuola dei misteri di Pitagora si basavano sulla sua intuizione che un ordine e una energia divina pervadono l'universo, e vogliono diventare coscienti nell'essere umano. Un autore dall'antichità ha scritto: Ogni cosa che essi (i pitagorici) decidono di fare, si può far risalire alla volontà divina [...], perché è insensato aspettarsi la salvezza da altri che dagli dei.

Collegarsi al divino nell’universo era lo scopo che guidava la vita degli allievi di Pitagora, e dava loro la forza di percorrere il sentiero. Ogni giorno offrivano agli dei cibi, bevande e incenso.

Deve essere esistito un culto speciale per Dioniso, i rituali del quale sono purtroppo andati perduti. Ciò non è sorprendente, alla luce del segreto assoluto che era mantenuto nelle antiche scuole misteriche. Tuttavia, ciò che sappiamo è che il centro di gravità di questo culto era il mito di Dioniso.

Dioniso era il simbolo dell'esaltazione spirituale e dell’immortale divinità interiore. Egli fu dilaniato dai Titani, simboli delle forze del mondo non divino. Ma una divinità femminile, simbolo del potere rigenerante dell'anima, raccolse i pezzi e lo ricompose.

Dioniso Zagreo, il figlio generato da Dioniso con questa divinità femminile, combatté e sconfisse i Titani. Così, l'apparentemente morto Dioniso poté essere rianimato. Il dio, che era stato dilaniato dalle forze di attrazione del mondo transitorio, divenne di nuovo vivo e riprese il suo posto nel pantheon divino. Ora Dionisio aveva, come mezzo di espressione, un figlio immortale che era in grado di lavorare nel mondo.

I seguaci di Pitagora, in occasione di feste speciali, probabilmente rappresentavano questo mito negli anfiteatri o negli edifici della scuola. In ogni caso, agli studenti era sempre ricordato il loro compito di accompagnamento rituale, in modo di ricevere l'energia necessaria – attraverso le nuove forze d’anima – per far rivivere l'apparentemente morto Dioniso nel loro stesso essere, e per annullare i legami con il mondo terrestre: i Titani. Così, potevano rivivere come esseri immortali, come Dioniso Zagreo.

 

Articolo tratto dalla rivista Pentagramma - Edizioni Lectorium Rosicrucianum

Scuola Internazionale della Rosacroce d'Oro

https://www.lectoriumrosicrucianum.it/

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 31/07/2018