Torino. Non si arrestano le polemiche sul Numero Unico di Emergenza

Dopo le molestie subite in centro da due donne, è stata rilanciata la richiesta di una centrale operativa interforze

A seguito del tentativo di aggressione perpetrato Sabato mattina, attorno alle 2:00, ai danni di due quarantenni (avvicinate in centro da un uomo di colore nudo), è deflagrata nuovamente la polemica in merito al Numero Unico di Emergenza.

Le due malcapitate, provenienti rispettivamente da Cuneo e dalla provincia di Bari, nello sporgere denuncia hanno asserito di aver vanamente interpellato il 112, senza tuttavia ottenere l’invio tempestivo di una volante.

Il Consigliere regionale Stefania Batzella, Capogruppo del Movimento Libero Indipendente, denuncia come “l’episodio, che non è un caso isolato, mostra ancora una volta l’inefficienza del modello del Numero Unico di Emergenza”, già additato del resto da ben sette sigle sindacali, all’atto stesso della sua istituzione nel Marzo del 2017.

Vigili del Fuoco, Polizia e personale infermieristico avevano infatti a suo tempo caldeggiato la messa in opera di una centrale operativa interforze, che almeno smistasse più efficacemente le richieste di soccorso, coadiuvando in tal modo operatori certo addestrati ma – in generale – carenti di competenze specifiche in ciascun settore. L’istanza era stata rilanciata dalla stessa Batzella, depositaria di una recente interrogazione in Consiglio.

Per quanto concerne l’inevaso appello delle due donne, molestate in Via Calandra all’incrocio con Via San Massimo, Danilo Bono – Vicedirettore della Sanità piemontese nonché principale artefice del 112 – si difende specificando come la telefonata sia stata “alquanto lacunosa”. L’utente avrebbe infatti omesso di fornire informazioni precise circa la propria condizione, troncando la chiamata in corso e dimostrandosi quindi assolutamente non collaborativa con i soccorsi.

Codesta presa di posizione ha comportato un evidente e animato strascico di polemiche, acuitosi con la richiesta di dimissioni del dirigente.

L’Assessore alla Sanità Antonio Saitta, intervenuto nel merito, ha ovviamente cercato di appianare i dissidi, deprecando come spesso “si preferisca cavalcare la strada della polemica invece di tutelare l’interesse del sistema sanitario e dei Piemontesi”. In questo senso, si è espresso, “la campagna di strumentalizzazione che è in atto nei confronti del 118 e del centralino unico di emergenza 112 rischia seriamente di squalificare un servizio che in Piemonte svolge ottimamente il proprio compito da molti anni, con il risultato di creare sfiducia nei cittadini e di danneggiare il servizio stesso”.

Pronta la replica del Consigliere Batzella, la quale ha rimarcato come le lamentate deficienze del Numero Unico di Emergenza siano ben avvertite anche dagli stessi professionisti del settore, già latori di proposte e richieste alla Giunta. Domande ancora in attesa di risposta.

Il punto dirimente consiste nella organizzazione stessa del 112.

Infatti, prosegue il Capogruppo di MLI, “nessuno vuole squalificare un servizio così importante per la popolazione”: tuttavia “è proprio il modello del Numero Unico di Emergenza che non funziona come dovrebbe”. Esso, consistente in un’unica centrale operativa per tutte le tipologie di richieste, non deve infatti trasformarsi in un pericoloso collo di bottiglia. Dunque, conclude Batzella, “il modello 112 ha bisogno di una revisione e ne ha bisogno subito”.

Non serve “dare i numeri”. I cittadini (contribuenti) si aspettano misure ragionate, concrete ed efficaci.

 

(Immagine di copertina mutuata da Diario di Torino – DiariodelWeb.it / Fotografia del Cons. Stefania Batzella tratta da Civico 20 News)

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Articolo pubblicato il 10/08/2018