Come si Governa il disastro di Genova?

Le indicazioni motivate dell’ex Sottosegretario di Stato Bartolomeo Giachino

Ferve il dibattito sulla tragedia che ha colpito Genova e l’economia italiana. Nell’inchinarci alla memoria di quanti sono periti ed ancora attendono il riconoscimento ufficiale, bandiamo le polemiche, ma ospitiamo un intervento qualificato che intende contribuire, con spirito costruttivo ad indicarci le vie da seguire per superare, nel modo ottimale, le conseguenze del disastro

 

Gubernar no es asfaltar”  recita un vecchio detto spagnolo . 

Governare e’ sempre più complesso perché i problemi nella economia globale sono sempre più difficili. 

Ha ragione Mentana: “in uno Stato di diritto prima si fanno le indagini”.

Per governare occorre avere in testa la priorità dell’interesse pubblico. 

La disdetta della concessione alla Società Autostrade se si dovrà fare si farà ma non è la priorità anche perché il Paese che negli ultimi anni ha diminuito gli investimenti pubblici ha bisogno di capire come rilanciare gli investimenti per rilanciare economia e lavoro.

Si faccia un Tavolo Autostrade, Anas, Ferrovie, Enel, Telecom e si chieda di aumentare gli investimenti utili al Paese. 

Accertate le responsabilità  si potrà e si dovrà intervenire anche duramente. 

Non aggiungiamo al disastro anche decisioni che rischiano di allungare i tempi del ripristino della mobilità economica e turistica del Paese.

Il problema del Paese e della sua economia è la mobilità in un’area dove passa quasi la metà delle importazioni e delle esportazioni italiane con enorme ricadute occupazionali.  Il porto di Genova genera quasi 90.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti, di cui il 40% Lombardia, Piemonte e Emilia.

Noi a causa dell’aumento dei tempi di traffico rischiamo di perdere traffici , lavoro e entrate fiscali a favore dei porti del Nord Europa 

Su quel ponte il traffico grazie al blocco della costruzione della Gronda é aumentato di oltre il 300% in questi anni.

I NO oltre a non risolvere i problemi strutturali del Paese, li aggravano e in questo caso le conseguenze , magari accompagnate alla incuria , sono state drammatiche.

Ovviamente occorre vedere se le manutenzioni sono state fatte e sapere da chi doveva controllare (il MIT) perché non sono state fatte.

Prioritario , capire cosa fare per limitare i danni che per parecchio tempo la economia ligure e nazionale dovranno sopportare,  occorre prendere le decisioni sulla mobilità e sulle infrastrutture da realizzare.

Si dovrà fare la tanto bloccata GRONDA e con le esauste casse pubbliche che ci troviamo penso si potrà realizzare solo con una concessione autostradale e occorrerà a realizzare una soluzione transitoria.

Intanto le indagini che speriamo serie e approfondite aiuteranno a individuare meglio le responsabilità.

Si consultino I migliori esperti , non i NO GRONDA, ma chi ne sa di infrastrutture e di ricadute sul sistema dei trasporti e della economia nazionale e poi si decida.

Si metta sul tavolo l’accordo Governo Autostrade per realizzare la Gronda autostradale e lo si sblocchi rapidamente.

Il Presidente del Consiglio sblocchi intanto e finalmente il Decreto , a costo zero, che unifica i controlli alla merce e ne insedi il primo Sportello proprio a Genova.

Così si darebbe un bel messaggio al mondo dello Shipping che a Genova si lavora per diminuire i tempi dei controlli e per movimentare più velocemente la merce.

Alle sfortunate vittime e alle loro famiglie dobbiamo serietà d’impegno, non propaganda .

Possiamo rivalutare la competenza?

Ai membri del Governo consiglio di rileggere sia la storia di Cavour sia quella  del Ministro Paleocapa due esperienze di altissimo livello.”

 

Mino Giachino già sottosegretario ai trasporti nel Governo Berlusconi

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Articolo pubblicato il 17/08/2018