Genova - Un'immane evitabile tragedia

Lutto nazionale e funerali di Stato

L'immagine d'apertura, che ho ricevuto da un lettore, è simbolo di fratellanza e non solo fra le due squadre di calcio della città bensì di tutto il popolo italiano che si deve stringere intorno alle famiglie colpite dal disastro provando a vivere, e mi sia perdonato il termine, un dolore che non avrà mai pace.

Un dolore immenso che nulla potrà mai consolare e che deve essere il monito principe per una società che dice di battersi per i diritti civili e sociali.

Un dolore che non può certo essere lenìto da una cerimonia che arriva troppo presto, prima ancora che si possa conoscere la vera dimensione della tragedia e l'esatto numero dei morti.

Presto anche per poter riflettere profondamente ed a lungo sulla fragilità della vita e di chi ne determina, spesso colpevolmente, poche gioie e troppi dolori.

Presto ancora per poter giudicare in maniera adeguata le responsabilità dell'accaduto senza lasciarsi trascinare dall'emotività del momento.

Ognuno di noi deve aprire il cuore e la coscienza ad un'attenta disamina di ciò siamo o meglio dovremmo essere affinchè la nostra crescita culturale non si riduca al derivante utile personale bensì al bene di chi ci sta accanto, di colei o colui che forse neppure conosciamo, ma cui dobbiamo il sentimento civico del rispetto.

Il mondo dello sport, e del calcio in particolare, deve prendere coscienza dell'accaduto e fermarsi non soltanto nel luogo del disastro bensì annullando la prima giornata del campionato per solidarietà ai fratelli genoani e blucerchiati.

Se ciò non accadrà, mi auguro che tutto ciò che gravita attorno, economicamente e commercialmente, sia devoluto a favore di chi sta cercando di ricostruire quell'angolo di esistenza che il destino, e non mi sento di dire altro, gli ha brutalmente sottratto.

 

Massimo Calleri

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Articolo pubblicato il 18/08/2018