Genova, Di Maio: "Molti politici passati per Autostrade, uno su tutti Enrico Letta".

Il vicepremier grillino all'attacco: "I morti di Genova conseguenza delle marchette ad Autostrade". Poi l'affondo contro Enrico Letta

Di Maio va all'attacco di Enrico Letta. Mentre il governo ha annunciato di aver avviato l'iter per la revoca della concessione a società Autostrade, il vicepremier grillino rinfocola la polemica politica scoppiata dopo il crollo del ponte Morandi a Genova.

Toninelli e Conte hanno annunciato di voler "ribaltare" il sistema delle concessioni. "Faremo di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni e man mano che esse scadono ne approfitterà per impostare queste operazioni sulla base di nuovi princìpi e di più soddisfacenti equilibri giuridico-economici", ha spiegato in una nota il premier. Secondo cui il "processo di privatizzazioni" avviato anni fa è stato fatto secondo "una logica che ha favorito la gestione finanziaria delle stesse e ha oscurato la logica industriale che invece dovrebbe caratterizzarle".

Le parole in politichese del premier si scontrano con quelle molto più dure del capo politico del Movimento. Il quale parla senza mezzi termini di "marchette" della politica ad Autostrade. "Molti dei personaggi politici che hanno permesso tutto questo, oggi o lavorano per Autostrade per l'Italia o sono loro consulenti - attacca Di Maio - Uno su tutti Enrico Letta, ex presidente del Consiglio, passato per il Cda della società che gestisce le autostrade spagnole, comprate dai Benetton con i soldi dei pedaggi degli italiani".

In una lettera ai parlamentari del M5S, Di Maio ha ricordato che "per 5 anni dall'opposizione abbiamo combattuto contro i privilegi di Autostrade per l'Italia, che gestivano e gestiscono le nostre autostrade senza gare e con doveri contrattuali ridicoli". Non manca la polemica sul fatto che i contratti di concessione "siano stati secretati per i vergognosi vantaggi che gli erano stati concessi". "Sono anni che i nostri parlamentari, guidati dal nostro senatore e sottosegretario Andrea Cioffi, ad ogni legge di Bilancio hanno provato a fermare le marchette ai concessionari autostradali. Il crollo del ponte Morandi è figlio di tutti i trattamenti privilegiati e delle marchette fatti ad Autostrade per l'Italia", scrive Di Maio.

"Il bilancio, per ora, è di 39 morti, con famiglie distrutte, feriti, gente che magari resterà in carrozzella per tutta la vita, oltre 600 sfollati che si vedranno la casa abbattuta. A tutte queste persone dobbiamo delle risposte concrete, non solo il cordoglio".

Il governo, dice Di Maio, non intende "arretrare di un millimetro". "Applicheremo sanzioni e chiederemo risarcimenti per centinaia di milioni di euro - spiega il vicepremier ai parlamentari pentastellati - che sono soldi dovuti, non concessioni da barattare con l'eventuale revoca". Poi l'annuncio: "Desecreteremo tutti i contratti dei concessionari autostradali e mostreremo questa vergogna al mondo intero. Chiederemo a tutti i funzionari pubblici che hanno incarichi a vario titolo, anche dentro Autostrade per l'Italia, di dimettersi da uno dei due ruoli".

Dal canto suo Enrico Letta a Dagospia ha fatto alcune precisazioni: "Sono entrato nel Consiglio di Abertis alla fine del 2016, quando questa era una società spagnola, e prima che venisse ventilata l'ipotesi di OPA da parte italiana".

L'ex premier ha poi spiegato che "da Abertis sono uscito, dimettendomi volontariamente, e dandone pubblica notizia nel maggio scorso, esattamente quando è cambiata la proprietà con l'ingresso di Atlantia". E questo "perché, proprio per evitare al massimo possibili conflitti di interesse con le mie precedenti funzioni, ho scelto, una volta lasciato il Parlamento, di esercitare attività professionali fuori dall'Italia". "È quindi vero proprio il contrario - ha concluso Letta - rispetto ai conflitti di interesse di cui, omettendo di raccontare i fatti appena descritti, mi si accusa impropriamente".

ilgiornale.it

 

 

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Articolo pubblicato il 18/08/2018