L'infinito bisogno della Poesia

"Il gomitolo"

L’anima deborda di pensieri

e gonfia il cuore di emozioni.

 

Cammino

assorta,

sognante,

per le vie affollate

e rivivo in esse l’ingorgo della mente.

 

Dovrei trovare un aggettivo

per descrivere il turbinio

che le attraversa,

e una via

per lasciar defluire la folla.

 

Come quando un fiume rompe gli argini,

o le nuvole cariche piangono,

o gli occhi gonfi piovono.

 

Penso al cielo,

infinito,

dove le stelle indicano ai marinai la rotta da seguire.

 

Penso al mare,

infinito,

che il cielo cavalca facendolo infrangere dove vuole.

 

Vorrei essere il mare,

per specchiarmi nel celeste del cielo

e poter seguire la corrente.

 

Vorrei essere la Luna,

per riflettere l’oro del Sole

e vivere nella luce.

 

Sono invece

una goccia insignificante

nel vasto oceano di strade,

e solo un’ombra

nel fuoco del meriggio.

 

C’è posto per me

nell’Infinito?

 

Lo splendore non esiste

senza la carezza di uno sguardo.

 

Le onde non si formano

senza vento,

 

né si scorge la Luna

senza Sole.

 

Cerco, senza trovarlo,

un aggettivo che descriva la Meraviglia,

e che La comunichi

appieno,

anche in un dedalo di strade sofferenti.

 

Non c’è gioia profonda

che non possa sopportare il buio,

se condivisa.

 

L’Infinito

è senza fine.

 

Dunque

Esso è,

anche qui,

e mi contiene,

e io contengo in me un po’ di Lui.

 

Non c’è strada in salita

che non sia anche una discesa,

se percorsa.

 

Domani un altro giorno sorgerà,

e un giorno avrò finalmente ritrovato la strada che cerco.

 

Nel Labirinto mi guida un filo

e,

svolgendolo,

so che

nessuna paura può assalirmi.

 

Sto vivendo tutti i sentimenti della Poesia:

mentre mi guida,

rotolando,

il gomitolo.

 

Sara Garino

 

(Copertina: Pelagio Palagi, Arianna dà a Teseo il filo per uscire dal Labirinto, 1814)

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/08/2018