Incontri con i Poeti: Chicca Morone.

Pubblichiamo alcuni Versi inediti della Poetessa e Scrittrice Chicca Morone

Il 29 Luglio 2018 abbiamo intervistato la Poetessa e Scrittrice Chicca Morone, entrando nella sua dimensione onirica più profonda.

Dalle sue parole è emersa, tra le altre cose, la difficoltà, ovvero l'ostacolo che prova l'artista ad esprimere le proprie emozioni e i propri vissuti più profondi sapendo bene che l'ambiente circostante di lui ha un'altra immagine a cui è legato: esprimere se stessi nella libertà e nella musicalità più profonda comporta qualche rischio...

La scelta della forma letteraria risulta essere determinante per realizzare una comunicazione efficace, sia per quanto riguarda i contenuti che le emozioni.

Comunicare significa anche condividere con gli altri gli aspetti più intimi e profondi, senza quel fastidioso e ipocrita pudore che ci distacca da coloro che vorremmo coinvolgere e rendere partecipi dei nostri aspetti più riservati.

Si potrebbe dibattere all'nfinito su questo argomento, citando vari esempi di Poeti e Scrittori che hanno espresso se stessi utilizzando i più articolati stratagemmi letterari, tuttavia risulterà sicuramente più efficace leggere, con la leggerezza dell'Anima, quanto Chicca Morone scrive, per comprendere che talune Dimensioni "Altre" sono accessibili solamente con l'uso del linguaggio poetico. 

a Graziella

 

Dolci e chiare lacrime

dalla tristezza intrise

di chi ancora ricorda

lo sguardo di tenera

sapienza oltre il materno;

di chi ricorda ancora

dentro al cuore trepido

le nenie di una donna

che diede vita alla vita

di un sogno senza fine.

 

***

 

Non andare via:

la tua voce roca

aleggia

nel respiro degli ulivi,

nello zampillare

del ruscello,

nelle zolle umide

di pioggia.

Non andare via:

onda dopo onda

schiuma e sabbia

ritornano

alla Madre.

E tu

torna da noi

in un lampo

fra cielo e terra,

crepitio di fuoco

senza fiamma

e senza domani,

essenza pura.

 

Di grande sogno vive

chi la morte non teme:

ma tu che porti appresso

il fuoco della terra,

la voce del comando,

l’odore di battaglie;

ma tu che sai vedere

negli occhi dei dannati

la luce del perdono;

nell’orto di una fata tu,

vuoi scrivere il destino?

 

***

 

Che cosa rimane

di un amore screziato

di rosso fiammante

e avvolto

da folate di vento?

Solo brandelli di immagini

lasciate a seccare

come foglie d’autunno

sui viali intristiti

dal continuo ripetersi

del volare del tempo.

Potessi io

accogliere il soffio

di un attimo eterno

e cantare il mio inno,

novella cicala

con il volto specchiato

di nera formica.

 

***

 

Eravamo sole e luna confusi nella nebbia

dei nostri mondi ancora lontani.

Una scintilla d’oro ha sussurrato il nome

e nel mio cuore l’argento vibra ancora:

sente il richiamo di unità terrena.

Vorrei tornare dentro quel sogno

e bere dalla coppa senza lasciare

tutto il mio sapere di donna alata

priva di legami.

Pareva la terra unica risposta

al vivere compiuti in carne e ossa.

Oggi mi vedo dentro ad uno specchio

privo d’argento senza quella luce

che vita fu senza confini. 

Tornerò fra sabbia e onda

e nel sorridere a me stessa

libererò la dea

volando via da inutili visioni.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 03/09/2018