L'angolo della Satira del prof Giancarlo Pavetto - La allegra grigliata di Ferragosto

Si completa l'attenta e critica riflessione sulla tragedia di Genova

Ai piedi del grande palco, su cui l’orchestra suonava di continuo, in modo ossessivo, le musiche de “il padrino”, erano  attovagliati, i dipendenti della galassia editoriale dei De Benedetti. I servili opinionisti di Repubblica, Stampa, ed Espresso, erano lì per portare alla famiglia Benetton i sensi dell’ amicizia e della solidarietà dei loro editori e padroni per la brutta storia del ponte di Genova.

 

Vicino a loro si aggirava furtivo anche Alessandro Sallusti, il direttore de “Il Giornale”, sempre alla ricerca di suggerimenti che gli consentissero, per ordine di Silvio Berlusconi, di diffamare in qualche modo il ministro degli interni Matteo Salvini.  

 

Poco lontano si poteva notare la presenza, non troppo discreta, di un prelato, don Antonio Spadaro, il direttore di Civiltà cattolica.

Il buon bergogliano aveva in mente e pregustava tra una portata e l’altra, una vignetta che si proponeva  di pubblicare sul suo giornale. Vi era disegnato il ponte di Genova al momento del crollo. Solo che in luogo delle automobili che cadevano nel vuoto, lui avrebbe messo (e lo ha poi fatto davvero qualche giorno dopo)  una nave gremita dagli amati migranti della CEI.

 

Distratti dall’alta qualità delle cibarie e dalle note della musica che si irradiavano per tutta la valle , pochi dei convitati avevano notato l’assenza alla grigliata di un importante membro della famiglia.

Nientemeno che Gilberto Benetton, il fratello di Luciano, il grande boss.

 

Turbato dalle critiche feroci che gli giungevano dagli italiani e, nonostante i suoi avvocati gli avessero fatto presente che la magistratura, alle prese con le carte del contratto di concessione, non si sarebbe espressa prima dei canonici sette od otto anni, il Gilberto aveva preferito eclissarsi.

Convocato l’elicottero famigliare, si era fatto trasferire sulle coste della Sardegna dove lo attendeva uno dei due lussuosi yacht a disposizione, il Nanook.

 

Aveva così fatto mancare alla sede della grande grigliata il contributo dell’elicottero, cui era stato affidato l’eclatante compito di riversare sugli invitati una pioggia di petali di rose rosse.

 

Al posto del Gilberto, era stato insediato lo scodinzolante fotografo della famiglia, l’Oliviero Toscano. Era guardato con attenzione da due famigli, che avevano il compito di impedirgli di eccedere nelle libagioni e di insultare gli abitanti del veneto con gli epiteti di ubriaconi e di alcolizzati.

 

Cortina era pur sempre una località delle venezie.

 

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Articolo pubblicato il 05/09/2018