La Spada di Damocle dei Derivati sul Comune di Torino.

Nell’attesa del Messia ?!

Anzitutto facciamo chiarezza su cosa sono i Derivati: i prodotti derivati sono dei prodotti finanziari chiamati con questo nome  perché il loro valore deriva dall’andamento del valore di una specifica attività scelta, oppure dal verificarsi nel futuro, di un evento osservabile oggettivamente. L’attività ovvero l’evento che possono essere di qualsiasi natura o genere, costituiscono il cosiddetto sottostante del prodotto derivato.

Questi strumenti sono stati utilizzati in maniera massiccia con la clientela istituzionale dalle banche commerciali tra la fine degli anni novanta e il 2000, principalmente per tre finalità: ridurre il rischio finanziario di un portafoglio preesistente, (finalità di copertura), assumere esposizioni a rischio al fine di conseguire un profitto, (finalità speculativa), conseguire un profitto privo di rischio attraverso transazioni combinate sul derivato e sul sottostante tali da cogliere eventuali differenze di valorizzazioni, (finalità di arbitraggio).

Il problema più complesso dei derivati è da sempre quello della determinazione del loro valore, o meglio della loro stima: è un aspetto particolarmente importante e nello stesso tempo critico, poiché  richiede complesse attività di analisi. A grandi linee si può dire che il valore di un derivato varia in connessione all’andamento del sottostante secondo una relazione propria di ciascun prodotto rappresentata da una funzione matematica.

Su questo tema, il 3 settembre scorso, si è svolta in prima Commissione Consigliare del Comune di Torino la discussione sui contratti di finanza derivata sottoscritti a suo tempo dal Comune, con vari interventi tra cui quello particolarmente tecnico  di “Assemblea21”.

Il problema dei derivati è molto grave per le finanze della nostra città. Il Comune ha infatti sottoscritto negli anni 2000 contratti derivati per ridurre il rischio del rialzo del ribasso dei tassi di mercato ai quali era esposto in quanto titolare di mutui o perché aveva emesso titoli obbligazionari. Al momento della stipula il Comune ha puntato tutto su uno scenario di mercato che però era soggetto inevitabilmente a modifiche anche radicali nell’arco di decenni. Anche qualora i contratti fossero stati costruiti in maniera equilibrata ma lo sono stati a solo favore delle banche proponenti, sarebbero efficaci solo temporaneamente e sarebbero destinati a diventare in breve tempo controproducenti.

La giustificazione del comune che occorre contestualizzare il momento in cui il contratto è stato stipulato, conferma l’assurdità di queste operazioni e  la rassicurazione dell’attuale assessore che le cose in futuro andranno meglio, poichè i tassi oggi sono a zero e sono destinati a crescere e a quel punto avremo meno perdite e qualche profitto, non può essere raccolta sia perché le perdite saranno ancora copiose per molti anni e perché le attuali condizioni di mercato potrebbero benissimo verificarsi anche in futuro ; inoltre perché non è ammissibile erodere le risorse pubbliche oggi, sperando di compensare le perdite con profitti futuri.

Secondo Assemblea21 che ha avuto accesso agli atti che riguardano le operazioni sui derivati del nostro Comune, diversi contratti hanno delle asimmetrie  ad esempio clausole di chiusura  anticipata unilaterale che consentono alla banca ma non al comune di poter recedere qualora si verificasse un peggioramento del merito creditizio di quest’ultimo; altri contratti sono invece chiaramente stati stipulati  a favore della banca proponente.

Sempre secondo Assemblea21, al 31dicembre 2017 erano ancora vigenti 18 contratti con 5 banche: Dexia Crediop, Intesa San Paolo, JP Morgan, Unicredit, Royal Bank of Scotland, per un debito residuo di oltre 586 milioni.

Degno di nota che sia i precedenti politici che gli attuali pare che non abbiano cercato/trovato vie di uscita da questa drammatica situazione, forse anche perché eventuali accordi con le banche coinvolte sembrano improponibili.

L’unica azione fattibile potrebbe essere il controllo costante di ogni contratto per cogliere il momento meno sfavorevole per chiudere l’operazione. Si tratta di operazioni non facili ma sicuramente dovuta ai cittadini considerato che i derivati costituiscono una scommessa e pertanto non avrebbero mai dovuto essere stati stipulati.

Ancora una volta non ci sono responsabili?

immagine: comune.torino.it

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 07/09/2018