Relatività dello spazio e del tempo.

Le interpretazioni percettive della coscienza umana sono sempre mutevoli come i suoi stati emotivi.

La nostra espressione di vita materiale è resa possibile da una forma energetica in cui si possono osservare onde e particelle.

 

Ciò significa che la materia come elemento solido e continuo è solo un modello mentale condiviso da molti, ma non è lo stato reale delle cose.

 

Tuttavia le convenzioni mantenute troppo a lungo, nonostante sia assodata la loro falsità, finiscono per sostituirsi alla realtà e diventano “riferimento certo” del nostro comportamento.

 

Per esempio, ben sapendo che è la terra a girare intorno al sole, diciamo convenzionalmente che è il sole a sorgere e tramontare rispetto alla terra. Sarebbe come dire che è il sole a girare intorno alla terra. Così lo scriviamo nei nostri calendari e “iniziamo le nostre giornate al sorgere del sole”.

 

Ovvero iniziamo la nostra giornata a partire da un riferimento distorto. Il resto segue di conseguenza e, se occorre, altri riferimenti convenzionali distorti sono pronti ad “aiutarci” nello svolgimento della nostra quotidianità, con il risultato di trasformarla in un teatrino demenziale nel quale recitiamo la nostra parte con grande serietà.

 

Anche questo caso non fa eccezione.

 

L’idea che la materia, per molti secoli ritenuta “mattone della vita”, sia un elemento solido manipolabile come un metallo, continua a fare da riferimento al nostro comune modo di pensare.

 

Partendo da tale presupposto molti aspetti percettivi umani risultano incomprensibili e, fin quando cercheremo una spiegazione ad essi usando sempre gli stessi errati riferimenti di partenza, il risultato non potrà cambiare.

 

Per tentare di rompere l’accerchiamento mentale con cui tali pensieri tengono prigioniera la coscienza mediante preconcetti condivisi, proviamo a prendere in considerazione qualche informazione meno definitivamente “codificata” e non ancora così universalmente condivisa.

 

Per quello che ne sappiamo, ogni cosa inizia da un principio.

Prima dell’inizio, di essa pare non esistere niente.

Subito dopo cominciano ad evidenziarsi le sue caratteristiche specifiche, di cui alcune percepite come positive ed altre negative. Queste caratteristiche sono in grado di modificare il modo in cui la coscienza interpreta lo scorrere del tempo in cui esse avvengono.

 

Ecco alcuni componenti di questo complesso puzzle energetico.

 

 

CAMPO DEI PUNTI ZERO:

 

è il “non luogo” da dove tutto trae origine e fa ritorno.

In esso la “F”, frequenza delle cose si svolge in un “tempo apparente” infinitamente piccolo e “A”, l’ampiezza della loro manifestazione, infinitamente grande, coincide con le linee disegnate in ogni direzione.

 

Dall’esistenza di queste linee, in cui potenzialmente si trova tutto, dipende la possibilità che, mediante onde e particelle, possiamo sperimentare le caratteristiche della materia.

 

Per questo si dice che “l’Origine, il Tutto è come una sfera con il centro ovunque, raggio infinito e limite superficiale in nessun luogo”.

 

Ogni cosa ed essere umano passa infinite volte attraverso il campo dei punti zero, ma non può fermarvisi che per un istante impercettibile.

 

Infatti l’unico modo per poter permanere in esso, per un tempo indefinibilmente eterno, in uno stato di beatitudine in cui l’alternanza positivo-negativo è in ogni istante equilibrata, occorrono condizioni particolari.

 

Tali condizioni si verificano durante un processo di ritorno cosciente a tale campo dopo aver sperimentato di “potere tutto senza arrivare mai a niente”, ed avere abbandonato tutti gli attaccamenti ritenuti assolutamente necessari al mantenimento della nostra esistenza.

 

CAMPO DEL POSITIVO E NEGATIVO:

 

può trarre origine e sussistere solo a partire dal fatto che preesiste un punto zero senza il quale non sarebbe possibile l’alternanza tra positivo e negativo. Per questa ragione si dice che “il nostro mondo non è stato costruito dall’Origine, ma esiste grazie all’Origine”.

 

Senza l’esistenza delle polarità positive e negative non sarebbe possibile sperimentare alcuna manifestazione materiale, esattamente come non esisterebbe modo semplice di rendere evidente l’elettricità se non attraverso la scarica elettrica che si genera tra i due poli di una batteria.

 

RELATIVITÀ DELLA PERCEZIONE DEL TEMPO:

 

quando su un pianeta, la forza di gravità, che determina la possibilità di una manifestazione materiale su di esso, diminuisce, l’ampiezza, ovvero lo spazio, e la frequenza, ovvero il tempo, in cui tale esperienza si svolge, diminuiscono di conseguenza. Avviene allora che in un tempo apparente, per esempio una giornata, possano accadere ed essere osservate molte più cose, per cui si ha l’impressione “che il tempo scorra più velocemente”.

 

Viceversa, quando su un pianeta, la forza di gravità aumenta, l’ampiezza, ovvero lo spazio, e la frequenza, ovvero il tempo, aumentano di conseguenza. Avviene allora che in un tempo apparente, per esempio una giornata, alcuni aspetti di una certa situazione sembrino ingigantirsi, che quella situazione sembri non finire mai, che duri una eternità, per cui si ha l’impressione “che il tempo non trascorra mai”.

 

Tuttavia le ore hanno tutte la medesima durata; però la coscienza può percepirla in modo variabile quanto più essa sia gravata o alleggerita dai nostri fardelli.

 

Così, a dispetto dell’orologio, non tutte le ore hanno la medesima durata!

 

A cosa serve conoscere tutto ciò?

 

Anche in questo caso ci viene in aiuto la voce della nonna che, chinandosi su di noi e accarezzandoci il capo, sussurra sorridente: “ogni cosa a suo tempo”, per ricordarci che tutto ciò che facciamo torna “sempre” utile, quando meno ce lo aspettiamo, a tempo debito, nel fornirci il modo di mettere insieme i tasselli del complesso puzzle della nostra esistenza!

 

Perfino cose ritenute senza senso!

 

Schema e testo

Pietro Cartella

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Articolo pubblicato il 27/10/2018