Vasto (Chieti) - Una grande mostra per onorare la pittura del maestro Filippo Palizzi

Duecento opere per ripercorrere la lunga carriera artistica del pittore abruzzese - Nel 1870 partecipò alla mostra alla Promotrice Belle Arti di Torino esponendo tre dipinti

Terminati gli acquisti dei pacchetti  per le grandi  esposizioni, stiamo riscoprendo e  rivalorizzando  maestri  che in passato erano  stati dimenticati,  ma soprattutto le energie si concentrano su studi, esposizioni, monografie su  capolavori  di artisti  quasi sconosciuti e portati a conoscenza  al  grande pubblico italiano (ovviamente gli addetti ai lavori questo non succedeva) e rivalutati in campo internazionale.

Una di questi maestri e Filippo Palizzi,  che in occasione del  Bicentenario della nascita (1818), il Comune della Città di Vasto in collaborazione con il Polo Museale dell’Abruzzo e la Galleria Nazionale di Arte Moderna Contemporanea di Roma, ha messo in atto una serie si celebrazioni tra cui una strepitosa mostra:”DOPO IL DILUVIO” allestita negli eleganti ambienti del Palazzo d’Avalos di Vasto e curata da Lucia Arbace. La mostra che terminerà il 30 settembre viene accompagnata da un prestigioso volume curato da Lucia Arbace con interventi di studiosi sulla vita e la carriera del pittore, e pubblicato dalla Casa Editrice Rocco Carabba (319 pp. copertina cartonata  Illustrazioni a colori rilegato.

Scrive nel suo intervento istituzionale Francesco Menna Sindaco della Città di Vasto: ”La sua era un’arte modesta, di piccole proporzioni; ma vi era dentro tutto un mondo di colore, di luce, di una verità, di un rilievo palpabile. Non pensava né concepiva grandi effetti pittoreschi: trovava sul  posto i suoi quadri, vacche, vitelli, capre, asinelli, erba, sassi, interni affumicati, e rendeva interessante tutto quello che ritraeva dal vero!”

Alcune opere selezionate e presenti nel percorso espositivo, provengono dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma - dove sono conservate oltre trecento dipinti che Filippo Palizzi nel 1892 donava all’istituzione museale romana – altri capolavori  (oltre centocinquanta) provenienti dai prestigiosi Musei del Mondo, ed altri cinquanta dai Musei Civici di Palazzo d’Avalos)  per un totale di oltre duecento pezzi  ripercorrono attraverso varie sezioni tematiche, l’intero arco dell’attività del pittore abruzzese che ha sviluppato dal 1830 al 1899 ( l’anno del suo decesso avvenuto a  Napoli l’11 settembre).

La lunga e strepitosa carriera artistica  e la personalità di Filippo Palizzi, pone l’accento sulle fasi cruciali della sua arte che si è   condotta in diversi ambiti e articolata da molteplici esperienze che lo hanno portato a confrontarsi con una sperimentazione continua, approdata a risultati di straordinaria modernità con un respiro di levatura europea.

La mostra ripercorre, infatti, tutte le tappe dell’attività artistica iniziata nella città natale (che ora le dedica questa grande retrospettiva), gli anni della sua formazione a Napoli, ai viaggi in Moldavia e nel Nord Europa, allo stringente dialogo con Parigi per l’interessamento del fratello Giuseppe, ai soggiorni a Cavi dei Tirreni fino ad arrivare all’attività artistica presso il Museo Artistico Industriale di Napoli, interamente dedita alla maiolica e alla cesellatura  di bronzi.  

Nel 1848  allo scoppio dei Moti Risorgimentali , Filippo, di famiglia carbonara, partecipa alle sorti del Paese. In una lettera al fratello Giuseppe inneggia:”Viva l’Italia, Viva Pio IX, viva il Regno delle Due Sicilie!”.

Nel 1860 segue ancora  con trepidazione gli eventi collegati all’Unità d’Italia. Amico di patrioti, dipinge il Ritratto di Garibaldi e i Garibaldini prima della battaglia del Volturno. Nel dicembre dello stesso anno  riceve l’incarico di dipingere un’opera con soggetto a suo piacimento per invito del Re Vittorio Emanuele II, con una retribuzione di diecimila ducati. E’ l’avvio di un capolavoro unico:”Dopo il Diluvio “(presente in mostra con quindici bozzetti preparatori).

Nel 1870 con tre quadri partecipava alla Mostra indetta dalla Società Promotrice di Belle Arti di Torino. Il primo rappresentava un episodio della giornata  di Custoza del 24 giugno 1866 quando avveniva il ferimento del principe Amedeo  mentre guidava le truppe all’assalto della fattoria della Cavalchina; il secondo quadro mostrava la medesima scena ma con il Principe che dopo il ferimento veniva condotto all’ambulanza; il terzo quadro raffigurava la carica dei cavalleggeri d’Alessandria contro la cavalleria austriaca nella pianura di Villafranca.

In quel evento Vittorio Bersezio scriveva sulla Gazzetta Piemontese del due giugno 1870:”Artista distintissimo e de’ primi in Italia, ammirato anche all’estero  è il signor Filippo Palizzi, che da pittore di animali si è fatto ad un tratto pittor di battaglie e seppe di raggiungere di botto in questo genere una incontestabile eccellenza”. Un dipinto datato ed esposto in mostra  a palazzo d’Avols, attesta che nel 1839 Filippo Palizzi aveva affinato anche la sua capacità di ritrattista raffigurando  se  stesso imberbe con il pennello in mano.

Nella prefazione del catalogo la curatrice della mostra Lucia Arbace nonché Direttore del Polo Museale d’Abruzzo afferma:”L’obbiettivo- della mostra- è quello di far conoscere non solo la statura del grande artista  ma anche una lungimiranza dei suoi progetti per l’industria e l’istruzione artistica, senza ignorare la modernità di una lezione che va ben oltre i confini dell’Ottocento …”.

Il volume”Filippo Palizzi La natura e le Arti” realizzato in occasione della mostra può essere richiesto alla Casa Editrice Rocco Carabba Rione Gaeta Lanciano CH 66034 www.editricecarabba.it

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Articolo pubblicato il 15/09/2018