XX Settembre

Una ricorrenza storica che la politica e i giornali hanno progressivamente emarginato

Oggi è il XX Settembre. Sino alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, anche l’ignaro cittadino che non leggeva i giornali, apprendeva il significato di questa ricorrenza da due manifesti diffusi dal Grand’Oriente d’Italia, che enfatizzavano la fine del potere temporale dei Papi e la pienezza dello Stato Unitario e del Partito Liberale Italiano, storico partito del Risorgimento.

La canea montata nel corso degli anni ’80 da giudici prevenuti conto la P2, contribuì, per lunghi anni, ad afflosciare le iniziative pubbliche della Massoneria, e il manifesto non fu più diffuso.

In anni successivi, la persecuzione di Di Pietro contro i partiti storici favorì lo scioglimento del glorioso partito di Camillo Cavour e di Giovanni Giolitti, complice il calcolo carrierista del suo ultimo segretario politico. Per cui anche il simbolo e il manifesto dei Liberali sparirono dalla piazze d’Italia.

Che cosa successe però di così importante in quella data per perpetrarne il ricordo? I Bersaglieri piemontesi, corpo fondato nel 1836 da Alessandro  La Marmora, il 20 Settembre 1870 entrarono in Roma, ponendo così fine al potere temporale del Papa.

Tuttavia la presa di Roma, nota anche come Breccia di Porta Pia, non fu soltanto l'episodio del Risorgimento che sancì l'annessione di Roma al Regno d'Italia (di cui sarebbe divenuta capitale l'anno seguente) e che decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.

La data del “XX Settembre”, rigorosamente scritta in numeri romani, dovrebbe essere ricordata e celebrata come il più importante accadimento storico europeo dell'Ottocento. Essa segna infatti la conclusione di un grande fenomeno politico: la nascita della nazione italiana. E in questo senso costituisce il più evidente simbolo del principio di nazionalità, ponendo termine a una lunghissima fase storica durante la quale il Pontefice romano aveva regnato, come un qualsiasi sovrano temporale, su di uno Stato europeo di media grandezza.

Trattasi dell'inizio di una nuova fase, in cui la Chiesa cattolica ha potuto esercitare più liberamente il suo magistero spirituale nel mondo.

Il declino e lo smarrimento del ricordo hanno comunque precedenti antichi.

Infatti, già Edmondo De Amicis, al principio del Novecento, manifestava così  il suo pessimismo: “oggi assistiamo al sostanziale oblio della data del XX Settembre e del suo significato storico e politico. Sembrerebbe cosa poco grave nell'enorme confusione politica e costituzionale che stiamo attraversando ma è invece nello stesso tempo causa ed effetto di tutto ciò. Dovrebbe essere praticata una riflessione dagli uomini più pensosi e da tutti coloro che ritengono la Storia elemento sostanziale della vita di un popolo. Ce ne sarà ancora qualcuno?”.

Chissà… Il quesito rimane aperto.

L'anniversario del XX Settembre è stato festività nazionale sino alla sua abolizione, dopo i Patti Lateranensi del 1929, quando la ricorrenza fu cancellata da Mussolini per compiacere il Papa e poi mai più recuperata. Il Duce aveva deliberatamente ceduto alle richieste delle gerarchie ecclesiastiche per rinforzare il suo consenso e accrescere la sua fama di "Uomo della Provvidenza". 

Nel 2008, Maria Antonietta Coscioni della pattuglia radicale del Pd, e Mario Pepe del PdL, presentarono una proposta di legge per restituire la dignità di festa nazionale a questa data. Tuttavia l'iniziativa non ha avuto seguito.

 

Oggi il ricordo di questo evento - e di riflesso del suo significato nella Storia dell'Italia contemporanea - si va in generale tristemente perdendo, affogato nell'ignoranza generale. Pur avendo ancora, di recente, alimentato polemiche e dissapori.

 

Si pensi a quanto successe nel 2010, quando il Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, annunciò la propria presenza alle celebrazioni romane, accettando l’invito del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno: atei razionalisti, radicali e cattolici tradizionalisti insorsero per i motivi più disparati, senza però cogliere il significato  che tale annuncio intendeva comunicare.

 

Bertone fece la scelta giusta, sia dal punto di vista politico (ribadendo così che l’Italia, nella sua Storia e nel suo Presente è una questione che riguarda i cattolici italiani) sia da quello, più profondo, storico-commemorativo (pregando per la memoria dei caduti di ambo le parti, riconobbe infatti la dignità degli uni e degli altri). Nondimeno, l'ondata di disappunto che la sua presa di posizione fu in grado di sollevare, la dice lunga sulle divisioni e sui contrasti che questa ricorrenza ancora oggi suscita.

 

Per ritornare e concludere con De Amicis, davvero di tutti gli “uomini più pensosi e di tutti coloro che ritengono la Storia elemento sostanziale della vita di un popolo” pare si siano perse le tracce… Per cui, per evitare di ascoltare ricordi posticci e indigesti, scaturiti dall’ignoranza o raffazzonati al banco del Cepu, lasciamo che il giorno in cui  è stata scritta la Storia  -  d’Italia e d’Europa - scorra placidamente come tutti gli altri…

 

Proprio come un fiume di ricordi…

 

Che amarezza! 

 

 

Fotografie: cartolina archivio personale; Corpo dei Bersaglieri

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 20/09/2018