Le ombre del caso McCarrick si allungano sull'accordo tra Santa Sede e Cina per la nomina dei vescovi.

Il dossier cinese per il Vaticano si interseca con quello della pedofilia e il caso Viganò. Ciò potrebbe scatenare nuovi attacchi contro il Papa.

La Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sono sul punto di firmare un accordo sulla nomina dei vescovi nel Paese, ma questo passo storico costituisce già un nuovo fronte aperto di molti settori della Chiesa americana nei confronti di Papa Francesco. Gli stessi siti tradizionalisti che hanno veicolato il cosiddetto comunicato dell'ex Nunzio Carlo Maria Viganò in cui ha chiesto le dimissioni del Papa, temono ora (ma la campagna era già iniziata a gennaio quando sono state pubblicate le prime notizie su un possibile accordo) che il partito comunista cinese di fatto controllerà la nomina dei vescovi cattolici.

 

L'accordo che potrebbe essere chiuso entro questo mese di settembre (il 1 ottobre è il giorno della Festa nazionale della Repubblica popolare cinese) è di tipo solo religioso e non diplomatico, ma questo basta a sollevare dubbi e timori.

 

L'attenzione dei media cattolici americani , come la CNA (Catholic News Agency) in particolare si è concentrata sul ruolo dell'Arcivescovo e ormai ex cardinale Theodore McCarrick (al centro delle accuse dell'ex Nunzio Viganò al Papa ) nel promuovere le relazioni Vaticano-Cina negli ultimi due decenni, come mediatore "non ufficiale", fino al 2016, quindi in piena era-Francesco.

 

Nell'arco di più di 20 anni, infatti McCarrick ha viaggiato in Cina almeno otto volte, soggiornando anche in un seminario di Pechino sotto il controllo dello Stato, spesso servendo anche da ponte tra il Vaticano e vescovi cinesi nominati dal governo. Prima che le accuse di abusi sessuali e molestie diventassero pubbliche quest'estate, l'ex cardinale era stato un esplicito sostenitore di un accordo tra il presidente cinese Xi Jinping e la Chiesa di Papa Francesco.

Il Boston Pilot, organo della Diocesi di Boston, guidata dal cardinale Sean O Malley, ha dato ampio spazio queste informazioni.

Sono citate anche le dichiarazioni che l'ex cardinale ha reso al Global Times nel febbraio 2016 , il quotidiano ufficioso in lingua inglese del governo. "Vedo accadere molte cose che aprirebbero davvero molte porte perché il presidente Xi e il suo governo sono preoccupati per le cose di cui papa Francesco è preoccupato".

McCarrick nell'intervista ha detto anche le somiglianze tra papa Francesco e Xi Jinping potrebbero essere "un regalo speciale per il mondo".

Le precedenti visite dell'ex cardinale includevano incontri con Wang Zuo'an, capo dell'Amministrazione statale per gli affari religiosi e il defunto vescovo Fu Tieshan, ex presidente dei vescovi", cioè la Conferenza della Chiesa cattolica in Cina (BCCCC), un'organizzazione non riconosciuta dalla Santa Sede.

Nel giugno 2014, David Gibson riferì sul Washington Post che McCarrick aveva viaggiato in Cina "l'anno scorso"; per " incontri riservati sulla libertà religiosa". Questo dettaglio conferma, in parte, la testimonianza dell'ex nunzio Viganò che ha raccontato di aver incontrato McCarrick nel giugno 2013, in Vaticano il quale gli avrebbe detto "Il Papa mi ha ricevuto ieri, domani andrò in Cina".

È stato ospitato dal seminario di Pechino durante almeno due viaggi in Cina, secondo un cablo del Dipartimento di Stato del 2006 pubblicato da Wikileaks.

Il vice-rettore di un seminario sotto il controllo dello Stato comunista, padre Shu-Jie Chen, viene infatti descritto due volte come l'ospite di McCarrick nel resoconto diplomatico di Christopher Sandrolini, Vice Capo della Missione presso l'Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede. Chen si è descritto come "il re" del seminario, dicendo che potrebbe fare quello che voleva tra le sue mura. Il diplomatico ha anche annotato nel suo resoconto che il vice rettore "ha minimizzato la persecuzione della Chiesa sotterranea", e che "l'evangelizzazione non era un'opzione per il personale religioso ufficiale". Sembra però esserci stato - riporta la CNA - un'interruzione dei viaggi di McCarrick in Cina tra il 2006 e il 2013, (cioè durante il Papato di Benedetto XVI ) anche se la sua influenza in Cina era ancora attiva.

 

Quindi, come si vede il dossier cinese per il Vaticano si interseca con quello della pedofilia e il caso Viganò. E questo potrebbe scatenare nuovi attacchi contro Francesco, con l'accusa di aver "svenduto " al partito comunista la nomina dei vescovi ( in questo senso i ripetuti interventi pubblicati da gennaio da Lifesite) anche perché la firma dell'accordo avviene nel momento in cui parte la guerra commerciale di Trump alla Cina. Comunque sia si tratta di un altro "dossier" in cui Trono (Presidenza USA ) e Altare (Papa Francesco) si trovano su lunghezze d'onda molto diverse.

 

huffpost.it

 

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Articolo pubblicato il 21/09/2018