Atalanta vs Torino FC 0-0

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: squallido pareggio per i granata allo stadio "Atleti azzurri d'Italia"

Personalmente ho sempre considerato un bravo allenatore, quello che riesce ad adattare gli schemi a seconda dei giocatori che ha a propria disposizione.

Il calcio può e deve essere uno sport bello da vedere e semplice da praticare: il tecnico di San Vincenzo, lo rende difficile per chi lo gioca e atroce per chi lo guarda. Risultato, cinque punti in cinque partite, media da retrocessione.

Il Torino Fc attuale, è una squadra triste, come chi la allena, che affronta gli avversari con la stessa grinta di un cane bastonato.

 

Se a questa atmosfera kafkiana, aggiungiamo le esternazioni dell’imprenditore di Masio, dopo la vergognosa sconfitta casalinga contro il Napoli (“Bisogna resettare e ripartire, a Bergamo dobbiamo avere lo spirito che contraddistingue il Toro. Io però non ho mai detto che l’Europa fosse l’obiettivo”), allora siamo quasi al punto di non ritorno. Tafazzi al confronto è un principiante

Il Dott. Urbano Cairo, dovrebbe però spiegare ai tifosi e soprattutto alla squadra, quali siano gli obiettivi, sempre che ve ne siano: una esternazione, che sicuramente non gioverà all’umore, già sotto i tacchi, di (quasi) tutto l’ambiente.

 

Walter “li volevo cambiare tutti” Mazzarri, stasera manda in campo (3-5-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Djidji; De Silvestri, Meite, Rincon, Baselli, Aina; Parigini, Belotti.

Qualche novità c’è: il rientro di De Silvestri sulla fasci destra, dopo l‘infortunio, Aina a sinistra, l' esordio in maglia granata ed in serie A per Djidji, e soprattutto l’impiego di Parigini, nel ruolo naturale di seconda punta. Zaza già bocciato? Edera? Mah.

 

Primo tempo a serio rischio di abbiocco. Noia totale, a parte due occasioni per i bergamaschi (Gomez e Rigoni) e una per Belotti (unica palla giocabile per il “Gallo“), nei primissimi minuti.

Il Torino pensa solo a distruggere il gioco avversario, non crea gioco, non ha fantasia ed intraprendenza, non cerca mai la porta avversaria.

Belotti solo nella trequarti nerazzurra come il guardiano del faro, Parigini volenteroso e nulla più. Forse era meglio guardare l’Italvolley.

 

Ripresa che comincia sulla falsariga dei primi quarantacinque minuti. L’Atalanta pressa con più decisione, ma senza creare troppi grattacapi a Sirigu. Il Torino si limita a contenere (metafora).

Al ‘62 Gasperini effettua il primo cambio: esce Rigoni, entra Ilicic; dopo pochi minuti Berenguer sostituisce Parigini (questa non l’ho capita), e poco dopo ancora per l’Atalanta Pasalic subentra a Freuler.

Queste, a un quarto d’ora dal termine, sono le uniche note di cronaca. Desolante.

De Silvestri si infortuna nuovamente e Mazzarri è costretto a sostituirlo con Lukic.

Finisce a reti inviolate.

 

Forse non era questa la partita da vincere (quale lo sarà?), resta il fatto che il Torino e il suo allenatore hanno fatto ben poco per vincerla: l’ingresso di Zaza a due minuti dalla fine ne è la controprova. Un tiro in porta nell’arco dei novanta minuti è qualcosa di avvilente, di irrispettoso verso i tifosi.

 

Sei punti in classifica, dopo sei giornate, assestano la squadra al quattordicesimo posto, con una lunghezza di vantaggio sul Milan, che però ha due partite in meno. Troppo pochi.

 

Mi ero ripromesso di commentare le partite con una canzone, a fare da colonna sonora. Per stasera passo, visto che, causa lo squallore generale, mi sono venuti in mente un paio di titoli proprio degli "Squallor" (non le nomino per decenza), e una di Marco Masini, vi lascio immaginare quale.

 

 

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Articolo pubblicato il 26/09/2018