Cuneo. Il Castello di Valcasotto rimarrà ancora a lungo inaccessibile!

In Regione, la Capogruppo Gianna Gancia ha rivolto un’interrogazione all’Assessore Parigi.

Tra le sue bellezze artistiche e naturali, la provincia di Cuneo annovera anche la Reggia di Casotto, poco distante dal Comune di Pamparato. Quest’ultimo è tra l’altro celebre per il fatto di ospitare, da oltre trent’anni, il Festival dei Saraceni, la rassegna dedicata al repertorio preromantico più antica del nostro Paese, nonché appuntamento irrinunciabile per tutti gli appassionati della produzione di Bach e Vivaldi. Non solo del Piemonte, ma anche delle Regioni vicine: un vero e proprio unicum in Europa.

Nei decenni precedenti, all’interno del parco del Castello si tenevano concerti estivi e iniziative culturali di alto livello, oltre alle visite guidate. Poi il buio assoluto. Neppur l’ultimo tratto della strada sterrata per accedere al Castello è oggi percorribile.

Di questa vergogna, di cui qualcuno è indubbiamente responsabile, si è fatta interprete la Capogruppo in Consiglio Regionale Gianna Gancia. Essendo infatti stata l’ultima Presidente eletta della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia ben conosce il problema e gli incombenti danni al Turismo culturale che, anche a causa di questo vulnus, interesseranno tutta la zona di Valcasotto.

Così ha rivolto un’interrogazione in Consiglio Regionale, per conoscere le iniziative della Regione in proposito.

"Il Castello di Valcasotto, dal 2000 nelle disponibilità patrimoniali della Regione, è da dieci anni chiuso al pubblico a causa di lavori di restauro e di recupero funzionale”, ci precisa Gianna Gancia. L’Assessore Parigi ha fornito il quadro degli interventi programmati. Pare siano in corso le procedure per l'affidamento dei servizi, legati da una parte alla realizzazione di una centralina elettrica e dell'acquedotto a servizio del Castello e dall'altra al restauro della Cappella reale. Purtroppo, conclude amaramente la Presidente Gancia, “la conclusione complessiva dei lavori è prevista, se tutto procederà senza intoppi, non prima del 2021.

Ricordiamo ai nostri Lettori di aver potuto raggiungere la palazzina reale, in anni ormai lontani, poco prima della sua chiusura, faticando non poco per ottenere le indicazioni idonee per la visita, nonostante fosse stata la residenza di Caccia di Vittorio Emanuele II, acquistata da Carlo Alberto nel 1837 e costruita sulle fondamenta ancora visibili di un antico monastero dell’Ordine dei Certosini.

L’arredamento appariva in ordine e le sale visitate si presentavano accoglienti e consone. Che cos’è successo in questi anni? Certamente la mancanza assoluta di un rilancio turistico appropriato. La posizione un po’ defilata della reggia, difficilmente raggiungibile in inverno (almeno così ci dicono) a causa dell’assenza di manutenzione che interessa l’unica via d’accesso possibile. E tuttavia la posizione ove si trova il Castello è invidiabile, poco distante dalla Liguria e dalla Costa Azzurra.

Oltre al richiamo turistico”, ci precisa Gianna Gancia, “il Castello potrebbe pure essere indicato, almeno saltuariamente, tra le sedi adatte per ospitare convention internazionali”.

Ma tutto tace. E quale  potrebbe essere il livello di attenzione che la Regione s’impegnerà a riservare a questo sito storico dopo il 2021? Ah, saperlo!

Invitiamo la Presidente Gancia a non mollare per difendere un’opera che si può serenamente definire una delle perle del patrimonio storico della Provincia di Cuneo, tanto amata dalla Casata che fece l’Italia.

Foto in copertina tratta da Libero Quotidiano; foto in chiusura tratta da lastampa.it

 

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Articolo pubblicato il 28/09/2018