Parla il capo dell’Antitrust Ue: regole prima del mercato
“Viviamo nella rivoluzione industriale, digitale e tecnologica, tutto sta cambiando, non solo il modo in cui produciamo ma quello in cui creiamo valore, il modo in cui il capitalismo è remunerato. È importante che il cambiamento avvenga nei limiti del quadro legale”.
Con questo commento, rilasciato in un’intervista a Variety,
È anche interessante la distinzione tra la produzione e la creazione di valore, di per sé storicamente legati, ma che nella sharing economy vedono uno stravolgimento dei loro costi vivi e fissi. È il caso del numero di stanze e staff di Airbnb rispetto alla catena degli hotel Hilton, in cui quello nato sulla rete crea valore connettendo una domanda e un’offerta. E pur operando nel settore “alberghiero”, i costi reali sono dovuti al mantenimento dell’infrastruttura digitale. Secondo Business Insider dell’anno scorso: “la società di compravendita di appartamenti di San Francisco Airbnb ha ora 4 milioni di inserzioni in 191 paesi in tutto il mondo, una cifra che supera il numero di inserzioni detenute dai primi cinque marchi di hotel messi insieme”.
Un’intervista interessante, che dovrebbe suscitare apprezzamenti anche negli euro-scontenti, dal momento che si tratta di porre un argine all’impetuosa crescita dei big oltreoceano e di conseguenza cercare di mantenere in equilibrio, nei limiti del possibile, le società digitali e quelle che si muovono invece sul terreno della materialità.
L.V.C.
(Immagine di copertina tratta da TED.com)
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Articolo pubblicato il 02/10/2018