Lo spread e lo Sceriffo di Nottingham

L’incremento del differenziale penalizza le fasce economicamente più deboli

In questi giorni di cardiopalmo politico e mediatico per via della nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (il tanto discusso DEF), si è tornati, prepotentemente, a dissertare di spread.

A latere del fatto che, nonostante i rutilanti proclami, pochi ne conoscano davvero il significato (e soprattutto le sensibili implicazioni sul portafoglio degli Italiani…), merita oggi rimarcare una misconosciuta conseguenza del suo rialzo.

Se ne incarica il Prof. Beppe Ghisolfi, banchiere, docente, giornalista e scrittore. Forte della Sua quarantennale esperienza come Presidente della Cassa di Risparmio di Fossano, arricchita da prestigiose esperienze in ABI e ACRI nonché dalla recente nomina a Vicepresidente e Tesoriere del Gruppo europeo delle Casse di Risparmio, Ghisolfi è da tempo promotore di un’intensa campagna di Educazione finanziaria.

Pubblichiamo qui di seguito il contributo da Lui redatto per Il Giornale del Piemonte, ove cura una rubrica dal titolo “L’Indiscreto”. In essa, quest’oggi, si evidenzia per l’appunto come siano in errore quanti banalizzano il rialzo dello spread come un fenomeno di scarsa importanza per le fasce più deboli della popolazione.

Presti attenzione chi si spaccia per Robin Hood! Lo spread si comporta, infatti, come lo Sceriffo di Nottingham: e il suo lievitare danneggia i poveri, favorendo i più abbienti.

 

Alla maggior parte degli Italiani non interessa nulla dello spread perché non sanno cosa sia e di conseguenza ne ignorano le conseguenze.

Una cosa però vale la pena saperla. Quando aumenta questo numerino aumenta il costo del denaro. Da quel momento le rate di un nuovo mutuo costeranno di più. Sarà anche più difficile ottenere un prestito perché le banche, che hanno in portafoglio molti titoli di stato, vengono penalizzate nel patrimonio. Di conseguenza dovranno guadagnare come prima ma su un numero di prestiti inferiore.

Anche la raccolta del denaro costerà di più agli istituti di credito. Se lo Stato paga caro l’interesse sui titoli, le banche dovranno adeguarsi per non perdere il risparmio.

Per cui aumentando i costi dovranno aumentare i ricavi. Strada obbligata.

Chi invece deposita il denaro in banca spunterà un interesse maggiore al pari di chi acquista titoli.

Insomma lo spread punisce chi ha bisogno di soldi e favorisce chi ne ha in eccesso. Per dirla in modo più semplice: danneggia i poveri e arricchisce i ricchi.

 

(Fonte: Beppe Ghisolfi, in “L’Indiscreto”, tratto da Il Giornale del Piemonte / Fotografia mutuata da targatocn.it)

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Articolo pubblicato il 07/10/2018