Comunicare lo spread

Su La7, il Prof. Ghisolfi spiega “l’aria che tira”.

Viviamo giorni convulsi di risk off, l'espressione con cui – in gergo economico – s'individua quel periodo caratterizzato da sostanziale pessimismo degli investitori. I quali, ricercando protezione e securtà per i loro risparmi, si orientano verso l'acquisto di titoli di stato considerati affidabili, in primis quelli statunitensi e tedeschi.

Il termometro in grado di misurare questa febbre finanziaria ha un nome, che in Italia viene ormai urlato ai quattro venti, spesso senza che se ne colgano realmente il significato e le conseguenze sulla salute pubblica.

Si tratta del famigerato spread, il differenziale fra il rendimento dei titoli di stato italiani e quello dei corrispondenti Bund tedeschi. Il suo lievitare innalza la temperatura dello scetticismo finanziario, comportando un aumento del costo del denaro.

Lo ha già più volte evidenziato il Prof. Beppe Ghisolfi, giornalista e banchiere, il quale stamane, alle ore 11:00, interverrà su La7 in seno alla trasmissione L’aria che tira.

L'obiettivo è quello di sviluppare un proficuo e costruttivo dibattito con i Politici e gli Economisti presenti in studio, che palesi quanto questo parametro sia, in realtà, una tassa occulta gravante sulle categorie più svantaggiate.

Il Prof. Ghisolfi l'ha in proposito definito una vera e propria tassa sui poveri: “perché penalizza chi ha bisogno di richiedere un prestito alla propria banca, e se lo ritrova più caro e più difficile da ottenere, e viceversa favorisce chi ha molti risparmi da depositare laddove gli interessi sono saliti in alto”.

Un celebre filosofo greco, Epicuro, soleva invitare i propri interlocutori al cosiddetto “vivere nascosto”, nell'accezione di lontano dagli affanni e dalle tribolazioni che la Politica (con l'Economia al traino) comporta.

Di certo il Prof. Ghisolfi non può dirsi un suo seguace, per via dell'impegno e della dedizione che profonde nel divulgare la cultura finanziaria. Un sapere oggettivamente imprescindibile, considerato come l'essere umano – con la sua fitta rete di relazioni materiali – sia massimamente da considerarsi oeconomicus, oltre che sapiens.

Il raggiungimento della consapevolezza richiede tuttavia un percorso di studio e di sensibilizzazione.

Oggi, su La7, la prossima tappa.

 

(Fotografia in copertina mutuata da La Stampa)

 

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Articolo pubblicato il 10/10/2018