Questo non è un Paese per imprenditori

Un'indagine di Cna certifica quanto sia difficile già solo avviare un'attività

 

La burocrazia si conferma grave ostacolo alla libertà d'impresa. Lo certifica la Confederazione Nazionale Artigiani, nel suo studio "Comune che vai, burocrazia che trovi". Un'iniziativa al primo anno, ma che Cna è intenzionata a riproporre nei prossimi. Un'indagine condotta sul campo, in collaborazione con 52 Cna territoriali, in rappresentanza di altrettanti Comuni di cui 50 capoluoghi di provincia.

Davvero impressionanti i dati. Uno su tutti, quello relativo ai saloni d'acconciatura. Per aprirne uno, sono mediamente necessari sessantacinque adempimenti. Un totale di ventisei enti coinvolti. Trentanove file (reali o virtuali) da fare. Quasi 18 mila euro di spesa.

 

Non va meglio negli altri settori oggetto della ricognizione. Il nostro Paese si conferma poco amico della libertà d'impresa.

 

"In Italia — denuncia, forte di quanto emerge dai rilevamenti, Sergio Silvestrini, Segretario generale di Cna —, invece di essere un elemento facilitatore, la burocrazia è un ostacolo potente sulla strada delle imprese che blocca chi ha idee, chi vuole intraprendere, chi vuole crescere e far crescere il Paese. E le prime vittime sono le più indifese: gli aspiranti imprenditori. È una guerra che dobbiamo vincere. Una guerra di liberazione dalla burocrazia che va combattuta ufficio per ufficio, Comune per Comune. Il governo avrebbe le armi per uscirne vittorioso, sapendo che la vittoria vale almeno dieci leggi di Bilancio. Questo è cambiamento. Il cambiamento che trasforma i connotati al Paese".

 

Una sfida che l'Esecutivo dovrebbe accogliere, per essere davvero costruttore di futuro.

 

D.C.

 

(Immagine in copertina tratta da SardiniaPost)

 

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Articolo pubblicato il 10/10/2018