Nel bunker di The Movement l’internazionale dei populisti.
Mischaël Modrikamen

(Bruxelles) The Movement, il club dei populisti anti-Soros, nasce in una villa immersa nel verde, a pochi chilometri dal centro di Bruxelles. “Come vedi c’è anche un grossa piscina qui dietro ma preferirei che non venisse mostrata nel video”. Mischaël Modrikamen, avvocato e leader del Partito popolare in Belgio – e braccio destro dello stratega Steve Bannon – ci accoglie in una delle stanze di casa sua: il nuovo “bunker” dei populisti d’Europa. E del mondo.

 

”Vogliamo riunire tutti i movimenti populisti sotto uno stesso tetto”, spiega. Ma come? “Attraverso tre o quattro principi. Il primo è che vogliamo più sovranità per gli Stati. Il secondo è che vogliamo delle frontiere. Ci sono persone che sono cittadini e altre che non lo sono. E se non ci sono frontiere e valori comuni all’interno di uno Stato, non ci sarà nemmeno una democrazia che funziona. Inoltre vogliamo limitare l’immigrazione. Pensiamo che che ci sia un problema dietro questa ondata immigratoria in corso. E infine vogliamo lottare contro l’islam radicale che minaccia le nostre società”.

 

Un club (mondiale) su invito.

Finora solo due partiti sono stati invitati ufficialmente nel club euroscettico e nazionalista: “Uno è la Lega e l’altro è il partito della Meloni, Fratelli d’Italia”, sottolinea Modrikamen. “Quando ho incontrato monsieur Salvini a Roma (il sette settembre, ndr), gli ho detto che è diventato quasi un’icona tra i partiti populisti di tutto il mondo e, naturalmente, in Europa. Dicono sempre che i populisti siano solo parole e parole. Be’, lui ha dimostrato che non è affatto così”.

 

“Federare i partiti populisti”.

The Movement non cercherà di influenzare l’Unione europea, ma supporterà i movimenti populisti in modo tale da federarli. “Federarli significa che cercheremo di spingerli a creare un gruppo unico nel prossimo Parlamento europeo”. Sondaggi profondi, big data e consigli strategici saranno solo alcuni degli strumenti a disposizione. “Non vogliamo insegnare cosa fare a monsieur Orban o a monsieur Salvini, piuttosto vogliamo metterci a disposizione di quei partiti più piccoli e giovani per farli crescere”. La nascente internazionale populista è finanziata esclusivamente da fondi privati. “Americani ed europei – specifica Modrikamen – Bannon metterà una parte dei suoi soldi e io farò lo stesso. Tutte le fonti sono e saranno sempre legittime”.

 

The Movement sfida Soros.

Sembra proprio che per la prima volta, l’Open Society di Soros avrà un vero “nemico”. “Oggi nel mondo ci sono due visioni: una globalista, in cui non ci sono frontiere e l’uomo è interscambiabile. E i globalisti sono molto organizzati: hanno l’Unione europea, Davos, il Bilderberg e naturalmente il sostegno dell’Open Society di Soros che inietta miliardi nelle cause progressiste. Poi ci siamo noi, i sovranisti. Per il momento noi veniamo ognuno dal suo Paese, mentre loro, i globalisti, sono organizzati molto bene”.

 

“Come ho incontrato Bannon”.

Lo chiamano il braccio destro di Bannon in Europa, ma monsieur Mordikamen è molto di più. “Sono stato uno dei primi a supportare Trump in Belgio e, quando è stato eletto, ho mandato un messaggio alla sua amministrazione in cui spiegavo che The Movement sarebbe dovuto diventare un movimento globale. Poi qualche mese dopo ho ricevuto una telefonata da Nigel Farage, che io conosco molto bene. Mi ha detto che aveva parlato a Bannon del mio progetto The Movement e che gli era piaciuto molto. Allora abbiamo organizzato un pranzo a Londra. È stato un vero e proprio “match”. Steve iniziava una frase e io la finivo. E viceversa. Avevamo proprio la stessa visione delle cose e di quello che bisognava fare”. E da lì, be’, i due non si sono più lasciati. I populisti d’Europa (e del mondo), quindi, ora avranno una casa. È questa villa nascosta nel verde, al numero 42 dell’Avenue du Houx di Watermael-Boitsfort (Bruxelles).  “Io qui ci abito e ci lavoro. Però, come può vedere, ci sono sale da ricevimento e al piano di sopra ci sono circa 300 metri quadri d’ufficio”, spiega Modrikamen. E poi conclude con un sorrisetto: “Un po’ di posto direi che ce l’abbiamo”.

 

gliocchidellaguerra.it

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Articolo pubblicato il 12/10/2018