Il voto che fa tremare Angela.

La vera partita sul futuro dell’Unione europea (e sulla Merkel) si gioca domenica in Germania. Più precisamente in Baviera – più grande Land per estensione e importanza economica del Paese – dove il 14 ottobre nove milioni di elettori voteranno per eleggere i loro rappresentanti in Parlamento.

 

In Baviera la Csu – che al Bundestag va a braccetto con la Cdu di Angela Merkel – si è costruita una storia di successi elettorali. Fatta eccezione per una pausa di cinque anni, il partito ha espresso dal 1957 il proprio governatore e ha potuto contare sulla maggioranza assoluta nel parlamento di Monaco per più di 50 anni. Ma domani, le cose potrebbero cambiare. E il vento del Sud della Baviera potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione.

 

Cosa dicono i sondaggi.

Secondo gli ultimi sondaggi, la Csu continuerebbe a essere il primo partito della regione: ma passerebbe dal 47% delle precedenti elezioni a un misero 33%. Un record negativo per il partito del governatore Markus Soder, che sarà costretto a cercare alleati per riuscire a formare un esecutivo che abbia una tenuta più o meno stabile.

 

Ma chi potrebbe essere la seconda gamba del governo del Land? Stando ai sondaggi, il problema non è di poco conto. Le ultime rilevazioni danno un’ascesa dei Verdi (al 18%). Ma nella regione avanza, o meglio galoppa, l’euroscettica e populista Afd (Alternativa per la Germania) data tra il 10 e il 14%. Segue lo Spd con un possibile 11%, a pari merito con l’altro partito di destra: i  Freie Wähler.

 

Partito da non sottovalutare quello degli “Elettori liberi” perché anch’esso euroscettico, profondamente critico sulla politica migratoria e ampiamente conservatore: insomma, l’Afd non è l’unica destra “radicale” in Baviera.

Si sa, i sondaggi non sono mai in grado di rivelare perfettamente le idee degli elettori. Nel segreto dell’urna le cose cambiano. E molte volte i voti “di pancia” si sono rivelati in qualche modo esagerati dalle agenzie di stampa o, al contrario, sottostimati.

 

Proprio per questo motivo, c’è chi dice che in realtà i Verdi, che pure vivono un periodo di forte crescita in tutta la Germania, non sfonderanno, come invece dicono i sondaggi. Ma, di contro, c’è anche chi dice che molti elettori dell’Afd non dichiarano pubblicamente di votare il partito dell’ultradestra. E questo sarebbe un grosso problema non solo per la Csu, ma anche per la tenuta del governo di Angela Merkel.

 

Un terremoto a Berlino.

Un cambio di programma nella regione equivarrebbe a un vero e proprio terremoto a Berlino. Negli ultimi tempi, infatti, la Csu di Horst Seehofer è stata protagonista di ripetuti scontri con la Cdu per le divergenze sulla questione immigrazione. Scontri che hanno messo a rischio più di una volta la tenuta del governo nel quale la Csu ricopre ben tre incarichi ministeriali (Interno, Trasporti, Cooperazione economica e sviluppo).

 

E dal momento che queste elezioni in Baviera potrebbero trasformarsi in una sorta di referendum sull’immigrazione, è chiaro che il voto di domenica può dare un colpo durissimo alla Grosse Koalition. Specialmente se a fare man bassa di voti dovesse essere l’Afd e soprattutto se dovesse crollare il partito che garantisce la tenuta del governo tedesco.

 

Le possibili conseguenze.

In caso di tonfo della Csu, a Monaco potrebbero cadere delle teste. Ed è chiaro che una di queste sarà quella del ministro dell’Interno Seehofer. Che a quel punto potrebbe anche subire una sfiducia del partito. Ma le conseguenze dell’eventuale crollo del partito cristiano-sociale potrebbero essere ulteriori e colpire la cancelliera sotto vari fronti.

 

Innanzitutto, in caso di caduta di Seehofer, si creerebbe un vuoto di potere interno al partito gemello della Cdu. Chi ne prenderà il suo posto? Se la Csu decidesse di ristrutturarsi scegliendo una linea moderata di stampo merkeliano, tutto sommato a Berlino il terremoto potrebbe avere conseguenze meno gravi. Ma se la Csu decidesse di intraprendere una forte virata a destra per strappare consensi all’Afd e agli Elettori liberi, allora potrebbe anche essere complicato mantenere in vita la Grande Coalizione.

 

E se è la Grande Coalizione, ovvero la Merkel, il vero obiettivo di questo voto in Baviera, allora le conseguenze potrebbero riversarsi anche all’interno del suo partito.

Come spiega Maria Giovanna Maglie su Dagospia, “un crollo della Csu potrebbe essere l’occasione che aspettano gli avversari della cancelliera all’interno del partito per poterla accompagnare alla porta.

 

Ci sono personaggi come il ministro della Salute, Jens Spahn, che contesta ferocemente la politica filo Islam, o quello dell’Agricoltura, l’anti-abortista militante Julia Klöckner, c’è un nucleo forte di conservatori che non hanno mai accettato dopo il crollo delle elezioni dell’anno scorso la nuova riproposizione della Große Koalition”. Quali sono i loro modelli di riferimento? L’Austria di Sebastian Kurz o la Repubblica Ceca. E sono in molti a Berlino e a Bruxelles a tremare. Perché se vira a destra anche la Germania, vira a destra tutta l’Europa.

 

C’è già chi parla di “democrazia sotto pressione”, come per esempio il presidente del Bundestag, Wolfgang Schauble, che in un’intervista a Repubblica commenta le “difficili” previsioni di domenica. Insomma, se la Csu perde in Baviera è come se alla Merkel venisse amputato il braccio destro. E se è già stato deciso che in futuro il ménage con la Afd non s’ha da fare, allora, cosa succederà?

 

gliocchidellaguerra.it

 

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Articolo pubblicato il 13/10/2018