L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: Grandi Opere tenute in ostaggio dalla burocrazia

Quella stessa che ha sempre rallentato la messa in atto di provvedimenti dal carattere immediato

Un esecutivo di grande spessore politico e operativo si trova a combattere con la burocrazia, quella stessa che ha sempre rallentato la messa in atto di provvedimenti dal carattere immediato. E mi riferisco alla realizzazione delle Grandi Opere ed al mantenimento in perfetta efficienza e sicurezza di quelle esistenti che incontrano un labirinto di intoppi che sposano sempre la dichiarata mancanza di fondi.

Quasi non si sapesse che strade, ponti e viadotti debbano essere sotto costante monitoraggio fin dal giorno dell’inaugurazione, fin da subito dopo il taglio del nastro inaugurale e non abbandonate all’esito del collaudo. Ciò non vuol dire mettere in dubbio quest’ultima fondamentale funzione da parte dell’organo competente, bensì evidenziare che periodi troppo lunghi hanno sempre separato le successive temporizzazioni.

Quel che dà da pensare è la straordinaria capacità di trovare finanziamenti quando in ballo c’è la conservazione del prestigio personale e, quindi, del credito di immagine; situazioni che appartengono al passato, più o meno recente, ma che cercano di creare ostacoli a chi vuole il ripristino della legalità in tutti i settori ed un’operatività immediata nelle gravi situazioni di emergenza.

Oggi, sulla scia del disastro Morandi e di ciò che sta rallentando, per l’appunto, l’opera di immediato intervento, assistiamo ad una fastidiosa diatriba sulle competenze e sulle responsabilità da accertare, ben certo, ma mentre i lavori vengono assegnati e prendono corpo. Intanto un altro ponte crolla, in Sardegna, e si moltiplicano le segnalazioni devastanti sulla condizione di strade ed autostrade, ponti e viadotti trascurati dalla colpevole negligenza di chi se ne doveva occupare.

Tutto ciò rientra nella salvaguardia del territorio che fa parte della sicurezza dei cittadini, quella che l’attuale Governo si sforza lodevolmente di mettere in atto nonostante le difficoltà create ad arte da un’opposizione sterile e strumentale.

A mio parere, anche l’abolizione delle Province ha influito sulla insufficiente salvaguardia del territorio eliminando quell’istituzione che era il vero organo di controllo efficiente e quotidiano. Se andiamo a vedere, lo scollamento fra le istituzioni locali ed il potere centrale ha perso così l’anello di congiunzione determinante per ottenere i risultati soddisfacenti o per lo meno tali da garantire la serenità dei cittadini tutelati al meglio in occasione delle calamità naturali come pure in quelle provocate dall’incuria.

Ebbi a sentire, tempo addietro, che la difesa del territorio non porta voti e devo purtroppo dare ragione a quel Primo Cittadino del cuneese che mi manifestò la grande preoccupazione per ciò che si sarebbe potuto verificare. E puntualmente accadde in occasione delle grandi nevicate del 2008 e delle alluvioni dell’anno successivo.

Ma ciò si esaurì nell’intervento specifico e nulla più.

Precarietà diffuse ricordano arcate di paese puntellate per “contenere” le vibrazioni prodotte dal transito quotidiano di quattrocento mezzi pesanti, o poco più. E ciò a causa dei litigi politico ambientali che hanno impedito la realizzazione di una circonvallazione.

Esempi che confermano come la sicurezza della cittadinanza venga sempre penalizzata dalla burocrazia che si manifesta nelle peggiori espressioni che mal si celano dietro un garantismo esasperato che blocca di fatto la necessaria operatività.

Anche oggi troppi compartimenti stagni stanno cercando di ostacolare quella svolta indispensabile per un sano cambiamento: quello che l’attuale coalizione governativa è in grado di attuare e sta faticosamente costruendo sulle macerie di “antichi” terremoti e di grovigli di cemento armato.

     

             Civico20News    

    Il Direttore Responsabile                                   

            Massimo Calleri     

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Articolo pubblicato il 14/10/2018