Mediaset: una deriva controcorrente e rancorosa

Dominata dal politicamente corretto

E’ probabile che il Confalonieri ed il Berlusca figlio, non si siano ancora resi conto che il vento in Italia è cambiato e che non siamo più ai tempi dei progetti tematici promessi ma non tradotti in realtà del loro padrone.

O forse se ne sono accorti benissimo e questo ha scatenato in MEDIASET un sentimento che è un mix di rabbia e di frustrazione.

L’ultima goccia che, in ordine di tempo, ha fatto traboccare il vaso è stato il risultato dell’agenzia di indagini economiche Standard & Poors che non ha bocciato, come Mediaset da mesi attendeva e sperava, la manovra finanziaria del governo Salvini Di Maio.

I due dirigenti ed il loro padrone si erano preparati da tempo. Avevano impedito per mesi l’elezione alla presidenza della RAI dello scrittore Marcello Foa, nel timore che non fosse coerente con il sempre vivo progetto di  alleanza tra F.I. ed  il PD, e potesse incrinare l’assedio concordato contro l’attuale governo.

E soprattutto non partecipare all’attacco concentrico contro Matteo Salvini, reo di avere sottratto a F.I. la leadership del centro destra.

Avevano poi insediato alla direzione del loro TG4 uno dei giornalisti più sinistrorsi reperibili sul mercato, ossia il Gerardo Greco, prelevato addirittura dalla covata del TG3 RAI (in passato tele Kabul) dove si era distinto, con la conduzione della sovversiva Agorà, per le prese di posizione contro l’attuale compagine governativa.  

Altri importanti eventi a carattere nazionale ed  internazionale avevano sospinto Mediaset sulla china sinistra del politicamente corretto.

A)  La delusione per l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, presentata con prospettive tragiche dagli inviati di Mediaset che, per mesi, ogni giorno,  hanno insistito sulla  stupida faziosità del Russia-gate ed alimentato la speranza in un impeachment.

Ignorando, o negando alla stregua di una piccola “pravda,” i successi conseguiti in tutti i campi dalla attuale presidenza americana.

B) Le disfatte elettorali subite in Germania dall’amica Angela Merkel, ormai in procinto di lasciare l’attività politica e con la quale è ancora vivido nella memoria del cav. il ricordo dei tempi felici in cui lui, si poteva dilettare nei loro incontri, giocando a nascondino negli ingressi dei palazzi istituzionali.  

C) La cocente sconfitta rimediata da F.I. alle elezioni regionali nel trentino-alto Adige, nonostante il personale impegno di Berlusconi, dove il partito è praticamente scomparso.  

D) La recentissima elezione alla presidenza del Brasile di Jair Messias Bolsonaro, di chiare origini italiane, che, impersonando una cultura di destra, è stato dipinto dagli ascari e dalle gracidanti prefiche dei telegiornali berlusconiani come un ex militare (sic!) e uomo autoritario addirittura prossimo ad un golpe.

La rabbia di Mediaset, alimentata anche dal calo dell’audience, sta raggiugendo toni esasperati e produce ogni giorno nuove perle politicamente corrette. Come quella di invitare alla lettura della  rassegna stampa serale di telecom5 una giornalista tra le più sinistrorse. Una donna attempata, dall’aspetto segaligno e dalla costituzione fisica analoga a quella di una sogliola. Che, naturalmente, ha letto con attenzione solo i titoli e gli articoli di Repubblica, Corriere e Stampa frammentandoli con interiezioni quali “mannaggia, mannaggina” e “dio,dio, dio”.

Tre giorni or sono in una trasmissione serale di quarta rete, condotta sotto la supervisione del compagno Greco, il povero Porro (anche lui sottomesso al mainstream  politicamente corretto) è stato costretto a confrontarsi con gli ospiti sul tema della povera Desirèe. E, come dei qualunque Mughini e Gad Lerner, ha quasi ignorato gli autori dell’infame massacro, una multinazionale composta da ghanesi, nigeriani e senegalesi, ossia di africani invitati in qualità di “risorse” dalla coppia Bergoglio&Boldrini e protetti dai “partigiani d’Italia (ANPI)”.

Allo scopo di distogliere ogni riferimento al  tema dell’immigrazione e per concentrare l’attenzione degli ascoltatori sulla responsabilità della famiglia della povera fanciulla.

A tanto può giungere l’infatuazione di certi mass media per ciò che è politicamente corretto.

 

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Articolo pubblicato il 02/11/2018