Italia: cresce lo Smart Working

Avanti le grandi aziende, in ritardo le PA

Con l’aumentare delle potenzialità dell’infrastruttura per la connessione Internet, la possibilità di incrementare il telelavoro cresce. Da questo punto di vista, “i benefici economico-sociali potenziali. Si può stimare un miglioramento dell’equilibrio fra lavoro e vita privata per circa l’80% dei lavoratori. Per questo bisogna accelerare e promuovere la diffusione delle iniziative nelle diverse organizzazioni presenti sul territorio” afferma Mariano Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working per Il Corriere delle Comunicazioni.

 

Stando a quanto emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano però le grandi imprese sono più avanti nell’adottare questo nuovo modo di lavorare, rispetto alle Piccole e Medie Imprese e ancor più alle Pubbliche Amministrazioni.

 

Il numero dei lavoratori impiegato in questo tipo di progettualità è cresciuto del 20% nel 2018, toccando quota 480 mila. Il 56% delle grandi imprese del campione analizzato ha avviato dei progetti strutturati di Smart Working, mentre un anno fa erano il 36%. L’8% invece prevede di introdurre progetti nel prossimo anno. In campo PMI lo Smart Working resta invece stabile sul 2017: l’8% ha in mente delle progettualità strutturate per adottarlo, mentre il 16% informali. Nell’ambito della Pubblica amministrazione si parla di progetti strutturati per l’8% (più 3% rispetto al  2017). In generale però le realtà statali sono lente nell’innovarsi. Infatti nel 36% delle PA lo Smart Working è assente ma di probabile introduzione, nel 38% incerta, il 7% non è interessata.

 

A livello di risultati in ambito lavorativo, lo Smart Working ha un impatto positivo sulla responsabilizzazione (secondo il 37% del campione), sul coordinamento (33%), sulla condivisione delle informazioni (32%), sulla soddisfazione (32%) e sulla qualità dello stesso (31%).

 

L.V.C.

 

(Immagine in copertina tratta da Tiscali Tecnologia)

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Articolo pubblicato il 02/11/2018