Montanari razza fiera

Questo romanzo storico valdostano, scritto da Marco Gentile, ricostruisce origini e storia della canzone simbolo del popolo valdostano, “Montagnes Valdotaines”

La canzone “Montagnes Valdotaines” rappresenta oggi il canto che simboleggia il popolo valdostano e, dal 2006, è l’inno della Valle d’Aosta. In precedenza, per decenni, è stata la sigla del notiziario radiofonico “La voix de la Vallée!”, trasmesso a mezzogiorno dalla sede regionale della RAI.

Le origini di “Montagnes Valdotaines” sono però assai più remote, nel tempo e nello spazio.

Nella prima metà dell’Ottocento, Alfred Roland, vagabondo menestrello pirenaico, e i suoi 40 coristi, partono per una grande tournée attraverso le più importanti Corti di tutta l’Europa e il Medio Oriente. Roland è autore delle note della melodia “Tyrolienne des Pyrénées” che, pur con alcune varianti, piace alla gente e prende nomi diversi. Così questo spartito musicale giunge rocambolescamente a Torino, città in festa per lo sposalizio del futuro Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide, nella Roma papalina e persino al Santo Sepolcro di Gerusalemme. Ma dopo cent’anni, soltanto in una “Piccola Patria”, quello spartito rivive con le voci corali alpine, quale audace grido di riscatto del particolarismo valdostano nel Ventennio fascista, quando verso il 1932 è trasformato in “Montagnes Valdotaines”.

Si tratta di un’avvincente avventura musicale da rievocare lungo due secoli, al lento e regolare passo montanaro, o seduti in carrozza al trotto dei cavalli, sino ad una fortuita, inopinata scoperta ai giornali nostri.

Autore di questo romanzo storico è Marco Gentile (Torino, 1972), che dai 2 ai 6 anni di età è vissuto in Brasile dove i suoi genitori si erano trasferiti per lavoro. Qui inconsciamente la meraviglia per gli svariati animali esotici, ed il lussureggiamento dei colori, delle forme, dei profumi del Paese e dei costumi della gente, hanno rappresentato nella sua infanzia l’imprinting di quelle che saranno le sue passione maturate nell’adulto: quella intima per le bestie - e la sua beatitudine fra di esse - e la stimolante curiosità etnografica.

Rientrato in Italia ha trascorso la giovinezza tra la sua Città e la Valle d’Aosta dove fuggiva al primo momento libero, amando profondamente la montagna, e dove d’estate ha avuto la fortuna di condividere ancora le tradizioni contadino-montanare locali, l’espressione della fede valligiana e la realtà bucolica del pascolo e degli alpeggi.

Gli studi al Liceo Classico Valsalice coniugano alla sua vocazione naturalistica l’interesse per l’arte, la storia e le antichità. Laureatosi in Veterinaria presso l’Ateneo torinese è ad oggi, a tempo pieno, il medico degli animali, realizzando così il suo sogno da bambino.

In questo suo romanzo, all’esordio, egli è riuscito a concentrare e ad esprimere le tre cifre che intimamente caratterizzano la sua vita: l’amore quasi empatico per gli animali, ed in particolare modo per il cane ed il cavallo, il gusto per la storia sabauda di Torino, e la ricerca delle sue origini familiari con una predisposizione d’animo affine alla “pietas” latina.

«Montanari razza fiera», è stato presentato in anteprima assoluta a Torino, giovedì 8 novembre, presso il Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, Sede istituzionale della Città metropolitana di Torino, in Sala Consiglieri, per gli «Incontri a Palazzo Cisterna», a cura degli Amici della Cultura, con la partecipazione dell’Autore.

Ha fatto gli onori di casa Anna Randone dell’Ufficio Stampa della Città metropolitana. Hanno poi preso la parola il pittore Massimo Alfano, che ha letto una partecipe “recensione” del libro scritta da Luciano Caveri, Presidente della regione Autonoma Valle d’Aosta nel 2006 al momento della proclamazione di “Montagnes Valdotaines” come inno valligiano, dove Marco Gentile è stato definito «veterinario-letterato», e il generale Lodovico Triscari, responsabile della associazione organizzatrice.

 

Si ringrazia il signor Michele Ciciretti per le foto.

 

Marco Gentile

Montanari razza fiera. Romanzo storico valdostano

Araba Fenice, Boves, 2018 – pp. 208 - € 19:00

 

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Articolo pubblicato il 13/11/2018