La proposta italiana di web tax resta al 3%

La Lega ritira l’emendamento con cui avrebbe alzato l’aliquota al 6%

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, si stringe il cerchio attorno alla web tax.

 

Di recente la Lega ha annunciato il ritiro dell’emendamento, presentato in commissione Finanze della Camera, con cui la andava a modificare. Come riporta Il Corriere delle Comunicazioni: “la proposta di modifica prevedeva un’aliquota al 6% sull’ammontare dei corrispettivi, al netto dell’Iva, relativi alle prestazioni di servizi online indipendentemente dal luogo di conclusione della transazione’”.

 

Sembra quindi che la proposta di web tax italiana, contenuta nella legge di bilancio 2018, sarà definitiva con una: “tassa del 3% applicata come ritenuta alla fonte sulle transazioni e [che] colpirà solo i soggetti che effettuano oltre 3 mila transazioni di servizi nell’anno solare. Come contraltare scompaiono sia le comunicazioni all’Agenzia delle Entrate – e dunque lo spesometro per tracciare le imprese digitali – sia il credito d’imposta riconosciuto alle imprese residenti per evitare doppie tassazioni; via anche il ruolo di sostituti d’imposta a carico delle banche”.

 

Avevamo già riportato che a margine dell’Ecofin il Ministro delle Finanze Giovanni Tria avesse annunciato che se dall’Unione europea non fossero arrivate certezze in materia di una web tax condivisa, il Governo sarebbe andato avanti da solo: “l’Italia è parte del club di Paesi che ha già introdotto una digital tax e ne ha sospeso l’implementazione per tenere in considerazione le discussioni europee. Ma introdurremo la tassa se non avremo questo accordo alla fine dell’anno”.

 

Si attende al momento l’Ecofin del 4 Dicembre in cui pare delinearsi un accordo, tra l’altro vincolante, tra Francia e Germania per far giunger “in porto” la tassa, secondo quanto afferma Bruno Le Maire, Ministro francese delle Finanze, e Olaf Scholz, suo collega tedesco. “Per evitare il rischio che i negoziati vadano avanti ancora 100 anni. Per questo sostengo il modello francese in grado di offrire più risorse alla Ue”.

 

L.V.C.

 

(Immagine in copertina tratta da Yahoo Finanza)

 

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Articolo pubblicato il 19/11/2018