Pensioni, per sbarazzarsi di Boeri il governo pensa di reintrodurre all’Inps il consiglio di amministrazione.

Ormai il copione sembra scritto: periodicamente, tra il presidente dell’Inps e i rappresentanti del governo di Lega e Movimento 5 stelle, i botta e risposta sono al vetriolo. E questa volta sembra che per l’esecutivo la misura sia colma. Al punto che, secondo indiscrezioni riferite dall’Adnkronos, si sarebbe deciso di reintrodurre a distanza di dieci anni una governance basata sul consiglio di amministrazione sia all’Inps presieduta da Tito Boeri sia all’Inail, ai cui vertici c’è Massimo De Felice. La misura, che dovrebbe essere inserita nel provvedimento sul riordino delle pensioni annunciato dal governo, avrebbe proprio la finalità di azzerare gli attuali vertici dell’ente pensionistico e di quello che si occupa di assicurare gli infortuni sul lavoro.

Al momento la governance dell’Inps si fonda non già su un cda ma su un presidente, Boeri appunto, che – come si legge sul sito internet – “ha la legale rappresentanza dell’ente, predispone il bilancio e i piani di spesa e investimento e attua le linee di indirizzo strategico dell’istituto”. Il presidente è affiancato da un consiglio di indirizzo e vigilanza, “composto attualmente da 22 membri rappresentanti tutte le forze sociali, che ha il compito di fissare gli obiettivi strategici e di approvare i bilanci”; da un direttore generale, “che è il responsabile del conseguimento degli obiettivi e coordinatore della tecnostruttura”; oltre che da un collegio dei sindaci, “che vigila sull’osservanza della legge e sulla regolarità contabile dell’istituto”; da un magistrato della Corte dei Conti, “che esercita un controllo continuativo sulla gestione”; dai comitati e le commissioni centrali di gestione dei fondi e da quelli di vigilanza.

A generare le ultime tensioni tra governo e Boeri è stata l’introduzione della cosiddetta “quota 100”, vale a dire la possibilità di andare in pensione in anticipo a chi abbia 62 anni e 38 di contributi. Ebbene, come ribadito da Boeri ancora il 19 novembre in una intervista al Corriere della Sera, “in tutti gli scenari viene fuori una crescita della spesa (pubblica) nel tempo”, mentre il governo in manovra per la previdenza ha stanziato 6,7 miliardi nel 2019 e poi sette negli anni successivi. In molti, negli ultimi tempi, hanno espresso dubbi su come sarà attuata quota 100, cavallo di battaglia soprattutto della Lega di Matteo Salvini, anche in relazione alle promesse fatte in campagna elettorale.

Puntualmente, è arrivata la replica del vicepremier nonché ministro dell’Interno Salvini: “Sono orgoglioso che questo sia un governo che passa dalle parole ai fatti. Ci eravamo impegnati con gli italiani a cominciare a smontare una legge ingiusta come la Fornero e in questa manovra economica ci sono i primi miliardi di euro per aiutare migliaia di italiani a uscire dalla gabbia che si chiama legge Fornero. Il presidente dell’Inps è ormai da mesi in campagna elettorale con il Pd e magari sfiderà Minniti alle primarie, non lo so”. A ben vedere, Salvini parla dei “primi miliardi di euro” per finanziare quota 100, cosa che fa pensare che del problema degli insufficienti stanziamenti in manovra siano consapevoli anche al governo.

 

“Basta – ha invece tuonato il vicepresidente del Senato leghista, Roberto Calderoli – Boeri si dimetta perché non è in linea con le proposte di riforma previdenziale che sono nel contratto di questo governo, perché non vuole quota 100, perché non vuole un calo dell’immigrazione perché a suo dire saranno gli immigrati a pagarci le pensioni. Nessuno lo trattiene, Boeri se ne vada senza continuare a criticare tutto. È una semplice questione di coerenza, se ne vada”.

 

Nella stessa intervista al Corriere, Boeri, a proposito di dimissioni, spiega: “Se il presidente del Consiglio mi convocasse e mi dicesse che non c’è più fiducia in me, non aspetterei un minuto di più. Lascerei. Ma non posso farlo per un tweet e trovo pericolosa per la nostra democrazia la delegittimazione sistematica di organi indipendenti, autorità di controllo, regolatori o pareri tecnici”.

 

Carlotta Scozzari - Business Insider Italia

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Articolo pubblicato il 19/11/2018